Cultura
"Il costo dell'ignoranza": «Perché tutti i politici si sono mossi per chiedere contributi per il Bisceglie Calcio e nessuno lo fa per la cultura?»
Gli spunti del dibattito organizzato dal Presidio del Libro a Palazzo Tupputi
Bisceglie - venerdì 12 maggio 2017
6.44
Coraggio, rete, confronto. Sono queste le parole chiave del dibattito pubblico tra istituzioni e operatori della cultura che il Presidio del libro di Bisceglie ha voluto dedicare al tema "Il costo dell'ignoranza".
A confrontarsi sul tema, l'editore Giuseppe Laterza, che più volte ha detto la sua con articoli pubblici sul tema, il sindaco Francesco Spina, l'imprenditore e commercialista Alessandro Ricchiuti, il direttore del Teatro Garibaldi Carlo Bruni.
A Palazzo Tupputi, mercoledì 11 maggio, si è affrontato un tema insolito: quello di un'Italia che, pur avendo un patrimonio artistico tra i maggiori del mondo, si distingue per i più bassi consumi culturali d'Europa.
Per Laterza le conseguenze dell'ignoranza sono chiare: stagnazione economica e morale e altra ignoranza che si autoalimenta. La politica, per l'editore, ha il dovere di dare l'esempio, partendo dall'idea di una responsabilità comune da rilanciare.
Di "approccio alla cultura del politico", ha parlato il sindaco Francesco Spina, che ha raccontato la storia dei tanti contenitori culturali recuperati e donati alla città dal comune di Bisceglie negli ultimi anni, attraverso una certosina opera di ricerca di bandi e finanziamenti. «Nonostante tutti i volumi e le copie anastatiche che quest'amministrazione ha finanziato e distribuito ai cittadini, più che alla cultura libraria credo a quella relazionale - ha detto il sindaco Spina. - Troppa gente si crede superiore ed evita il confronto, privilegiando le logiche di appartenenza al buonsenso e al bene comune. Io che non mi credo colto, ho invece sempre accettato il confronto. Chi altri avrebbe dato totale carta bianca ad un operatore culturale nella gestione di un intero sistema teatrale? Pur provenendo da altra estrazione politica, ho lasciato che Carlo Bruni, direttore del Teatro Garibaldi, prendesse ad esempio in mano tutta la gestione di un teatro che è oggi cuore delle politiche culturali permanenti di Bisceglie».
A confermare l'assoluta autonomia di azione, lo stesso Bruni, che vive il teatro «con commozione, un luogo in cui muoversi insieme. Fui sorpreso - ha raccontato - dall'invito del sindaco alla direzione del teatro, dal momento che avevo appena chiuso il rapporto in modo brusco con un altro comune. Poi pensai che proprio il teatro potesse diventare un esercizio per rimettere in moto la comunità che mi aveva dato i natali e a cui tutto sommato ero grato. Pensai potesse essere un modo per rappresentare sul fronte artistico la pluralità delle voci che anima la cultura. Il Sistema Garibaldi non è ancora arrivato alla fase di maturazione totale. Ma ha già lanciato il suo messaggio: vincere l'ignoranza si può, vincendo l'attitudine ad ignorare gli altri e fare da soli».
Poiché fare cultura è un'impresa e come ogni impresa ha i suoi costi, che i semplici acquirenti dei biglietti non ripagano, è quale il ruolo dell'imprenditore? Giusto, come stanno facendo le case di moda, che i finanziamenti alle grandi opere di recupero del passato diventino una forma di promozione?
Bisceglie in pochi anni ha prospettive ribaltate, aperto tanti contenitori contro l'idea di conservazione. Restauri e recuperi per milioni di euro.
A rispondere in modo chiaro alla domanda, Alessandro Ricchiuti, contrario agli "oboli" da parte delle imprese che pretendono un ritorno da ogni investimento: «l'imprenditore è come un padre - ha spiegato - e al di là della paghetta o del regalo di natale, ha l'obbligo di doversi battere per cambiamento a lungo termine, per il bene dei suoi figli. Ci vuole coraggio e crescere non sempre significa avere coraggio. Mi chiedo perché una intera città si sia mossa per dare tributo al Bisceglie Calcio dopo la promozione e perché tutti gli amministratori abbiano iniziato a far pressioni sull'imprenditoria locale affinché supportasse economicamente la squadre. Non ho mai visto tanta passione nei confronti di un'operazione culturale. Se al posto del Bisceglie Calcio ci fosse stato il Presidio del Libro, chi avrebbe mosso un dito?»
