Politica
Fata: «L'ospedale deve riprendere a funzionare in pieno»
L'ex sindaco: «Bene ha fatto il Pd ad avviare un'azione per il potenziamento della struttura»
Puglia - mercoledì 13 maggio 2020
Piena condivisione e sintonia rispetto ai contenuti del comunicato diffuso dal Partito Democratico nel pomeriggio di martedì 12 maggio è stata espressa dal consigliere comunale e già sindaco di Bisceglie Vittorio Fata. «Il Pd ha saputo dare una lettura competente di quanto emerso in queste ore e ha cominciato ad avviare un'azione per il potenziamento dell'ospedale. Lo dobbiamo ai medici e a tutto il personale della struttura, che ha dimostrato e continuare a evidenziare grandissime capacità».
Eppure, in base a quanto continua a trapelare, il futuro del "Vittorio Emanuele II" non pare molto roseo...
È la ragione per cui bisogna battersi in tutte le sedi istituzionali e affermare la necessità di una modifica dei contenuti di quella delibera dell'Asl Bt. Sappiamo che l'emergenza sanitaria non è terminata ma il nosocomio deve riprendere immediatamente la sua totale funzionalità perché molti pazienti del territorio sono costretti a rivolgersi, nei migliori dei casi, al "Dimiccoli" di Barletta o al "Bonomo" di Andria ma è capitato anche di constatare che dei biscegliesi (e non solo) siano stati costretti a spostarsi fuori provincia per patologie che potremmo definire "di routine".
Questo piano del fabbisogno penalizza davvero Bisceglie?
Sì, senza dubbio. Sono preoccupato: mentirei se sostenessi il contrario. La ricollocazione di quattro dirigenti medici negli altri ospedali della Provincia (tre ad Andria, uno a Barletta) non è un buon segno. L'organico dell'unità operativa di cardiologia, per esempio, è stato ridotto in quanto il nuovo piano del fabbisogno non prevede più la presenza di un dirigente di struttura complessa oltre i sei dirigenti medici, che già sono insufficienti per gestire un reparto da 12 posti letto così delicato. E ridurre di due unità mediche la chirurgia, di un'unità ortopedia come anche la pediatria non lascia intendere una volontà di rafforzare il "Vittorio Emanuele II".
Chi pagherebbe le conseguenze di questi tagli?
Non solo gli utenti, com'è ovvio. Organici ridotti non mettono a rischio solo l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza ma nuocciono alla qualità del servizio e ai diritti degli operatori sanitari. Un numero inferiore di medici all'interno di un reparto può rendere impossibile il rispetto dei turni di riposo secondo quanto previsto dalla Legge 161/2014.
Ci sono ancora margini per evitare la beffa...
È necessario assumere un'iniziativa seria e ben organizzata affinché la Direzione strategica dell'Asl Bt riveda il piano deliberato prima dell'acquisizione da parte della Regione Puglia. L'ospedale di Bisceglie non solo non dovrà subire questi tagli ma occorre sia potenziato. Io sosterrò con forza questa necessità nelle sedi istituzionali che mi competono.
Eppure, in base a quanto continua a trapelare, il futuro del "Vittorio Emanuele II" non pare molto roseo...
È la ragione per cui bisogna battersi in tutte le sedi istituzionali e affermare la necessità di una modifica dei contenuti di quella delibera dell'Asl Bt. Sappiamo che l'emergenza sanitaria non è terminata ma il nosocomio deve riprendere immediatamente la sua totale funzionalità perché molti pazienti del territorio sono costretti a rivolgersi, nei migliori dei casi, al "Dimiccoli" di Barletta o al "Bonomo" di Andria ma è capitato anche di constatare che dei biscegliesi (e non solo) siano stati costretti a spostarsi fuori provincia per patologie che potremmo definire "di routine".
Questo piano del fabbisogno penalizza davvero Bisceglie?
Sì, senza dubbio. Sono preoccupato: mentirei se sostenessi il contrario. La ricollocazione di quattro dirigenti medici negli altri ospedali della Provincia (tre ad Andria, uno a Barletta) non è un buon segno. L'organico dell'unità operativa di cardiologia, per esempio, è stato ridotto in quanto il nuovo piano del fabbisogno non prevede più la presenza di un dirigente di struttura complessa oltre i sei dirigenti medici, che già sono insufficienti per gestire un reparto da 12 posti letto così delicato. E ridurre di due unità mediche la chirurgia, di un'unità ortopedia come anche la pediatria non lascia intendere una volontà di rafforzare il "Vittorio Emanuele II".
Chi pagherebbe le conseguenze di questi tagli?
Non solo gli utenti, com'è ovvio. Organici ridotti non mettono a rischio solo l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza ma nuocciono alla qualità del servizio e ai diritti degli operatori sanitari. Un numero inferiore di medici all'interno di un reparto può rendere impossibile il rispetto dei turni di riposo secondo quanto previsto dalla Legge 161/2014.
Ci sono ancora margini per evitare la beffa...
È necessario assumere un'iniziativa seria e ben organizzata affinché la Direzione strategica dell'Asl Bt riveda il piano deliberato prima dell'acquisizione da parte della Regione Puglia. L'ospedale di Bisceglie non solo non dovrà subire questi tagli ma occorre sia potenziato. Io sosterrò con forza questa necessità nelle sedi istituzionali che mi competono.