Politica
«Grazie, professore, per averci reso concittadini di Mauro Giuliani»
Sergio Silvestris ricorda la grande determinazione di Giovanni Bruni nelle ricerche sulle origini del grande chitarrista
Bisceglie - martedì 28 aprile 2020
19.48
La morte dell'Onorevole Professore Giovanni Bruni porterà ciascuno di quanti lo abbiano conosciuto a tracciarne un ricordo e a rievocarne momenti, episodi e storie.
Io ne voglio ricordare una in particolare: grazie a lui, e solo alla sua caparbietà, tutti noi biscegliesi siamo diventati concittadini di Mauro Giuliani.
Fu lui, assessore alla cultura, a incoraggiare e sostenere delle ricerche di archivio promosse da un suo illuminato amico che riportarono alla luce il certificato di battesimo di Mauro Giuliani, fortunatamente custodito negli archivi storici della parrocchia di Sant'Adoeno. Fino ad allora - eravamo negli anni '80 - i libri consideravano Mauro Giuliani nato a Barletta. Io stesso conservo un volume che riporta questa dicitura.
Giovanni Bruni è stato consigliere comunale, assessore, deputato della repubblica e dirigente di partito. Ma la sua veemenza, il suo tono inconfondibile, la sua determinazione e la sua caparbietà lasciano un segno forte nella nostra città. Quello di aver favorito una ricerca storica che ha riconosciuto a Bisceglie i natali di Mauro Giuliani è sicuramente un merito che gli va ascritto e che, per quanto mi riguarda, è quello che più me lo rende simpatico.
Quando lo ascoltavi era o una tragedia o uno passo. Dipendeva dall'attitudine con cui ti accostavi alla sua voce: una voce forte, austera e solenne, che rendeva uguali - in austerità e solennità - dei versi di Leopardi e una "mandata a quel paese" in vernacolo biscegliese.
Una delle sue ultime apparizioni pubbliche che ricordo fu a una ricorrenza del 25 aprile. Le elezioni politiche le aveva vinte il centrodestra e lui partecipò a quel corteo con una mantella rossa garibaldina. In realtà la sua stazza, provata dall'età e il suo incedere faticoso lo facevano apparire quasi un coevo di Garibaldi. Uno dei mille sbarcati a Marsala. Uno di quegli inguaribili idealisti socialisti che, innamorati dell'idea di nazione unitaria e di un forte spirito repubblicano, non ne facevano mai mistero.
Forse era proprio così: l'Onorevole Bruni era un uomo d'altri tempi. Un coevo di Garibaldi. Uno che ti recitava versi in latino come se fossero uno scioglilingua.
A lui vada il mio ricordo simpaticamente affettuoso e un enorme grazie, per averci reso tutti concittadini di Mauro Giuliani.
Io ne voglio ricordare una in particolare: grazie a lui, e solo alla sua caparbietà, tutti noi biscegliesi siamo diventati concittadini di Mauro Giuliani.
Fu lui, assessore alla cultura, a incoraggiare e sostenere delle ricerche di archivio promosse da un suo illuminato amico che riportarono alla luce il certificato di battesimo di Mauro Giuliani, fortunatamente custodito negli archivi storici della parrocchia di Sant'Adoeno. Fino ad allora - eravamo negli anni '80 - i libri consideravano Mauro Giuliani nato a Barletta. Io stesso conservo un volume che riporta questa dicitura.
Giovanni Bruni è stato consigliere comunale, assessore, deputato della repubblica e dirigente di partito. Ma la sua veemenza, il suo tono inconfondibile, la sua determinazione e la sua caparbietà lasciano un segno forte nella nostra città. Quello di aver favorito una ricerca storica che ha riconosciuto a Bisceglie i natali di Mauro Giuliani è sicuramente un merito che gli va ascritto e che, per quanto mi riguarda, è quello che più me lo rende simpatico.
Quando lo ascoltavi era o una tragedia o uno passo. Dipendeva dall'attitudine con cui ti accostavi alla sua voce: una voce forte, austera e solenne, che rendeva uguali - in austerità e solennità - dei versi di Leopardi e una "mandata a quel paese" in vernacolo biscegliese.
Una delle sue ultime apparizioni pubbliche che ricordo fu a una ricorrenza del 25 aprile. Le elezioni politiche le aveva vinte il centrodestra e lui partecipò a quel corteo con una mantella rossa garibaldina. In realtà la sua stazza, provata dall'età e il suo incedere faticoso lo facevano apparire quasi un coevo di Garibaldi. Uno dei mille sbarcati a Marsala. Uno di quegli inguaribili idealisti socialisti che, innamorati dell'idea di nazione unitaria e di un forte spirito repubblicano, non ne facevano mai mistero.
Forse era proprio così: l'Onorevole Bruni era un uomo d'altri tempi. Un coevo di Garibaldi. Uno che ti recitava versi in latino come se fossero uno scioglilingua.
A lui vada il mio ricordo simpaticamente affettuoso e un enorme grazie, per averci reso tutti concittadini di Mauro Giuliani.