Economia e lavoro
«Giusti i controlli ma lasciate aperti i mercati settimanali»
Carriera (Confcommercio) e Nazzarini (Fiva) contro le chiusure a macchia di leopardo: «Nessuno stop agli ambulanti nell'ultimo Dpcm»
Bisceglie - martedì 10 novembre 2020
13.30
No secco alle chiusure dei mercati settimanali disposte - a macchia di leopardo - da alcuni sindaci tra Bari, Bat e foggiano. È la posizione delle organizzazioni che rappresentano gli ambulanti sul territorio. La scorsa settimana le attività dei mercati all'aperto si sono fermate, per esempio, in alcune località della Capitanata mentre questa settimana è toccato ad Altamura, Molfetta, Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia. Resta invece attivo il mercato settimanale a Bisceglie, come documentato in un nostro articolo (link all'articolo).
«Le ragioni, quasi sempre, sono quelle di sanificare le aree, casualmente il giorno scelto è sempre quello del mercato. Non è giusto impedire lo svolgimento delle attività mercatali, almeno fino a che il Governo lo consentirà, questi operatori devono continuare a lavorare» hanno affermato all'unisono i biscegliesi Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat e Andrea Nazzarini, vicepresidente nazionale della Fiva, federazione italiana venditori ambulanti.
«La categoria rischia il tracollo, numerose sono le attività ormai alla canna del gas. I mercati all'aperto devono continuare a svolgersi e non siamo noi a dirlo bensì una circolare emanata nelle ultime ore dal ministero dell'interno» hanno aggiunto. «I mercati non rientrano nelle attività vietate dal Dpcm del 3 novembre scorso e per questo il nostro appello a Prefetture, Regione, Sindaci è quello di non prendere decisioni andando oltre le normative nazionali anti-Covid. Vorremmo solo ricordare che a maggio, dopo la prima ondata pandemica, i mercati sono stati riattivati in sicurezza, sono state ridisegnate le aree dagli stessi Comuni, predisposti controlli e protocolli affinché questi operatori potessero riprendere a lavorare» hanno rimarcato.
«Ora a distanza di qualche mese si torna allo stop senza pensare che chiudere un mercato significa apportare un danno incalcolabile, non solo al settore, ma all'intera economia cittadina. Inoltre, quella degli ambulanti è una categoria ignorata dall'inizio dell'emergenza: ci sono i fieristi, per esempio, che sono fermi da quasi un anno e per loro non sono previsti neanche ristori» hanno osservato.
«Invitiamo davvero le istituzioni a riflettere con attenzione prima di compiere scelte simili perché il commercio sta affrontando una delle crisi più profonde della storia e vive nella continua incertezza di ciò che possa accadere il giorno dopo. Per questo chiediamo ad alta voce che i mercati, sino a che sarà previsto, si continuino a svolgere regolarmente» hanno concluso Carriera e Nazzarini.
«Le ragioni, quasi sempre, sono quelle di sanificare le aree, casualmente il giorno scelto è sempre quello del mercato. Non è giusto impedire lo svolgimento delle attività mercatali, almeno fino a che il Governo lo consentirà, questi operatori devono continuare a lavorare» hanno affermato all'unisono i biscegliesi Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat e Andrea Nazzarini, vicepresidente nazionale della Fiva, federazione italiana venditori ambulanti.
«La categoria rischia il tracollo, numerose sono le attività ormai alla canna del gas. I mercati all'aperto devono continuare a svolgersi e non siamo noi a dirlo bensì una circolare emanata nelle ultime ore dal ministero dell'interno» hanno aggiunto. «I mercati non rientrano nelle attività vietate dal Dpcm del 3 novembre scorso e per questo il nostro appello a Prefetture, Regione, Sindaci è quello di non prendere decisioni andando oltre le normative nazionali anti-Covid. Vorremmo solo ricordare che a maggio, dopo la prima ondata pandemica, i mercati sono stati riattivati in sicurezza, sono state ridisegnate le aree dagli stessi Comuni, predisposti controlli e protocolli affinché questi operatori potessero riprendere a lavorare» hanno rimarcato.
«Ora a distanza di qualche mese si torna allo stop senza pensare che chiudere un mercato significa apportare un danno incalcolabile, non solo al settore, ma all'intera economia cittadina. Inoltre, quella degli ambulanti è una categoria ignorata dall'inizio dell'emergenza: ci sono i fieristi, per esempio, che sono fermi da quasi un anno e per loro non sono previsti neanche ristori» hanno osservato.
«Invitiamo davvero le istituzioni a riflettere con attenzione prima di compiere scelte simili perché il commercio sta affrontando una delle crisi più profonde della storia e vive nella continua incertezza di ciò che possa accadere il giorno dopo. Per questo chiediamo ad alta voce che i mercati, sino a che sarà previsto, si continuino a svolgere regolarmente» hanno concluso Carriera e Nazzarini.