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Gli avanzi delle feste tornano in tavola

Analisi Coldiretti sugli sprechi: nel 42% dei casi buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% il pane

Sulle tavole di quasi quattro famiglie su cinque (77%) si riciclano gli avanzi di capodanno e pranzo del 1° gennaio riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. È quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixé dalla quale si evidenzia che dai banchetti delle feste solo nel 9% delle case non avanza niente, mentre un 11% ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente, Il 2% dona in beneficenza e l'1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. In Puglia, in cima alla lista dei prodotti che finiscono in pattumiera, nel 42% dei casi viene buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% viene buttato il pane, secondo un sondaggio condotto sul portale regionale dell'organizzazione.

L'alternativa alla conservazione in frigo – sottolinea Coldiretti – è la "trasformazione" degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente "torrone", mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. «Recuperare il cibo è una scelta che fa bene all'economia e all'ambiente anche con una minore produzione di rifiuti» hanno rimarcato da Coldiretti Puglia.

Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge dunque i cittadini ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci, anche se il problema dello spreco resta rilevante. Proprio per aiutare le famiglie ad adottare comportamenti responsabili i cuochi contadini nei mercati di Campagna Amica hanno elaborato una serie di consigli, attingendo alle numerose ricette anti-spreco della tradizione contadina italiana e mostrando che mostreranno in diretta come organizzare e preparare un pasto completo a "spreco zero" ad alto tasso di risparmio per facilitare la vita quotidiana delle famiglie.

«Molti dei piatti più tradizionali hanno origine proprio dall'esigenza di non sprecare cibo come le polpette di pane, la frittata di pasta» è l'osservazione di Coldiretti. «Se avanza del pane, si può optare per la classica cialda utilizzando semplici ingredienti presenti in ogni casa o la panzanella, con pomodoro olio e sale per arrivare alla tradizionale ribollita che utilizza elementi poveri come fagiolo, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Anche la frutta può rivivere se caramellata o diventare marmellata oppure macedonia, la marmellata con i frutti avanzati».

Ma la tradizione rurale insegna anche a usare come ingredienti anche quelle parti della preparazione dei cibi che solitamente si gettano. L'acqua della pasta, soprattutto se abbiamo cotto paste ripiene come gli agnolotti, è acqua arricchita dagli amidi e dalle proteine del grano. Si può dunque conservare in frigo per usarla come base per il brodo per risotti, carni, verdure in padella. L'acqua della bollitura delle verdure ha lo stesso utilizzo. E che dire del brodo delle carni e dei pesci lessati? Questi sono i liquidi più preziosi perché sono brodi ricchi delle proteine delle carni e del pesce. Vanno congelati e utilizzati per cotture successive o per piatti liquidi come le minestre.

Nonostante la maggiore attenzione il tema dello spreco alimentare resta rilevante. Ogni anno nel mondo viene gettato complessivamente quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull'ambiente e sul clima, oltre che su un'economia già duramente colpita dall'emergenza Covid, secondo una analisi della Coldiretti su dati Onu. A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private dove si butta mediamente circa l'11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. Un fenomeno che determina anche effetti dirompenti sull'economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l'impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l'8-10% del totale dei gas serra.
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