Attualità
Gli acconciatori biscegliesi chiedono la riapertura delle attività: «A orari ridotti e con tutte le precauzioni»
Il presidente Catino: «Pronti a occuparci soprattutto dei capelli di coloro che stanno lavorando in prima linea»
Bisceglie - domenica 19 aprile 2020
Una questione di natura igienico-sanitaria e psicologica. La cura dei capelli, ai tempi del Coronavirus, è tutt'altro che un dettaglio di poco conto, al netto delle pur legittime ambizioni estetiche.
Lo ha spiegato bene Giuseppe Catino, referente dell'associazione acconciatori biscegliesi. «Sono trascorsi oltre 40 giorni dai provvedimenti restrittivi assunti dal governo. Pensiamo ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e a tutti coloro che proseguono l'attività lavorativa come i componenti delle forze dell'ordine: avere a che fare con tute, mascherine e visiere malgrado i capelli più lunghi del solito non è semplicissimo».
Discorso ancora più delicato è quello relativo alle signore: «Una donna cui i capelli ricrescono bianchi potrebbe far fatica ad accettarsi, specie nel caso in cui appartenga a una di quelle categorie impegnate sul lavoro» ha sottolineato.
«Chiediamo alle massime autorità di prendere in considerazione queste situazioni» ha aggiunto Catino, osservando: «Il rischio concreto è che se non dovessimo essere noi parrucchieri a prenderci cura dei capelli di queste persone, potrebbe toccare ad altri, con l'inevitabile conseguenza di pericoli maggiori per la salute pubblica». Il riferimento a coloro che si recano a domicilio - e spesso sono privi di Partita Iva - è chiaro. Casi di questo tipo, purtroppo, sono stati segnalati anche a Bisceglie.
«Non chiediamo la luna ma almeno di poter lavorare, benché a orari ridotti e con l'utilizzo di tutte le dovute precauzioni al fine di limitare questi disagi» ha concluso il presidente dell'associazione acconciatori biscegliesi.
Lo ha spiegato bene Giuseppe Catino, referente dell'associazione acconciatori biscegliesi. «Sono trascorsi oltre 40 giorni dai provvedimenti restrittivi assunti dal governo. Pensiamo ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e a tutti coloro che proseguono l'attività lavorativa come i componenti delle forze dell'ordine: avere a che fare con tute, mascherine e visiere malgrado i capelli più lunghi del solito non è semplicissimo».
Discorso ancora più delicato è quello relativo alle signore: «Una donna cui i capelli ricrescono bianchi potrebbe far fatica ad accettarsi, specie nel caso in cui appartenga a una di quelle categorie impegnate sul lavoro» ha sottolineato.
«Chiediamo alle massime autorità di prendere in considerazione queste situazioni» ha aggiunto Catino, osservando: «Il rischio concreto è che se non dovessimo essere noi parrucchieri a prenderci cura dei capelli di queste persone, potrebbe toccare ad altri, con l'inevitabile conseguenza di pericoli maggiori per la salute pubblica». Il riferimento a coloro che si recano a domicilio - e spesso sono privi di Partita Iva - è chiaro. Casi di questo tipo, purtroppo, sono stati segnalati anche a Bisceglie.
«Non chiediamo la luna ma almeno di poter lavorare, benché a orari ridotti e con l'utilizzo di tutte le dovute precauzioni al fine di limitare questi disagi» ha concluso il presidente dell'associazione acconciatori biscegliesi.