Attualità
Il Coordinamento regionale autismo chiede un incontro al presidente Emiliano
«Mancano servizi, strutture e competenze. Il tempo delle attese e della pazienza è finito»
Bisceglie - sabato 8 aprile 2023
8.43
«Il 2 aprile è stata la giornata mondiale di consapevolezza dell'autismo. Una giornata in cui tutto diventa blu, tutti sorridono e tutti parlano di inclusione. Per le famiglie con figli autistici è la consapevolezza che dopo quasi sette anni abbiamo un regolamento regionale che non ha prodotto nemmeno il 10% dei risultati attesi. Servizi mancanti, strutture non accreditate o non avviate per mancanza di personale, perché la Puglia è priva delle competenze richieste dalla stessa Regione». È quanto contenuto nella durissima nota diffusa dal Coordinamento regionale autismo Puglia, di cui fanno parte 18 realtà associative, a margine della giornata dedicata alla consapevolezza sull'autismo.
Il coordinamento presieduto da Maurizio Alloggio, presidente dell'associazione iFun, denuncia una carenza di professionisti del settore: «Mancano logopedisti, educatori sanitari, terapisti della riabilitazione psichiatrica, neuropsichiatri, neuro psicomotricisti. Non è stato avviato alcun percorso per recuperare queste competenze con le università, ma si è pensato di colmare la mancanza con un provvedimento che autorizzi gli psicologi in sostituzione delle professioni sanitarie mancanti. I Centri yterritoriali autismo sono spesso in affanno, ma non hanno mai davvero segnalato le difficoltà nelle quali operano. In tutto questo la posizione delle famiglie non è tenuta in debita considerazione. Co-progettazione e co-programmazione previste dal codice del terzo settore sono una chimera. I nostri suggerimenti e documenti non suscitano interesse nella Regione».
Quanto ai contributi regionali, «sulle modalità di utilizzo ed erogazione dei quali abbiamo più di una perplessità. Non c'è un vero monitoraggio Asl ed una vera rendicontazione delle spese, sia per la parte sanitaria, sia per la parte sociale. Assistiamo da spettatori esterni all'ennesimo annuncio dell'assessore Barone, dopo quelli della legge di bilancio che parla di stanziamenti consistenti, ma non esiste alcuna progettualità e visione del problema, reiterando gli stessi errori da oltre sei anni. E si pensa di finanziare con fondi straordinari l'integrazione scolastica di figure spesso non formate a sufficienza. Un errore enorme».
La posizione del coordinamento è chiara: «Le famiglie si accollano progettualità e servizi, anche sperimentali, senza poter essere veri interlocutori della Regione. Il ministero della salute ha pubblicato un Decreto specifico sull'autismo e la Regione, che fino ad ora è ferma, ha convocato le Asl che, in questi sette anni, non sono mai riuscite ad invertire la rotta. Tutti discutono del futuro delle persone con autismo, tranne chi davvero il problema lo affronta ogni giorno. Non esiste formazione adeguata, servizi adeguati, strutture per gravissimi, vera inclusione lavorativa e sociale per gli adulti, sui quali gravano carenze gravissime, poiché considerati esclusivamente come pazienti psichiatrici, e servizi di presa in carico per bambini e adolescenti. Si pensa alle necessità degli enti e non a quelle degli utenti. Ad oggi ci sono famiglie sotto la gogna di avventurieri e professionisti pseudo competenti che arrivano a far spendere fino a 1500 euro al mese ai poveri malcapitati. Famiglie costrette a vendersi tutto o a rinunciare a qualunque cura». I referenti hanno chiesto un incontro urgente al presidente Michele Emiliano e all'assessore Rosa Barone: «Il tempo delle attese e della pazienza è finito».
Il coordinamento presieduto da Maurizio Alloggio, presidente dell'associazione iFun, denuncia una carenza di professionisti del settore: «Mancano logopedisti, educatori sanitari, terapisti della riabilitazione psichiatrica, neuropsichiatri, neuro psicomotricisti. Non è stato avviato alcun percorso per recuperare queste competenze con le università, ma si è pensato di colmare la mancanza con un provvedimento che autorizzi gli psicologi in sostituzione delle professioni sanitarie mancanti. I Centri yterritoriali autismo sono spesso in affanno, ma non hanno mai davvero segnalato le difficoltà nelle quali operano. In tutto questo la posizione delle famiglie non è tenuta in debita considerazione. Co-progettazione e co-programmazione previste dal codice del terzo settore sono una chimera. I nostri suggerimenti e documenti non suscitano interesse nella Regione».
Quanto ai contributi regionali, «sulle modalità di utilizzo ed erogazione dei quali abbiamo più di una perplessità. Non c'è un vero monitoraggio Asl ed una vera rendicontazione delle spese, sia per la parte sanitaria, sia per la parte sociale. Assistiamo da spettatori esterni all'ennesimo annuncio dell'assessore Barone, dopo quelli della legge di bilancio che parla di stanziamenti consistenti, ma non esiste alcuna progettualità e visione del problema, reiterando gli stessi errori da oltre sei anni. E si pensa di finanziare con fondi straordinari l'integrazione scolastica di figure spesso non formate a sufficienza. Un errore enorme».
La posizione del coordinamento è chiara: «Le famiglie si accollano progettualità e servizi, anche sperimentali, senza poter essere veri interlocutori della Regione. Il ministero della salute ha pubblicato un Decreto specifico sull'autismo e la Regione, che fino ad ora è ferma, ha convocato le Asl che, in questi sette anni, non sono mai riuscite ad invertire la rotta. Tutti discutono del futuro delle persone con autismo, tranne chi davvero il problema lo affronta ogni giorno. Non esiste formazione adeguata, servizi adeguati, strutture per gravissimi, vera inclusione lavorativa e sociale per gli adulti, sui quali gravano carenze gravissime, poiché considerati esclusivamente come pazienti psichiatrici, e servizi di presa in carico per bambini e adolescenti. Si pensa alle necessità degli enti e non a quelle degli utenti. Ad oggi ci sono famiglie sotto la gogna di avventurieri e professionisti pseudo competenti che arrivano a far spendere fino a 1500 euro al mese ai poveri malcapitati. Famiglie costrette a vendersi tutto o a rinunciare a qualunque cura». I referenti hanno chiesto un incontro urgente al presidente Michele Emiliano e all'assessore Rosa Barone: «Il tempo delle attese e della pazienza è finito».