Economia e lavoro
Federmoda Bari-Bat: «Ignorati. Se chiudiamo devono risarcirci»
Tessile, abbigliamento e calzaturiero in ginocchio, l'allarme di Confcommercio
Bisceglie - lunedì 22 marzo 2021
0.12
Zona rossa equivale a uno stop alle vendite per il settore del tessile, abbigliamento e calzaturiero. È il caso di Bisceglie e di tutto il territorio pugliese, nel quale i negozi sono e resteranno chiusi per tre settimane, ritenute cruciali per le sorti di un intero spaccato dell'economia pugliese e in particolare della Bat e dell'Area Metropolitana Bari.
GIù le serrande nel periodo che precede la Pasqua, contrassegnato dall'arrivo delle nuove collezioni e dall'apertura delle vendite primavera-estate. «Un danno incalcolabile in termini di mancati introiti e di investimenti fatti» hanno commentato all'unisono il presidente di Federmoda Bari-Bat Carlo Saponaro e il presidente di Confcommercio Bari-Bat Alessandro Ambrosi. I due hanno evidenziato il diffuso disagio economico, sociale e psicologico della categoria e il bisogno urgente di attenzione per questo settore in vista delle nuove misure che saranno varate per l'economia.
Il comparto moda vive le stesse pene della filiera del turismo e l'impatto devastante provocato dall'assenza dello shopping dall'estero. La preclusione di occasioni sociali, feste e cerimonie ha provocato un drammatico crollo nelle motivazioni che spingono i consumatori a rinnovare il guardaroba.
«Dal 18 maggio 2020, giorno in cui le misure restrittive del lockdown si sono allentate e i negozi di abbigliamento e calzature hanno potuto riaprire, il settore ha tentato di reagire ma non si è mai venduto a prezzo pieno: prima i saldi estivi, poi la possibilità di fare vendite promozionali per incentivare i consumi, e ancora in autunno le nuove restrizioni con il freno alla socialità e infine di nuovo ai saldi di fine stagione autunno-inverno. Ora i nostri negozi sono pieni di nuovi arrivi e noi chiudiamo dopo che comunque abbiamo sostenuto spese enormi per riaprire in sicurezza e adeguare le attività commerciali alle misure sanitarie per la salute dei nostri dipendenti e dei nostri clienti. Paghiamo il salato prezzo degli assembramenti indiscriminati per strada» ha spiegato Saponaro.
«La peculiarità dei negozi di moda sta nella stagionalità delle collezioni, ordinate diversi mesi prima dell'arrivo nelle nostre vetrine, con ordini minimi talvolta imposti e importanti investimenti sulla merce che con ogni probabilità resterà in magazzino, come già accaduto nella scorsa stagione primavera-estate. Anche per queste ragioni è importante che il Governo preveda sostegni per il settore moda. Non basta la proroga delle scadenze fiscali, anche perché spostare in avanti una data non serve a molto. La nostra idea è che questo aiuto sia pari al disavanzo di fatturato e che si immetta liquidità direttamente sui conti correnti degli imprenditori tramite l'Agenzia delle Entrate, un congruo risarcimento non solo per le chiusure ma anche per l'enorme calo di fatturato registrato, a prescindete dall'apertura» ha affermato Ambrosi.
GIù le serrande nel periodo che precede la Pasqua, contrassegnato dall'arrivo delle nuove collezioni e dall'apertura delle vendite primavera-estate. «Un danno incalcolabile in termini di mancati introiti e di investimenti fatti» hanno commentato all'unisono il presidente di Federmoda Bari-Bat Carlo Saponaro e il presidente di Confcommercio Bari-Bat Alessandro Ambrosi. I due hanno evidenziato il diffuso disagio economico, sociale e psicologico della categoria e il bisogno urgente di attenzione per questo settore in vista delle nuove misure che saranno varate per l'economia.
Il comparto moda vive le stesse pene della filiera del turismo e l'impatto devastante provocato dall'assenza dello shopping dall'estero. La preclusione di occasioni sociali, feste e cerimonie ha provocato un drammatico crollo nelle motivazioni che spingono i consumatori a rinnovare il guardaroba.
«Dal 18 maggio 2020, giorno in cui le misure restrittive del lockdown si sono allentate e i negozi di abbigliamento e calzature hanno potuto riaprire, il settore ha tentato di reagire ma non si è mai venduto a prezzo pieno: prima i saldi estivi, poi la possibilità di fare vendite promozionali per incentivare i consumi, e ancora in autunno le nuove restrizioni con il freno alla socialità e infine di nuovo ai saldi di fine stagione autunno-inverno. Ora i nostri negozi sono pieni di nuovi arrivi e noi chiudiamo dopo che comunque abbiamo sostenuto spese enormi per riaprire in sicurezza e adeguare le attività commerciali alle misure sanitarie per la salute dei nostri dipendenti e dei nostri clienti. Paghiamo il salato prezzo degli assembramenti indiscriminati per strada» ha spiegato Saponaro.
«La peculiarità dei negozi di moda sta nella stagionalità delle collezioni, ordinate diversi mesi prima dell'arrivo nelle nostre vetrine, con ordini minimi talvolta imposti e importanti investimenti sulla merce che con ogni probabilità resterà in magazzino, come già accaduto nella scorsa stagione primavera-estate. Anche per queste ragioni è importante che il Governo preveda sostegni per il settore moda. Non basta la proroga delle scadenze fiscali, anche perché spostare in avanti una data non serve a molto. La nostra idea è che questo aiuto sia pari al disavanzo di fatturato e che si immetta liquidità direttamente sui conti correnti degli imprenditori tramite l'Agenzia delle Entrate, un congruo risarcimento non solo per le chiusure ma anche per l'enorme calo di fatturato registrato, a prescindete dall'apertura» ha affermato Ambrosi.