Cultura
Il fascismo non è mai morto: Luciano Canfora e la coscienza antifascista - INTERVISTA
Una riflessione, quella condotta dal filologo alle Vecchie Segherie Mastrototaro, sull'importanza del "vivere antifascista"
Bisceglie - martedì 10 settembre 2024
10.45
Nella serata di lunedì 9 settembre nella meravigliosa cornice delle Vecchie Segherie Mastrototaro, il professore Luciano Canfora ha presentato al pubblico il suo nuovo libro "Il fascismo non è mai morto". Molti i cittadini e le cittadine che hanno partecipato all'evento patrocinato dalla Sezione di Bisceglie di Anpi.
Durante la discussione, moderata dalla professoressa Elisabetta Todisco e dal politico Nichi Vendola, molti gli spunti di riflessione affrontati: partendo dal problema di un'informazione non sempre trasparente, dal rischio di demagoghi che possano creare sentimenti floridi per ideologie d'odio, sino alla derubricazione del termine antifascismo a reperto archeologico, icona da venerare e non credo politico da professare.
«La storia è ciclica: alcuni processi e dinamiche si ripetono, ma gli esiti non sono sempre uguali. Sta a noi allenare la nostra coscienza antifascista, riuscire a riconoscere il fascismo per determinare un esito diverso. In passato l'elezione diretta di un capo di governo ci ha portato all'istaurazione di un regime: solo questa consapevolezza può salvare il nostro futuro - ha dichiarato Canfora -. Stasera, 9 settembre, cade anche una ricorrenza da non dimenticare: la liberazione dalle truppe fasciste che soggiogavano la città di Bari, avvenuta nel 1943. Qui a Bisceglie abbiamo riflettuto sui problemi che più ci angosciano ma non ne usciamo scoraggiati, bensì rinfrancati».
«L'invito è soprattutto ai giovani, a non derubricare a mere trovate retoriche termini come fascismo e antifascismo. Bisogna non farsi irretire nelle mani di una informazione in alcuni casi capziosa e violenta che non ci consente di guardare in faccia il mondo e le situazioni in cui viviamo in cui poi in alcuni casi rimaniamo imprigionati» ha spiegato la professoressa Elisabetta Todisco, docente di Storia Romana presso l'Università degli Studi Aldo Moro di Bari.
«L'antifascismo non è solo la memoria del passato, ma è invece l'unica memoria possibile per il nostro futuro e dobbiamo prendercene cura» ha poi concluso Nichi Vendola.
Durante la discussione, moderata dalla professoressa Elisabetta Todisco e dal politico Nichi Vendola, molti gli spunti di riflessione affrontati: partendo dal problema di un'informazione non sempre trasparente, dal rischio di demagoghi che possano creare sentimenti floridi per ideologie d'odio, sino alla derubricazione del termine antifascismo a reperto archeologico, icona da venerare e non credo politico da professare.
«La storia è ciclica: alcuni processi e dinamiche si ripetono, ma gli esiti non sono sempre uguali. Sta a noi allenare la nostra coscienza antifascista, riuscire a riconoscere il fascismo per determinare un esito diverso. In passato l'elezione diretta di un capo di governo ci ha portato all'istaurazione di un regime: solo questa consapevolezza può salvare il nostro futuro - ha dichiarato Canfora -. Stasera, 9 settembre, cade anche una ricorrenza da non dimenticare: la liberazione dalle truppe fasciste che soggiogavano la città di Bari, avvenuta nel 1943. Qui a Bisceglie abbiamo riflettuto sui problemi che più ci angosciano ma non ne usciamo scoraggiati, bensì rinfrancati».
«L'invito è soprattutto ai giovani, a non derubricare a mere trovate retoriche termini come fascismo e antifascismo. Bisogna non farsi irretire nelle mani di una informazione in alcuni casi capziosa e violenta che non ci consente di guardare in faccia il mondo e le situazioni in cui viviamo in cui poi in alcuni casi rimaniamo imprigionati» ha spiegato la professoressa Elisabetta Todisco, docente di Storia Romana presso l'Università degli Studi Aldo Moro di Bari.
«L'antifascismo non è solo la memoria del passato, ma è invece l'unica memoria possibile per il nostro futuro e dobbiamo prendercene cura» ha poi concluso Nichi Vendola.