Economia e lavoro
Fp Cgil dopo le stabilizzazioni Asl: «Che fine fanno gli operatori rimasti fuori?»
Emerge la possibilità di 160 esuberi
BAT - domenica 18 novembre 2018
Un esubero, nella sola Bat, di 160 unità ai quali sarebbe già stata preannunciata la risoluzione del contratto preoccupa la segreteria provinciale Fp Cgil.
«Il Direttore generale della Asl Bat, Alessandro Delle Donne, avrebbe spiegato ai microfoni di un'emittente tv che, mentre a livello regionale si sta pensando ad un "concorsone" per dare una possibilità a tutti gli operatori rimasti fuori dalla stabilizzazione, nella nostra provincia l'azienda ha già preannunciato la risoluzione di alcuni rapporti di lavoro perché il ministero dell'economia ha verificato che in questo territorio c'è un esubero di personale infermieristico a fronte, invece, di un numero altamente inferiore di operatori socio sanitari» hanno affermato la segretaria generale della Fp Cgil Bat Liana Abbascià e il coordinatore della sanità Luigi Marzano. «Gli infermieri in più, stando a quanto dice il dg, sarebbero 160, 120 dei quali in fase di scadenza da sostituire con gli Oss. Se davvero stanno così le cose, qualcuno si è preoccupato di capire che fine faranno questi lavoratori rimasti fuori dalla procedura di stabilizzazione?» hanno aggiunto.
«Bene la dignità restituita al gruppo di sanitari ed amministrativi che è stato stabilizzato, martedì 13 novembre, alla presenza del Presidente della regione Puglia Michele Emiliano ma alla dignità di tutti gli altri chi ci pensa? Sappiamo bene cosa prevede il decreto dell'ex ministro Madia e comprendiamo che, se la legge stabilisce dei requisiti ed uno non ce li ha, è giusto rispettare la legge e procedere per ciò che è consentito.
Vogliamo richiamare l'attenzione delle istituzioni sul fatto che non si può sbattere così la porta in faccia dall'oggi al domani ad un infermiere dicendogli: "Arrivederci e grazie". È necessario immaginare una ricollocazione per tutti questi operatori, oltre al fatto che ci chiediamo: siamo sicuri che i reparti degli ospedali della Bat (quelli rimasti in piedi, naturalmente) possano davvero fare a meno di 120 infermieri?
Occhio e croce, e vista la situazione in cui versa la sanità nel territorio, noi propenderemmo per il no. Auspichiamo che nelle prossime ore ci possa essere un incontro chiarificatore con i vertici della Asl sottolineando che, quando si mette le mani alle questioni che riguardano il pubblico impiego, qualsiasi decisione presa non si riverbera solo sul gruppo di lavoratori in questione, pochi o tanti come in questo caso, ma sui servizi alla collettività intera, cioè ad una platea assolutamente molto vasta. In assenza di risposte andremo avanti con le azioni di lotta e di mobilitazione» hanno concluso Abbascià e Marzano.
«Il Direttore generale della Asl Bat, Alessandro Delle Donne, avrebbe spiegato ai microfoni di un'emittente tv che, mentre a livello regionale si sta pensando ad un "concorsone" per dare una possibilità a tutti gli operatori rimasti fuori dalla stabilizzazione, nella nostra provincia l'azienda ha già preannunciato la risoluzione di alcuni rapporti di lavoro perché il ministero dell'economia ha verificato che in questo territorio c'è un esubero di personale infermieristico a fronte, invece, di un numero altamente inferiore di operatori socio sanitari» hanno affermato la segretaria generale della Fp Cgil Bat Liana Abbascià e il coordinatore della sanità Luigi Marzano. «Gli infermieri in più, stando a quanto dice il dg, sarebbero 160, 120 dei quali in fase di scadenza da sostituire con gli Oss. Se davvero stanno così le cose, qualcuno si è preoccupato di capire che fine faranno questi lavoratori rimasti fuori dalla procedura di stabilizzazione?» hanno aggiunto.
«Bene la dignità restituita al gruppo di sanitari ed amministrativi che è stato stabilizzato, martedì 13 novembre, alla presenza del Presidente della regione Puglia Michele Emiliano ma alla dignità di tutti gli altri chi ci pensa? Sappiamo bene cosa prevede il decreto dell'ex ministro Madia e comprendiamo che, se la legge stabilisce dei requisiti ed uno non ce li ha, è giusto rispettare la legge e procedere per ciò che è consentito.
Vogliamo richiamare l'attenzione delle istituzioni sul fatto che non si può sbattere così la porta in faccia dall'oggi al domani ad un infermiere dicendogli: "Arrivederci e grazie". È necessario immaginare una ricollocazione per tutti questi operatori, oltre al fatto che ci chiediamo: siamo sicuri che i reparti degli ospedali della Bat (quelli rimasti in piedi, naturalmente) possano davvero fare a meno di 120 infermieri?
Occhio e croce, e vista la situazione in cui versa la sanità nel territorio, noi propenderemmo per il no. Auspichiamo che nelle prossime ore ci possa essere un incontro chiarificatore con i vertici della Asl sottolineando che, quando si mette le mani alle questioni che riguardano il pubblico impiego, qualsiasi decisione presa non si riverbera solo sul gruppo di lavoratori in questione, pochi o tanti come in questo caso, ma sui servizi alla collettività intera, cioè ad una platea assolutamente molto vasta. In assenza di risposte andremo avanti con le azioni di lotta e di mobilitazione» hanno concluso Abbascià e Marzano.