Cultura
Il celebre traduttore russo Paolo Nori presenta “Una notte al Museo Russo” alle Vecchie Segherie di Bisceglie
L'incontro giovedì 18 aprile alle 20.30
Bisceglie - mercoledì 17 aprile 2024
17.46 Comunicato Stampa
«Una notte al Museo Russo» (editore Laterza, nella collana «Una notte a...) è l'ultimo libro di Paolo Noriche in Italia è il più grande traduttore di letteratura dalla lingua russa, in particolare Gogol e Dostoevskij. Ispirato dal dipinto «La coda» di Sundokov, il volume sarà presentato domani 18 aprile alle 20.30 alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie. A moderare l'autore per la serata, in collaborazione con il Circolo dei Lettori, sarà Donatella di Leo. Nelle pagine di Nori si trovano molteplici aspetti della cultura e della società russa, dai classici ai libri clandestini, alla sede del Kgb, la polizia segreta.
«Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l'Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l'Ermitage, solo che, all'Ermitage, c'è l'arte occidentale, al Museo Russo c'è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell'Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell'Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura».
Così Paolo Nori si racconta e racconta del suo lavoro di studio e ricerca ma soprattutto la sua ammirazione per la lingua, la cultura e la gente russa.
«Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l'Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l'Ermitage, solo che, all'Ermitage, c'è l'arte occidentale, al Museo Russo c'è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell'Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell'Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura».
Così Paolo Nori si racconta e racconta del suo lavoro di studio e ricerca ma soprattutto la sua ammirazione per la lingua, la cultura e la gente russa.