A confrontarsi sul tema, l'editore Giuseppe Laterza, che più volte ha detto la sua con articoli pubblici sul tema, il sindaco Francesco Spina, l'imprenditore e commercialista Alessandro Ricchiuti, il direttore del Teatro Garibaldi Carlo Bruni.
A Palazzo Tupputi, mercoledì 11 maggio, si è affrontato un tema insolito: quello di un'Italia che, pur avendo un patrimonio artistico tra i maggiori del mondo, si distingue per i più bassi consumi culturali d'Europa.
Per Laterza le conseguenze dell'ignoranza sono chiare: stagnazione economica e morale e altra ignoranza che si autoalimenta. La politica, per l'editore, ha il dovere di dare l'esempio, partendo dall'idea di una responsabilità comune da rilanciare.
Di "approccio alla cultura del politico", ha parlato il sindaco Francesco Spina, che ha raccontato la storia dei tanti contenitori culturali recuperati e donati alla città dal comune di Bisceglie negli ultimi anni, attraverso una certosina opera di ricerca di bandi e finanziamenti. «Nonostante tutti i volumi e le copie anastatiche che quest'amministrazione ha finanziato e distribuito ai cittadini, più che alla cultura libraria credo a quella relazionale - ha detto il sindaco Spina. - Troppa gente si crede superiore ed evita il confronto, privilegiando le logiche di appartenenza al buonsenso e al bene comune. Io che non mi credo colto, ho invece sempre accettato il confronto. Chi altri avrebbe dato totale carta bianca ad un operatore culturale nella gestione di un intero sistema teatrale? Pur provenendo da altra estrazione politica, ho lasciato che Carlo Bruni, direttore del Teatro Garibaldi, prendesse ad esempio in mano tutta la gestione di un teatro che è oggi cuore delle politiche culturali permanenti di Bisceglie».
A confermare l'assoluta autonomia di azione, lo stesso Bruni, che vive il teatro «con commozione, un luogo in cui muoversi insieme. Fui sorpreso - ha raccontato - dall'invito del sindaco alla direzione del teatro, dal momento che avevo appena chiuso il rapporto in modo brusco con un altro comune. Poi pensai che proprio il teatro potesse diventare un esercizio per rimettere in moto la comunità che mi aveva dato i natali e a cui tutto sommato ero grato. Pensai potesse essere un modo per rappresentare sul fronte artistico la pluralità delle voci che anima la cultura. Il Sistema Garibaldi non è ancora arrivato alla fase di maturazione totale. Ma ha già lanciato il suo messaggio: vincere l'ignoranza si può, vincendo l'attitudine ad ignorare gli altri e fare da soli».
Poiché fare cultura è un'impresa e come ogni impresa ha i suoi costi, che i semplici acquirenti dei biglietti non ripagano, è quale il ruolo dell'imprenditore? Giusto, come stanno facendo le case di moda, che i finanziamenti alle grandi opere di recupero del passato diventino una forma di promozione?
Bisceglie in pochi anni ha prospettive ribaltate, aperto tanti contenitori contro l'idea di conservazione. Restauri e recuperi per milioni di euro.
A rispondere in modo chiaro alla domanda, Alessandro Ricchiuti, contrario agli "oboli" da parte delle imprese che pretendono un ritorno da ogni investimento: «l'imprenditore è come un padre - ha spiegato - e al di là della paghetta o del regalo di natale, ha l'obbligo di doversi battere per cambiamento a lungo termine, per il bene dei suoi figli. Ci vuole coraggio e crescere non sempre significa avere coraggio. Mi chiedo perché una intera città si sia mossa per dare tributo al Bisceglie Calcio dopo la promozione e perché tutti gli amministratori abbiano iniziato a far pressioni sull'imprenditoria locale affinché supportasse economicamente la squadre. Non ho mai visto tanta passione nei confronti di un'operazione culturale. Se al posto del Bisceglie Calcio ci fosse stato il Presidio del Libro, chi avrebbe mosso un dito?»