Politica
Emiliano: «Il ministero della salute non ha mai chiesto la disattivazione del punto nascita di Bisceglie»
Il presidente della regione: «Un refuso nel documento del Dipartimento salute. Problema risolto con soddisfazione di tutti»
Bisceglie - sabato 13 luglio 2019
18.47
«Scopro oggi che il ministro della salute Grillo non ha mai chiesto alla regione Puglia di disattivare il punto nascita di Bisceglie e che quindi nulla osta alla conferma del punto nascita nel piano di riordino». Lo ha affermato il presidente Michele Emiliano.
«Noi siamo sempre stati d'accordo con questa prospettiva tanto che fino ad oggi abbiamo lasciato aperto il punto nascita di Bisceglie.
Problema dunque risolto con soddisfazione di tutti.
Ma come mai per un anno intero i collaboratori del ministro hanno preteso dalla regione Puglia la chiusura di questo punto nascita nonostante la nostra opposizione?
Se il punto nascita di Bisceglie è rimasto aperto fino ad oggi nei tre anni di vigenza del piano di riordino è evidente che la regione Puglia non ha mai inteso chiuderlo e che ha resistito alle ripetute richieste degli uffici ministeriali perché fosse disattivato, fino ad essere costretta pochi giorni fa alla modifica del piano di riordino proprio per ottemperare alle prescrizioni categoriche dei collaboratori del ministro che si occupano di punti nascita.
Si sostiene, nel comunicato del ministro, che un documento del Capo dipartimento salute della regione Puglia del 2018 - parlando esclusivamente dei punti nascita di Galatina e Copertino - avrebbe chiesto la disattivazione di Bisceglie.
Effettivamente in quel documento del 2018 la regione Puglia chiariva la sua volontà nella parte motiva di disattivare il punto nascita di Copertino e non quello di Galatina, visto che si trattava di due punti nascita vicinissimi l'uno all'altro.
Ma nelle conclusioni di quel documento si menzionava come da disattivare Bisceglie anziché Copertino nonostante mai quel documento si fosse occupato della vicenda del punto nascita di Bisceglie.
Potrebbe quindi essersi verificato a partire da quel refuso un equivoco tra gli uffici del ministro e quelli della regione tale da spingere gli uffici ministeriali a imporre alla Puglia la chiusura del punto nascita di Bisceglie?
Non lo so.
Sono i misteri delle burocrazie italiane che da un refuso alle volte costruiscono catastrofi.
Quel che è certo è che il ministro Grillo ed io abbiamo chiarito l'equivoco con soddisfazione di entrambi.
Conclusione?
Nell'ospedale di Bisceglie continueranno a nascere i nostri bambini come ha sempre voluto la Regione Puglia. E a questo punto anche gli uffici del ministro e il ministro stesso che ringrazio per l'immediato chiarimento».
«Noi siamo sempre stati d'accordo con questa prospettiva tanto che fino ad oggi abbiamo lasciato aperto il punto nascita di Bisceglie.
Problema dunque risolto con soddisfazione di tutti.
Ma come mai per un anno intero i collaboratori del ministro hanno preteso dalla regione Puglia la chiusura di questo punto nascita nonostante la nostra opposizione?
Se il punto nascita di Bisceglie è rimasto aperto fino ad oggi nei tre anni di vigenza del piano di riordino è evidente che la regione Puglia non ha mai inteso chiuderlo e che ha resistito alle ripetute richieste degli uffici ministeriali perché fosse disattivato, fino ad essere costretta pochi giorni fa alla modifica del piano di riordino proprio per ottemperare alle prescrizioni categoriche dei collaboratori del ministro che si occupano di punti nascita.
Si sostiene, nel comunicato del ministro, che un documento del Capo dipartimento salute della regione Puglia del 2018 - parlando esclusivamente dei punti nascita di Galatina e Copertino - avrebbe chiesto la disattivazione di Bisceglie.
Effettivamente in quel documento del 2018 la regione Puglia chiariva la sua volontà nella parte motiva di disattivare il punto nascita di Copertino e non quello di Galatina, visto che si trattava di due punti nascita vicinissimi l'uno all'altro.
Ma nelle conclusioni di quel documento si menzionava come da disattivare Bisceglie anziché Copertino nonostante mai quel documento si fosse occupato della vicenda del punto nascita di Bisceglie.
Potrebbe quindi essersi verificato a partire da quel refuso un equivoco tra gli uffici del ministro e quelli della regione tale da spingere gli uffici ministeriali a imporre alla Puglia la chiusura del punto nascita di Bisceglie?
Non lo so.
Sono i misteri delle burocrazie italiane che da un refuso alle volte costruiscono catastrofi.
Quel che è certo è che il ministro Grillo ed io abbiamo chiarito l'equivoco con soddisfazione di entrambi.
Conclusione?
Nell'ospedale di Bisceglie continueranno a nascere i nostri bambini come ha sempre voluto la Regione Puglia. E a questo punto anche gli uffici del ministro e il ministro stesso che ringrazio per l'immediato chiarimento».