Cronaca
Il Carabiniere biscegliese arrestato rimarrà in carcere
Il militare (come gli altre tre coinvolti nell'inchiesta) si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia
Bisceglie - martedì 23 giugno 2020
14.57
Le quattro persone arrestate dai carabinieri del Comando Provinciale di Bari nei giorni scorsi - compreso il militare dell'Arma biscegliese 51enne in servizio a Giovinazzo - si sono tutte avvalse della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Galesi nel corso degli interrogatori di garanzia.
L'avvocato Mario Malcangi, legale del carabiniere biscegliese ha motivato il silenzio con una «mera questione tecnica» considerati gli stretti tempi intercorsi fra gli arresti e gli interrogatori di lunedì. Nessuno degli avvocati (Massimo Chiusolo per Mario Del Vecchio, ritenuto affiliato al clan Di Cosola e il carabiniere molfettese coinvolto, Maurizio Masellis e Mario Mongelli per il commerciante tratto in arresto), ha quindi chiesto un'attenuazione della misura cautelare, ragione per cui i quattro resteranno agli arresti.
Solo in un secondo momento i difensori valuteranno se sia il caso di ricorrere al Tribunale del Riesame per i quattro arrestati - i due appuntati sono stati trasferiti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, gli altri due nel penitenziario di Bari - accusati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa (taluni in qualità di promotori, gli altri in quella di concorrenti esterni), corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio.
L'avvocato Mario Malcangi, legale del carabiniere biscegliese ha motivato il silenzio con una «mera questione tecnica» considerati gli stretti tempi intercorsi fra gli arresti e gli interrogatori di lunedì. Nessuno degli avvocati (Massimo Chiusolo per Mario Del Vecchio, ritenuto affiliato al clan Di Cosola e il carabiniere molfettese coinvolto, Maurizio Masellis e Mario Mongelli per il commerciante tratto in arresto), ha quindi chiesto un'attenuazione della misura cautelare, ragione per cui i quattro resteranno agli arresti.
Solo in un secondo momento i difensori valuteranno se sia il caso di ricorrere al Tribunale del Riesame per i quattro arrestati - i due appuntati sono stati trasferiti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, gli altri due nel penitenziario di Bari - accusati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa (taluni in qualità di promotori, gli altri in quella di concorrenti esterni), corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio.