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Il fronte comune dei ristoratori parte da Trani: «Proporre idee concrete alle istituzioni»

Gli esponenti del settore pugliese si sono riuniti coinvolgendo sindacati e associazioni. Del Mastro: «In programma una manifestazione nei limiti della legalità»

La rinascita del settore della ristorazione pugliese parte dalla città di Trani. Questa mattina gli esponenti e le associazioni del settore si sono ritrovati nel ristorante "Corteinfiore" per fare fronte comune e trovare una soluzione alla crisi economica causata dalla pandemia di Coronavirus.

«Il settore ha preso finalmente conoscenza e consapevolezza della propria unità – spiega Gianni Del Mastro, presidente dei ristoratori del centro storico di Bari -. Questa emergenza ci ha dato l'occasione di lasciare da parte le divisioni e l'individualismo del passato, ci siamo riuniti per mettere insieme un'idea che è quella di lottare per cercare di salvare una categoria che è sull'orlo del fallimento. La ristorazione è stata il valore aggiunto in questi anni per l'accreditamento dell'immagine della Puglia nel mondo. La nostra regione da due anni è considerata dalle testate più importanti del mondo la meta preferita dei turchi turisti di tutto il mondo. Il ruolo che ha avuto la gastronomia è fondamentale. Pensare di poter ricostruire l'immagine della Puglia dopo il Covid con un pezzo consistente della nostra categoria che non c'è più è una pura follia. Tutta la filiera è in ginocchio e questa situazione rischia di portare alla chiusura tantissime aziende. Sono circa 150mila le attività del nostro settore presenti in Puglia».



Interviste a cura di Lucia De Mari


I ristori previsti dal governo sono insufficienti e non coprono le spese enormi affrontate dagli imprenditori in questi mesi: «La situazione debitoria si aggrava in maniera considerevole – prosegue Del Mastro -, ci sono a canoni d'affitto da pagare e questo ritardo è un dramma. Abbiamo l'obbligo morale di salvare tutte le realtà, i fondi riservati per lo Stato sono quattro spiccioli. L'opinione pubblica pensa che noi siamo inondati di soldi ma in realtà i ristori non servono nemmeno a coprire il canone di affitto, inoltre dobbiamo pensare anche alle famiglie dei nostri dipendenti che sono in cassa integrazione. Il nostro compito è quello di metterci insieme, prendere coscienza del fatto che insieme abbiamo un potere e una forza maggiore. Dobbiamo battere i pugni e cercare in qualche modo di riuscire a invertire una tendenza che altrimenti ci porterà tutta la chiusura».

I ristoratori hanno teso una mano a due importanti sigle sindacali: la Fiepet di Confesercenti e la Fipe di Confcommercio. Il settore è pronto a scendere in piazza per chiedere udienza alle istituzioni: «Sicuramente ci sarà una manifestazione – conclude Del Mastro -, ma resteremo sempre nei limiti della legalità. Non intendiamo contravvenire alla legge o fare azioni violente che ci potrebbero esporre ad un giudizio negativo dell'opinione pubblica. Oltre ai sindacati abbiamo cercato di coinvolgere singole associazioni di stampo territoriale: tutti insieme dobbiamo elaborare proposte concrete nei confronti di chi fino ad ora non ci ha tenuto in considerazione. Vogliamo dare un contributo per trovare delle soluzioni concrete».
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