Spettacoli
Francesco Sinigaglia dà alle stampe "Otello nel laboratorio di Stanislavskij” per il sesto anniversario dalla fondazione di CompgniAurea
La nuova fatica letteraria del neo dottore magistrale in libreria dal prossimo 12 settembre
Bisceglie - giovedì 2 agosto 2018
11.03
Il regista biscegliese Francesco Sinigaglia, neodottore magistrale, da pochi giorni specializzato con lode nelle Discipline dello Spettacolo presso l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, annuncia l'anteprima dell'uscita della sua nuova fatica letteraria dal titolo "Otello nel laboratorio di Stanislavskij", edito da TraLeRigheLibri Lucca (2018). Il libro sarà disponibile da mercoledì 12 settembre 2018 in tutte le librerie nazionali, nell'occasione della ricorrenza del sesto compleanno d'attività della CompagniAurea fondata da Sinigaglia.
La casa editrice toscana e l'editore dottor Andrea Giannasi decidono di proseguire la collaborazione con il giovane ventitreenne biscegliese pubblicando un lavoro saggistico di critica pratica teatrale: si tratta di un approfondimento circa la fortuna che il Metodo Stanislavskij, nella sua dimensione «fisica», riscuote a partire dalla Russia. Il percorso si dipana attraverso l'esperienza americana dell'Actors Studio fino a giungere alla regione Puglia con il contributo del brindisino Eugenio Barba.
L'avvento del «Metodo» teorizzato e applicato Stanislavskij, padre della regia e maestro russo, nel mondo dello spettacolo contemporaneo, nel teatro e nel cinema, ha portato una radicale l'evoluzione culturale che si estende ben oltre i confini della recitazione in senso stretto.
Il «metodo» è un fenomeno assolutamente recente, risalente all'inizio del Novecento, quando Kostantin S. Stanislavskij comincia a pensare al teatro come una forma precipua di mimesi della realtà: sulle assi del palcoscenico l'attore deve interpretare la parte inseguendo la verità. Una verità così personale da essere definita sincera: una vera e propria rivoluzione culturale.
Sin dall'antichità, la messinscena nella via pratica era curata direttamente da poeti e drammaturghi ma, a partire dalle intuizioni di Stanislavskij, l'idea di teatro e di pièce, di concerto ai grandi mutamenti del Novecento, sono rimesse in discussione: il metodo prima, e il sistema delle «azioni fisiche» poi, hanno segnato la cortina d'incominciamento dell'opera d'arte teatrale odierna.
Ampi margini di applicazione sono stati riscontrati nel particolare della seconda edizione dello spettacolo Otello (1930-33). Il protagonista, invero, solo adesso è considerato alla stregua di un modello sposo novello che può servirsi, oltre che della vita anteriore - o sottotesto - della bentrovata fisicità. Resta fermo sempre il convincimento che «la vita fisica del personaggio non sia scindibile da quella spirituale».
Nell'analisi delle azioni fisiche come strumento di comunicazione, attraverso le impostazioni innovative novecentesche, da Mejerchol'd a M. Čechov, passando per Strasberg, Grotowski e Barba, «l'attore creativo» potrà essere sempre collocato artisticamente, in ogni luogo, al tempo presente e, allo stesso modo, fuori dal tempo.
A breve sarà diramato il calendario con le date di presentazione, i punti vendita disponibili su Bisceglie e i circuiti nazionali di distribuzione, e subito dopo l'estate avranno inizio i nuovi laboratori teatrali e cinematografici tenuti dal regista Sinigaglia con la CompagniAurea (per informazioni: 320.2313278 o compagnia.aurea@libero.it).
La casa editrice toscana e l'editore dottor Andrea Giannasi decidono di proseguire la collaborazione con il giovane ventitreenne biscegliese pubblicando un lavoro saggistico di critica pratica teatrale: si tratta di un approfondimento circa la fortuna che il Metodo Stanislavskij, nella sua dimensione «fisica», riscuote a partire dalla Russia. Il percorso si dipana attraverso l'esperienza americana dell'Actors Studio fino a giungere alla regione Puglia con il contributo del brindisino Eugenio Barba.
L'avvento del «Metodo» teorizzato e applicato Stanislavskij, padre della regia e maestro russo, nel mondo dello spettacolo contemporaneo, nel teatro e nel cinema, ha portato una radicale l'evoluzione culturale che si estende ben oltre i confini della recitazione in senso stretto.
Il «metodo» è un fenomeno assolutamente recente, risalente all'inizio del Novecento, quando Kostantin S. Stanislavskij comincia a pensare al teatro come una forma precipua di mimesi della realtà: sulle assi del palcoscenico l'attore deve interpretare la parte inseguendo la verità. Una verità così personale da essere definita sincera: una vera e propria rivoluzione culturale.
Sin dall'antichità, la messinscena nella via pratica era curata direttamente da poeti e drammaturghi ma, a partire dalle intuizioni di Stanislavskij, l'idea di teatro e di pièce, di concerto ai grandi mutamenti del Novecento, sono rimesse in discussione: il metodo prima, e il sistema delle «azioni fisiche» poi, hanno segnato la cortina d'incominciamento dell'opera d'arte teatrale odierna.
Ampi margini di applicazione sono stati riscontrati nel particolare della seconda edizione dello spettacolo Otello (1930-33). Il protagonista, invero, solo adesso è considerato alla stregua di un modello sposo novello che può servirsi, oltre che della vita anteriore - o sottotesto - della bentrovata fisicità. Resta fermo sempre il convincimento che «la vita fisica del personaggio non sia scindibile da quella spirituale».
Nell'analisi delle azioni fisiche come strumento di comunicazione, attraverso le impostazioni innovative novecentesche, da Mejerchol'd a M. Čechov, passando per Strasberg, Grotowski e Barba, «l'attore creativo» potrà essere sempre collocato artisticamente, in ogni luogo, al tempo presente e, allo stesso modo, fuori dal tempo.
A breve sarà diramato il calendario con le date di presentazione, i punti vendita disponibili su Bisceglie e i circuiti nazionali di distribuzione, e subito dopo l'estate avranno inizio i nuovi laboratori teatrali e cinematografici tenuti dal regista Sinigaglia con la CompagniAurea (per informazioni: 320.2313278 o compagnia.aurea@libero.it).