«Il bullo di Firenze ha colpito ancora»
Una riflessione dell'onorevole Napoletano sui recenti sviluppi della situazione italiana
La stampa straniera più qualificata lo chiama "Demolition man", per la sua tendenza a sfasciare tutto.
Per noi Matteo Renzi rimane, più semplicemente, "il bullo di Firenze".
Secondo un celebre aforisma dello scrittore Oscar Wilde, Renzi a tutto può resistere, tranne che alla tentazione… di ridurre in pezzi e di danneggiare ciò che non ruota intorno alla sua persona. Anche se si trattasse del Paese, alla prese con una grave pandemia.
La sua arrogante "coazione a ripetere", come direbbe Freud, lo rende sleale e inaffidabile.
È inutile fare accordi con lui: prima o poi, tradirà.
Un tempo ha entusiasmato gli elettori, con le sue promesse di riforme che, in realtà, erano controriforme. Oggi è tra le figure più impopolari d'Italia.
Vi ricordate quello che ha fatto le scarpe al suo amico di partito Enrico Letta (Enrico, stai sereno!), perché voleva prenderne il posto di presidente del consiglio?
Ve lo ricordate quello che ha eliminato la tutela dell'articolo18 dello Statuto dei lavoratori e ha aumentato il lavoro precario?
E quello che ha salvato quelle banche che hanno rovinato tantissimi cittadini, che ha salvato la banca di famiglia dell'allora ministro Boschi?
E quello, ancora, che voleva demolire la Costituzione e ha nettamente perduto il relativo referendum, che aveva trasformato sulla sua persona?
E quel bugiardo che aveva solennemente promesso di lasciare la politica, se avesse perduto quel referendum?
E, infine, quello che ha lacerato il Partito Democratico, di cui era stato segretario, facendo la scissione di Italia Viva il giorno dopo della nascita dell'attuale Governo Conte?
È sempre e solo Matteo Renzi! Costui è ancora lì, a scalciare e a creare problemi al Paese.
In un momento così grave e difficile per l'Italia; con una pandemia in atto e con una media di oltre 500 morti al giorno per Covid-19; con imprese e lavoratori in grave e quotidiana difficoltà, l'ultima cosa da fare era provocare una crisi di Governo, con una serie di richieste che avrebbero potuto essere risolte tranquillamente nell'ambito della maggioranza e, perfino, in un patto di legislatura.
Ma quelle richieste, evidentemente, non erano che pretesti, per chi aveva deciso da tempo di far cadere il Governo: Matteo Renzi è fatto così!
Se ne infischia che una caduta del Governo possa creare ostacoli, all'Italia, per ottenere i 230 miliardi del Recovery plan dall'Europa per far ripartire l'economia.
Si disinteressa del fatto che è urgente deliberare un nuovo decreto-ristori per imprese e lavoratori.
Lui si preoccupa solo dei sondaggi, che lo danno sempre più in calo; si preoccupa di aumentare il suo potere d'interdizione in seno al Governo, di essere sempre al centro dell'attenzione sulla stampa e nell'opinione pubblica, di lucrare qualche voto.
Ragion per cui, cada pure il Professor Conte! E ben venga un enorme regalo alla destra!
Forse Renzi ha trovato definitiva ispirazione in Denis Verdini, in carcere per una condanna definitiva a 6 anni e mezzo, suocero di Matteo Salvini, che è stranamente andato a trovare il 23 o 24 dicembre scorso.
O forse, molto più semplicemente, ha stretto un accordo diretto con la destra (non ci sarebbe da stupirsi!).
C'è da auspicare che "il bullo di Firenze" rimanga travolto dalle sue insane e irresponsabili passioni e finisca per rottamare se stesso, cosa che, comunque, avverrebbe se non si trovasse una nuova maggioranza in Parlamento ed il Paese fosse costretto ad andare al voto.
L'Italia non ha bisogno di coloro che mettono i propri interessi davanti agli interessi della collettività, danneggiando il bene comune».