Economia e lavoro
I giovani tornano in campagna, +12% negli ultimi cinque anni
L'analisi di Coldiretti che rimarca la necessità di tempi più rapidi per l'esito delle domande di finanziamento dal Psr
Bisceglie - martedì 1 dicembre 2020
11.10
Un'inversione di rotta tale da indurre il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia a definire quello che accade «un cambiamento epocale in atto, che non si verificava dalla rivoluzione industriale». I giovani, secondo le ultime analisi statistiche, sembrano aver perecpito il salubre richiamo dell'aria di campagna.
«Il mestiere della terra non è più considerato alla stregua dell'ultima spiaggia per chi non ha un'istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite» ha puntualizzato Muraglia.
Il conforto dei dati è evidente: 5306 under 35 pugliesi sono alla guida di imprese agricole. Un primato a livello comunitario frutto dell'incremento - ritenuto da Coldiretti straordinario - del 12% negli ultimi cinque anni. Un trend al rialzo confermato malgrado l'emergenza epidemiologica in corso.
L'ultima graduatoria pubblicata inerente le imprese finanziabili dal Piano di sviluppo rurale ha ammesso al contributo - subordinato alla verifica dei requisiti di ammissibilità - 1036 progetti presentati dai giovani pugliesi che vogliono realizzare il sogno di lavorare e vivere in campagna.
Muraglia ha anche svelato il rovescio della medaglia: «Risulta finanziabile solo il 20% delle 5157 domande presentate» ha affermato, ritenendo ciò «una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il paese che perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l'occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani».
Fondamentale, per Coldiretti, è la riduzione dei tempi di attesa nella fruizione dei finanziamenti: «Attendere 4 anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un'impresa giovane, sottrarre ricchezza al territorio».
La Puglia ha speso solo il 37.8% delle risorse del Psr: il rischio concreto è che la Regione finisca per il restituire 257 milioni di euro a Bruxelles. L'organizzazione degli imprenditori agricoli ha perciò ribadito «la collaborazione massima per individuare le soluzioni più appropriate al fine di uscire da una situazione preoccupante, ma che crediamo ancora recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica».
«Il mestiere della terra non è più considerato alla stregua dell'ultima spiaggia per chi non ha un'istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite» ha puntualizzato Muraglia.
Il conforto dei dati è evidente: 5306 under 35 pugliesi sono alla guida di imprese agricole. Un primato a livello comunitario frutto dell'incremento - ritenuto da Coldiretti straordinario - del 12% negli ultimi cinque anni. Un trend al rialzo confermato malgrado l'emergenza epidemiologica in corso.
L'ultima graduatoria pubblicata inerente le imprese finanziabili dal Piano di sviluppo rurale ha ammesso al contributo - subordinato alla verifica dei requisiti di ammissibilità - 1036 progetti presentati dai giovani pugliesi che vogliono realizzare il sogno di lavorare e vivere in campagna.
Muraglia ha anche svelato il rovescio della medaglia: «Risulta finanziabile solo il 20% delle 5157 domande presentate» ha affermato, ritenendo ciò «una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il paese che perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l'occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani».
Fondamentale, per Coldiretti, è la riduzione dei tempi di attesa nella fruizione dei finanziamenti: «Attendere 4 anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un'impresa giovane, sottrarre ricchezza al territorio».
La Puglia ha speso solo il 37.8% delle risorse del Psr: il rischio concreto è che la Regione finisca per il restituire 257 milioni di euro a Bruxelles. L'organizzazione degli imprenditori agricoli ha perciò ribadito «la collaborazione massima per individuare le soluzioni più appropriate al fine di uscire da una situazione preoccupante, ma che crediamo ancora recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica».