Attualità
Il caso della Popolare di Bari fa tremare anche i piccoli azionisti di Bisceglie
Indagati sei dirigenti, per associazione a delinquere, truffa e ostacolo all'attività di vigilanza della Banca d'Italia
Bisceglie - giovedì 31 agosto 2017
Associazione a delinquere, truffa e ostacolo all'attività di vigilanza della Banca d'Italia. Queste le accuse per cinque dirigenti della Banca Popolare di Bari, che conta una frequentata filiale anche a Bisceglie, in via Alcide De Gasperi.
La procura di Bari sta indagando, con due indagini separate, sulla condotta dei vertici dell'istituto di credito nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016, quando la BpB acquistò Tercas, la Cassa risparmio di Teramo e nei bilanci, affidati ad funzionario troppo zelante (in seguito licenziato in tronco), emersero numerose irregolarità.
Nel registro degli indagati sono finiti il presidente Marco Jacobini e i due figli, l'ex dirigente Vincenzo De Bustis (2011-2015), il responsabile della linea contabilità e bilancio Elia Circelli e il dirigente dell'ufficio rischi Antonio Zullo.
Tra le attività su cui il procuratore Roberto Rossi tenta di far luce, quella che più preoccupa le decine di migliaia di piccoli azionisti sparsi in tutto il territorio pugliese, Bisceglie inclusa. Pare che per agevolare alcuni grossi azionisti, gli ordini di vendita dei titoli sarebbero stati inseriti manualmente, senza rispettare l'ordine cronologico e violando così il principio della parità di trattamento dei soci. Alla società barese Debar, ad esempio, dententrice di 430000 azioni della Popolare, sarebbe stato concesso di vendere, già a marzo 2016, ben prima che le stese subissero un deprezzamento del 20%.
I 70000 soci e i 3500 dipendenti che temono il crollo della banca, ora tremano. Sono però molto remote le possibilità che l'impresa, asse importante dell'impalcatura economica del capoluogo e di tutta la Puglia, crolli, pena portare sul lastrico l'intera regione.
La procura di Bari sta indagando, con due indagini separate, sulla condotta dei vertici dell'istituto di credito nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016, quando la BpB acquistò Tercas, la Cassa risparmio di Teramo e nei bilanci, affidati ad funzionario troppo zelante (in seguito licenziato in tronco), emersero numerose irregolarità.
Nel registro degli indagati sono finiti il presidente Marco Jacobini e i due figli, l'ex dirigente Vincenzo De Bustis (2011-2015), il responsabile della linea contabilità e bilancio Elia Circelli e il dirigente dell'ufficio rischi Antonio Zullo.
Tra le attività su cui il procuratore Roberto Rossi tenta di far luce, quella che più preoccupa le decine di migliaia di piccoli azionisti sparsi in tutto il territorio pugliese, Bisceglie inclusa. Pare che per agevolare alcuni grossi azionisti, gli ordini di vendita dei titoli sarebbero stati inseriti manualmente, senza rispettare l'ordine cronologico e violando così il principio della parità di trattamento dei soci. Alla società barese Debar, ad esempio, dententrice di 430000 azioni della Popolare, sarebbe stato concesso di vendere, già a marzo 2016, ben prima che le stese subissero un deprezzamento del 20%.
I 70000 soci e i 3500 dipendenti che temono il crollo della banca, ora tremano. Sono però molto remote le possibilità che l'impresa, asse importante dell'impalcatura economica del capoluogo e di tutta la Puglia, crolli, pena portare sul lastrico l'intera regione.