Economia e lavoro
Gilet arancioni uniti per chiedere lo stato di calamità a causa delle gelate dello scorso inverno
Raccolta firme destinata al ministero delle politiche agricole
Puglia - sabato 29 dicembre 2018
14.45
Tornano i gilet arancioni. Venerdì, a Montegrosso (Andria), il coordinamento che rappresenta le aziende le cooperative agricole pugliesi ha incontrato gli imprenditori agricoli arrabbiati per la mancata declaratoria sullo stato di calamità per le gelate di febbraio-marzo scorsi.
Oltre 90mila ettari di olivi danneggiati e che non hanno prodotto quasi nulla, oltre un milione di giornate di lavoro perse: sono questi i numeri del dramma sociale che stanno vivendo centinaia di aziende, dalla provincia di Bari sino a Foggia, come illustrato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. A pagare le conseguenze, però, non sono solo gli imprenditori agricoli ma anche i braccianti e l'intero indotto olivicolo: 1.600 frantoi sono praticamente fermi.
«Si è costituita a Montegrosso l'unità di crisi per la mancata declaratoria sullo stato di calamità per le gelate – spiegano le organizzazioni -. Una iniziativa resasi necessaria per la totale disattenzione da parte del governo verso un problema che non riguarda solamente il mondo della produzione agricola, ma anche il mondo del lavoro, oltre un milione di giornate lavorative sono andate perse, e il settore del commercio. Senza dimenticare che le aziende agricole, adesso, dovranno far fronte anche alle scadenze bancarie. Si è deciso, quindi, di avviare delle iniziative di sensibilizzazione sui territori che coinvolgano tutti gli stakeholder interessati, l'obiettivo è far prendere coscienza alla politica di quanto sia esteso e impattante su più settori il problema della gelata di febbraio».
Il coordinamento ha lanciato una petizione online sabato mattina. Le firme raccolte saranno consegnate al ministero delle politiche agricole, principale responsabile della mancata declaratoria.
Chi sono i "gilet arancioni": Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol.
Oltre 90mila ettari di olivi danneggiati e che non hanno prodotto quasi nulla, oltre un milione di giornate di lavoro perse: sono questi i numeri del dramma sociale che stanno vivendo centinaia di aziende, dalla provincia di Bari sino a Foggia, come illustrato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. A pagare le conseguenze, però, non sono solo gli imprenditori agricoli ma anche i braccianti e l'intero indotto olivicolo: 1.600 frantoi sono praticamente fermi.
«Si è costituita a Montegrosso l'unità di crisi per la mancata declaratoria sullo stato di calamità per le gelate – spiegano le organizzazioni -. Una iniziativa resasi necessaria per la totale disattenzione da parte del governo verso un problema che non riguarda solamente il mondo della produzione agricola, ma anche il mondo del lavoro, oltre un milione di giornate lavorative sono andate perse, e il settore del commercio. Senza dimenticare che le aziende agricole, adesso, dovranno far fronte anche alle scadenze bancarie. Si è deciso, quindi, di avviare delle iniziative di sensibilizzazione sui territori che coinvolgano tutti gli stakeholder interessati, l'obiettivo è far prendere coscienza alla politica di quanto sia esteso e impattante su più settori il problema della gelata di febbraio».
Il coordinamento ha lanciato una petizione online sabato mattina. Le firme raccolte saranno consegnate al ministero delle politiche agricole, principale responsabile della mancata declaratoria.
Chi sono i "gilet arancioni": Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol.