Politica
Elezioni regionali, Sardine pugliesi contro i listini bloccati
«Proteggiamoci dal virus, non dalla democrazia»
Puglia - giovedì 7 maggio 2020
Netta contrarietà ai listini bloccati. È quanto espresso, attraverso una nota, dal movimento delle Sardine di Puglia.
«Più volte negli ultimi giorni si è fatto strada sulla stampa il dibattito sull'opportunità di anticipare le elezioni a luglio con l'opzione dei listini bloccati. Adesso, il punto non è tanto votare a luglio o a novembre, perché se la scienza dice che in autunno ci sarà una nuova ondata di contagi e che, quindi, luglio sia più indicato, chi siamo noi per dire il contrario? D'altra parte in tempi non Covid adesso avremmo già i nuovi presidenti» hanno spiegato.
«Il punto è che, se è giusto andare al voto per garantire il processo democratico, nonostante la pandemia, nonostante per molti questa non sia una priorità assoluta, a dispetto di un'economia che arranca e di famiglie intere sull'orlo della povertà, allora, altrettanto democraticamente dovremmo poter scegliere chi sui banchi del consiglio poi dovrà rappresentarci.
I listini bloccati, invece, toglierebbero, di fatto, al cittadino elettore la possibilità di scegliersi il proprio rappresentante, trasformando gli eletti in cooptati dai partiti e con il rischio che rappresentino solo il segretario che li ha indicati nel listino e non più i territori e gli interessi dei cittadini» hanno aggiunto.
«Insomma, se c'è una cosa che questa pandemia dovrebbe averci insegnato, è che chi ci governa può fare la differenza.
Può farla sul piano della salute, perché se i tagli alla sanità hanno portato tra le altre cose ad avere un numero così esiguo di posti letto in terapia intensiva la colpa non è del Coronavirus; sul piano economico, perché le disuguaglianze sociali che hanno fatto così rumore in queste settimane non sono colpa né dei pipistrelli né del mercatino di Wuhan; sul piano della dignità, perché non si può chiedere a un operaio di recarsi in azienda in assenza di tutele sanitarie, in tempi Covid come non Covid, così come non si può chiedere al lavoratore autonomo - precario per diritto di Partita Iva - di accontentarsi di contributi stanziati una tantum» hanno rimarcato.
«E allora la prossimità tra elettore ed eletto non dovrebbe essere una possibilità da ridiscutere all'occorrenza ma l'unico perimetro in cui la politica dovrebbe muoversi.
Senza contare che una modifica del genere implicherebbe rilievi costituzionali e che al momento esistono venti leggi elettorali regionali.
Democrazia, questa sconosciuta» hanno concluso le Sardine pugliesi.
«Più volte negli ultimi giorni si è fatto strada sulla stampa il dibattito sull'opportunità di anticipare le elezioni a luglio con l'opzione dei listini bloccati. Adesso, il punto non è tanto votare a luglio o a novembre, perché se la scienza dice che in autunno ci sarà una nuova ondata di contagi e che, quindi, luglio sia più indicato, chi siamo noi per dire il contrario? D'altra parte in tempi non Covid adesso avremmo già i nuovi presidenti» hanno spiegato.
«Il punto è che, se è giusto andare al voto per garantire il processo democratico, nonostante la pandemia, nonostante per molti questa non sia una priorità assoluta, a dispetto di un'economia che arranca e di famiglie intere sull'orlo della povertà, allora, altrettanto democraticamente dovremmo poter scegliere chi sui banchi del consiglio poi dovrà rappresentarci.
I listini bloccati, invece, toglierebbero, di fatto, al cittadino elettore la possibilità di scegliersi il proprio rappresentante, trasformando gli eletti in cooptati dai partiti e con il rischio che rappresentino solo il segretario che li ha indicati nel listino e non più i territori e gli interessi dei cittadini» hanno aggiunto.
«Insomma, se c'è una cosa che questa pandemia dovrebbe averci insegnato, è che chi ci governa può fare la differenza.
Può farla sul piano della salute, perché se i tagli alla sanità hanno portato tra le altre cose ad avere un numero così esiguo di posti letto in terapia intensiva la colpa non è del Coronavirus; sul piano economico, perché le disuguaglianze sociali che hanno fatto così rumore in queste settimane non sono colpa né dei pipistrelli né del mercatino di Wuhan; sul piano della dignità, perché non si può chiedere a un operaio di recarsi in azienda in assenza di tutele sanitarie, in tempi Covid come non Covid, così come non si può chiedere al lavoratore autonomo - precario per diritto di Partita Iva - di accontentarsi di contributi stanziati una tantum» hanno rimarcato.
«E allora la prossimità tra elettore ed eletto non dovrebbe essere una possibilità da ridiscutere all'occorrenza ma l'unico perimetro in cui la politica dovrebbe muoversi.
Senza contare che una modifica del genere implicherebbe rilievi costituzionali e che al momento esistono venti leggi elettorali regionali.
Democrazia, questa sconosciuta» hanno concluso le Sardine pugliesi.