Spettacoli
Il ciclone Biondi travolge l'Arena del Mare
A Bisceglie l’ultima tappa pugliese del Best of Soul tour
Bisceglie - lunedì 21 agosto 2017
10.44
Dopo un susseguirsi di anticicloni estivi (Giuda, Caronte, Lucifero) che hanno surriscaldato la nostra estate è arrivato lui, il "ciclone Biondi", che domenica sera ha inondato l'Arena del Mare con un'alta marea di musica e la sua voce suadente e profonda. Il pubblico delle grandi occasioni, che ha occupato la struttura in ogni ordine di posti, ha sottolineato il proprio gradimento con scrosci di applausi alla fine di ogni brano.
Con questo tour intitolato "Best of Soul", derivato dall'ultimo doppio album inciso per la Sony-Music, Mario Biondi ha festeggiato i primi dieci anni di carriera.
Non è semplice fare una recensione di un artista di tale calibro. Mario, in pochi anni, è riuscito a coinvolgere anche quelli che non hanno particolare confidenza con questo genere di musica, data l'italica preferenza per generi di differente tradizione.
L'artista siciliano ha rappresentato con semplicità il suo percorso musicale. La sua serietà ed il rifiuto di logiche commerciali diverse gli hanno permesso di essere coerente con il suo stile sin dal 2004 quando scrisse il suo primo successo "This is what you are". Il vero lancio lo ottenne nel 2006 quando il famoso dj inglese Norman Jay inserisce a sorpresa questo brano nella scaletta del suo programma alla Bbc1 e la voce di Mario Biondi, prima ancora del suo nome, si diffuse in tutto il vecchio continente facendogli attribuire l'appellativo di "Barry White italiano".
Ed è proprio sulle note della celebre "This is what you are" che Biondi ha cominciato il viaggio nel tempo, raccontandoci in musica l'evoluzione della sua carriera. Spaziando poi dalle frizzanti ed accattivanti note di "Be lovely" e "Love Dreamer" alle più dolci "If" e "Something that was beautiful".
Pochi cellulari a riprendere e pubblico di età molto varia (ventenni come sessantenni), intento a godersi pienamente lo spettacolo anche se spesso è stato faticoso restare seduti e resistere al trascinante ritmo della band composta da Federico Malaman al basso, Alessandro Lugli alla batteria, Max Greco al pianoforte e programmazioni, David Florio (chitarra e percussioni), Marco Scipione al sax, Moris Pradella alla chitarra e Fabio Buonarota alla tromba.
Con un pizzico di orgoglio paterno Mario ha poi presentato le coriste Zoe e Marika, due dei suoi otto figli e la stupenda Serena Carman con la quale ha duettato alla grande.
Biondi si è quindi concesso poi una breve pausa per lasciare spazio anche ai suoi musicisti che con ritmi coinvolgenti e fantastici assoli hanno scatenato applausi a scena aperta.
Il viaggio nella musica è proseguito con brani del 2013 inseriti nell'album Sun. La mitica "Shine on" con musica scritta dal suo pianista Max Greco, "What have you done to me" e la stupenda "Light to my world" incisa con il musicista Al Jarreau, uno dei suoi primi ispiratori. Ci si è abbandonati alla musicalità tribale di "No No Trouble" per passare, successivamente, all'intensa "Ecstasy" o ai ritmi Jazz Samba di "Rio de Janeiro Blues" e "Never die".
Dall'album "Beyond" pubblicato nel 2015, Biondi ha proposto la hit "Love is a temple" ed il brano "All I want is you" scritto con la star statunitense Dee Dee Bridgewater che il pubblico più adulto ricorderà per la sua partecipazione al Festival di Sanremo '90 vinto in coppia con i Pooh con il brano "Uomini soli" inciso in inglese col titolo "Angel of the night".
Biondi non ha mancato inoltre di dedicare ai presenti l'unico brano in italiano da lui inciso "La voglia, la pazzia, l'idea". Ascoltando Mario Biondi dal vivo, ci si rende conto come con artisti del suo calibro la musica italiana possa suonare internazionale. Merito non solo della splendida voce ma del suo approccio alla musica: gentile, divertito, puro.
