Cronaca
Fata replica al Consorzio Ambiente 2.0: «Non scarichi le proprie colpe sui biscegliesi»
Il sindaco facente funzione accetta il confronto coi responsabili della società milanese ma precisa: «Il 65% di raccolta differenziata è stato raggiunto per merito di tanti bravi e onesti cittadini»
Bisceglie - lunedì 8 gennaio 2018
15.09
Il sindaco facente funzioni Vittorio Fata ha replicato alla nota, diffusa attraverso i media, del Consorzio Ambiente 2.0 riguardo le problematiche inerenti il servizio di igiene urbana, cui abbiamo dato spazio sabato 6 gennaio e attraverso la quale l'azienda milanese ha espresso disappunto per l'attuale situazione chiedendo un incontro urgente alla controparte.
Il massimo rappresentante dell'amministrazione comunale ha rimarcato di aver appreso del comunicato a seguito della lettura degli organi di stampa e non direttamente dalla società, aggiungendo: «Desidero ricordare al gestore del servizio che se Bisceglie ha raggiunto il 65% di percentuale di raccolta differenziata il merito è esclusivamente dei tanti bravi e onesti cittadini biscegliesi, cioè la stragrande maggioranza che, con grande senso civico e abnegazione, il più delle volte senza un'adeguata campagna informativa, hanno contribuito a questo successo.
Inutile ricordare alla società Ambiente 2.0 che gli standard di pulizia e igiene della città non possono certo dirsi ottimali. Nel secondo semestre del 2017 sono state elevate sanzioni per inadempienze contrattuali per 80 mila euro circa, per la maggior parte relative a inadempienze riconducibili al servizio di spazzamento delle strade pubbliche» ha evidenziato Fata.
«In secondo luogo, per ciò che attiene agli strumenti di repressione degli abbandoni illeciti, c'è da evidenziare, da un lato, che l'amministrazione ha avviato, con risultati tangibili, una incisiva azione di contrasto attraverso mezzi tecnologicamente avanzati e personale specializzato a supporto delle forze di polizia municipale e, dall'altro, che tra gli obblighi di capitolato a carico del gestore del servizio era previsto l'impiego di dieci fototrappole posizionate in altrettanti punti del territorio, per le quali la società Ambiente 2.0 pur avendo provveduto all'installazione ha successivamente sospeso l'impegno assunto» ha sottolineato l'ex vicesindaco.
«Gli abbandoni illeciti sono inoltre spesso determinati da carenze del servizio di raccolta: nonostante l'amministrazione abbia rilasciato al gestore tutte le autorizzazioni necessarie per l'esecuzione dei lavori di pulizia e piccola manutenzione e per la gestione del centro comunale di raccolta di via Salsello, la società affidataria del servizio non ha ancora riattivato la stazione ecologica ormai chiusa da quasi dieci mesi, dimostrando scarsa collaborazione ed una intollerabile lentezza, tanto da rendere necessaria una diffida ad adempiere alle prescrizioni comunali entro termini perentori, trascorsi i quali si procederà all'attivazione delle penali contrattuali.
Anche la situazione degli insediamenti residenziali distribuiti nell'agro biscegliese è tale da determinare disfunzioni imputabili esclusivamente all'appaltatore: le utenze domestiche dell'estrema periferia non risultano ancora servite con le modalità porta a porta, e sono costrette a utilizzare i due punti periferici di conferimento di via Ruvo e via Andria. Terminato il censimento delle utenze, il gestore non è passato alla fase implementativa che prevedeva la distribuzione delle attrezzature alle famiglie residenti nelle abitazioni più lontane del centro urbano, con ovvie conseguenze negative sulle possibilità di una corretta gestione dei rifiuti da esse prodotti e un utilizzo non appropriato delle isole ecologiche mobili».
Vittorio Fata non ha certo precluso l'opportunità di un dialogo coi responsabili del Consorzio Ambiente 2.0 ma ha tenuto a precisare, in conclusione: «Sarebbe pertanto opportuno che il gestore del servizio, che chiede a mezzo stampa un confronto con l'amministrazione sul tema delle azioni repressive, al quale certamente non ci si sottrarrà, invece di scaricare colpe sui cittadini biscegliesi, attuasse con immediatezza tutti gli interventi di propria competenza previsti da capitolato (attivazione numero verde, pulizie delle strade, centro di raccolta a Salsello, telecamere, etc.) necessari per ridurre il fenomeno dei conferimenti irregolari dei rifiuti, in un'ottica non di contrapposizione, ma di partecipazione costruttiva alla risoluzione delle problematiche».
