Mare di Bisceglie inquinato
Mare di Bisceglie inquinato
Attualità

Per Goletta Verde le acque di Bisceglie sono ok. Bene anche i lavori al depuratore

I campionamenti effettuati tra il 18 e il 21 luglio restituiscono un risultato positivo. Ma con i lavori all'impianto andrà tutto ancora meglio

Il laoratorio mobile di Legambiente ancora una volta ha fatto tappa in Puglia. Dal 18 e il 21 luglio ha monitorato lo stato di salute delle acque di trenta tratti di costa e ne ha misurato i parametri microbiologici.
Bisceglie, anche quest'anno, risulta rispettare i limiti batteriologici: la spiaggia di Salsello, in cui sono stati effettuati i prelievi, non presenta, in piena estate, nessuna criticità.
Va peggio alla foce del torrente Candelaro a Manfredonia, alla foce del canale contrada Posticeddu sul Litorale Apani a Brindisi, alla foce del canale Reale a Torre Guaceto, nel comune di Carovigno, alla spiaggia di fronte al canale Ostone (Canale dei Cupi) a Taranto, alla foce del torrente sulla litoranea di Ponente di Barletta: tutti sono risultati "fortemente inquinati". Giudizio di "inquinato", invece, per i campionamenti effettuati alla foce del Galeso, a Taranto e alla spiaggia presso lo sbocco del collettore alluvionale sotto la Villa Comunale a Trani.
Merito anche dei lavori effettuati sui depuratori che scaricano in mare acque non più inquinate come prima. Scendono a 4 gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo. Il 20% dei depuratori presenta criticità mentre il 19% è soggetto a scarichi anomali. Rimangono 27 i Comuni sottoposti a procedura d'infrazione.
«Il risultato del monitoraggio di Goletta Verde - afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - ci consegna una fotografia nel complesso positiva, anche se permangono le criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali. Sul fronte della depurazione scendono a 4 gli impianti che scaricano nel sottosuolo e, dai 2.493 controlli effettuati da Arpa Puglia, emerge che il 20% dei depuratori non rispetta i limiti tabellari per almeno un parametro monitorato. A tal proposito è chiaro l'impegno della Regione verso interventi di potenziamento/adeguamento dei depuratori, compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene ma anche verso l'attivazione di iniziative finalizzate al perseguimento delle pratiche irrigue per il riuso in agricoltura delle acque reflue depurate e affinate. È importante, inoltre, che la Regione Puglia definisca al più presto le linee guida di un piano regionale per la gestione dei fanghi di depurazione, la cui produzione aumenterà nei prossimi anni a seguito del potenziamento dei depuratori».
Inoltre, non si può certo dire che i bagnanti vengano informati a dovere. Anzi, tutt'altro. La cartellonistica in spiaggia è inesistente anche qui in Puglia,
FOCUS SULLA DEPURAZIONE
Su 185 impianti di depurazione presenti in Puglia, scendono a quattro quelli che continuano a scaricare in falda: Casamassima Vecchio, Lesina Marina, Manduria Vecchio e Martina Franca, 3 in meno di quelli che l'Arpa Puglia aveva contato nel 2016.
2.493 controlli dell'agenzia regionale per l'ambiente sulla conformità dei reflui in uscita hanno restituito però un quadro di superamenti, rispetto ai limiti tabellari per almeno un parametro monitorato, su 37 impianti di depurazione.
Tra questi anche Bisceglie, su cui nel corso 2016 sono stati avviati i lavori di adeguamento e potenziamento.

Ulteriori lavori sono previsti nel ciclo di programmazione 2016-2019: a Trani e Bisceglie, come in altri 65 comuni, sono previsti interventi di confinamento e trattamento tramite coperture e sistemi di filtrazione e deodorizzazione.
L'ultimazione degli interventi di adeguamento/potenziamento ha determinato e continuerà però a determinare un incremento della produzione dei fanghi, che la Regione Puglia non sa come smaltire. Sebbene il 97% del fango prodotto nel 2016 sia risultato idoneo al recupero diretto tramite spandimento su suolo, la progressiva riduzione delle superfici disponibili entro i confini regionali ha indotto il gestore (dal 2014 in poi) a portare il fango fuori Regione, conferendolo a ditte private che provvedono a recuperarlo sotto forma di compost. Nel 2016 è stata conferita fuori Regione il 52% della produzione complessiva, con indubbio incremento dei costi e conseguenti ricadute sulla tariffa pagata dagli utenti in bolletta. Per superare questa gestione emergenziale e vulnerabile (subordinata a soggetti esterni alla Regione), nel corso del 2016 è stato costituito un gruppo di lavoro (DGR 591 del 26.04.2016) con la finalità di definire le linee guida di un Piano Regionale per la gestione dei fanghi prodotti nel ciclo di trattamento delle acque del sistema idrico integrato pugliese.
A breve a Bisceglie come a Trani, Barletta, Castellaneta, Cassano delle Murge, Trani, Santa Cesarea terme, Sammichele di Bari, sarà dato avvio anche ad un progetto per l'adeguamento del depuratore alla distribuzione di acque reflue per l'agricoltura. Gli otto interventi sono già stati finanziati e attendono solo di poter essere cantierizzati.
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