Ultimo brano per concludere la magnifica serata "Gratitude", ringraziamento a tutti i fans che da dieci anni si sono moltiplicati e continuano ad aumentare.
E la risposta dei presenti non poteva essere che una spettacolare standing ovation.
Con questo tour intitolato "Best of Soul", derivato dall'ultimo doppio album inciso per la Sony-Music, Mario Biondi ha festeggiato i primi dieci anni di carriera.
Non è semplice fare una recensione di un artista di tale calibro. Mario, in pochi anni, è riuscito a coinvolgere anche quelli che non hanno particolare confidenza con questo genere di musica, data l'italica preferenza per generi di differente tradizione.
L'artista siciliano ha rappresentato con semplicità il suo percorso musicale. La sua serietà ed il rifiuto di logiche commerciali diverse gli hanno permesso di essere coerente con il suo stile sin dal 2004 quando scrisse il suo primo successo "This is what you are". Il vero lancio lo ottenne nel 2006 quando il famoso dj inglese Norman Jay inserisce a sorpresa questo brano nella scaletta del suo programma alla Bbc1 e la voce di Mario Biondi, prima ancora del suo nome, si diffuse in tutto il vecchio continente facendogli attribuire l'appellativo di "Barry White italiano".
Ed è proprio sulle note della celebre "This is what you are" che Biondi ha cominciato il viaggio nel tempo, raccontandoci in musica l'evoluzione della sua carriera. Spaziando poi dalle frizzanti ed accattivanti note di "Be lovely" e "Love Dreamer" alle più dolci "If" e "Something that was beautiful".
Pochi cellulari a riprendere e pubblico di età molto varia (ventenni come sessantenni), intento a godersi pienamente lo spettacolo anche se spesso è stato faticoso restare seduti e resistere al trascinante ritmo della band composta da Federico Malaman al basso, Alessandro Lugli alla batteria, Max Greco al pianoforte e programmazioni, David Florio (chitarra e percussioni), Marco Scipione al sax, Moris Pradella alla chitarra e Fabio Buonarota alla tromba.
Con un pizzico di orgoglio paterno Mario ha poi presentato le coriste Zoe e Marika, due dei suoi otto figli e la stupenda Serena Carman con la quale ha duettato alla grande.
Biondi si è quindi concesso poi una breve pausa per lasciare spazio anche ai suoi musicisti che con ritmi coinvolgenti e fantastici assoli hanno scatenato applausi a scena aperta.
Il viaggio nella musica è proseguito con brani del 2013 inseriti nell'album Sun. La mitica "Shine on" con musica scritta dal suo pianista Max Greco, "What have you done to me" e la stupenda "Light to my world" incisa con il musicista Al Jarreau, uno dei suoi primi ispiratori. Ci si è abbandonati alla musicalità tribale di "No No Trouble" per passare, successivamente, all'intensa "Ecstasy" o ai ritmi Jazz Samba di "Rio de Janeiro Blues" e "Never die".
Dall'album "Beyond" pubblicato nel 2015, Biondi ha proposto la hit "Love is a temple" ed il brano "All I want is you" scritto con la star statunitense Dee Dee Bridgewater che il pubblico più adulto ricorderà per la sua partecipazione al Festival di Sanremo '90 vinto in coppia con i Pooh con il brano "Uomini soli" inciso in inglese col titolo "Angel of the night".
Biondi non ha mancato inoltre di dedicare ai presenti l'unico brano in italiano da lui inciso "La voglia, la pazzia, l'idea". Ascoltando Mario Biondi dal vivo, ci si rende conto come con artisti del suo calibro la musica italiana possa suonare internazionale. Merito non solo della splendida voce ma del suo approccio alla musica: gentile, divertito, puro.
Ultimo brano per concludere la magnifica serata "Gratitude", ringraziamento a tutti i fans che da dieci anni si sono moltiplicati e continuano ad aumentare.
E la risposta dei presenti non poteva essere che una spettacolare standing ovation.