Il massimo rappresentante dell'amministrazione comunale ha rimarcato di aver appreso del comunicato a seguito della lettura degli organi di stampa e non direttamente dalla società, aggiungendo: «Desidero ricordare al gestore del servizio che se Bisceglie ha raggiunto il 65% di percentuale di raccolta differenziata il merito è esclusivamente dei tanti bravi e onesti cittadini biscegliesi, cioè la stragrande maggioranza che, con grande senso civico e abnegazione, il più delle volte senza un'adeguata campagna informativa, hanno contribuito a questo successo.
Inutile ricordare alla società Ambiente 2.0 che gli standard di pulizia e igiene della città non possono certo dirsi ottimali. Nel secondo semestre del 2017 sono state elevate sanzioni per inadempienze contrattuali per 80 mila euro circa, per la maggior parte relative a inadempienze riconducibili al servizio di spazzamento delle strade pubbliche» ha evidenziato Fata.
«In secondo luogo, per ciò che attiene agli strumenti di repressione degli abbandoni illeciti, c'è da evidenziare, da un lato, che l'amministrazione ha avviato, con risultati tangibili, una incisiva azione di contrasto attraverso mezzi tecnologicamente avanzati e personale specializzato a supporto delle forze di polizia municipale e, dall'altro, che tra gli obblighi di capitolato a carico del gestore del servizio era previsto l'impiego di dieci fototrappole posizionate in altrettanti punti del territorio, per le quali la società Ambiente 2.0 pur avendo provveduto all'installazione ha successivamente sospeso l'impegno assunto» ha sottolineato l'ex vicesindaco.
«Gli abbandoni illeciti sono inoltre spesso determinati da carenze del servizio di raccolta: nonostante l'amministrazione abbia rilasciato al gestore tutte le autorizzazioni necessarie per l'esecuzione dei lavori di pulizia e piccola manutenzione e per la gestione del centro comunale di raccolta di via Salsello, la società affidataria del servizio non ha ancora riattivato la stazione ecologica ormai chiusa da quasi dieci mesi, dimostrando scarsa collaborazione ed una intollerabile lentezza, tanto da rendere necessaria una diffida ad adempiere alle prescrizioni comunali entro termini perentori, trascorsi i quali si procederà all'attivazione delle penali contrattuali.
Anche la situazione degli insediamenti residenziali distribuiti nell'agro biscegliese è tale da determinare disfunzioni imputabili esclusivamente all'appaltatore: le utenze domestiche dell'estrema periferia non risultano ancora servite con le modalità porta a porta, e sono costrette a utilizzare i due punti periferici di conferimento di via Ruvo e via Andria. Terminato il censimento delle utenze, il gestore non è passato alla fase implementativa che prevedeva la distribuzione delle attrezzature alle famiglie residenti nelle abitazioni più lontane del centro urbano, con ovvie conseguenze negative sulle possibilità di una corretta gestione dei rifiuti da esse prodotti e un utilizzo non appropriato delle isole ecologiche mobili».
Vittorio Fata non ha certo precluso l'opportunità di un dialogo coi responsabili del Consorzio Ambiente 2.0 ma ha tenuto a precisare, in conclusione: «Sarebbe pertanto opportuno che il gestore del servizio, che chiede a mezzo stampa un confronto con l'amministrazione sul tema delle azioni repressive, al quale certamente non ci si sottrarrà, invece di scaricare colpe sui cittadini biscegliesi, attuasse con immediatezza tutti gli interventi di propria competenza previsti da capitolato (attivazione numero verde, pulizie delle strade, centro di raccolta a Salsello, telecamere, etc.) necessari per ridurre il fenomeno dei conferimenti irregolari dei rifiuti, in un'ottica non di contrapposizione, ma di partecipazione costruttiva alla risoluzione delle problematiche».