Politica
Il ministro Boccia: «La scuola non è oggetto di autonomia differenziata»
L'esponente dem biscegliese ha partecipato a un dibattito al liceo "Cafiero" di Barletta
Italia - martedì 3 marzo 2020
Il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha partecipato a un incontro nell'auditorium del liceo "Cafiero" di Barletta sul tema dell'autonomia scolastica.
«Le complessità che stiamo vivendo in questi giorni per il Coronavirus ribadiscono che serve uno stato forte e snello» ha commentato l'esponente biscegliese del Partito Democratico. «L'autonomia concepita da tutta la Costituzione nel suo insieme deve farci arrivare lì e cioé con uno Stato forte e snello che nei casi di emergenza nazionale dice una cosa e gli altri rispondono sì e la si fa in tempo reale.
L'organizzazione dei servizi dev'essere territoriale perché, per esempio, è impossibile pensare che da Roma si possa gestire un ospedale a Belluno o a Barletta» ha aggiunto.
«La scuola non è oggetto di autonomia differenziata e voglio precisarlo, perché si è fatta tanta propaganda, in alcuni casi sgradevole. La scuola è una delle quattro materie oggetto di discussione in Parlamento ma non è mai stata messa in discussione né l'unità della scuola né l'ipotesi di regionalizzarla: questo è un tema tutto politico posto solo dalla regione Lombardia» ha rilevato.
«Non voglio scomodare don Sturzo, ma è di là che dobbiamo partire e questo vuol dire che sul plesso scolastico di un comune non decide l'algoritmo di Roma, decide il sindaco. Non dici più "Ci sono 22 studenti o 23 in una classe, la dobbiamo chiudere": questa cosa, se si attua l'autonomia secondo la nostra Costituzione, non succede più perché se dai un range e dici al sindaco che stai chiudendo un servizio, il sindaco lo riferisce al presidente della regione, che trova le risorse nella programmazione col governo centrale per evitare di chiudere quella scuola, perché, soprattutto in un'area interna, chiudere la scuola significa togliere la vita a una comunità» ha concluso Francesco Boccia.
«Le complessità che stiamo vivendo in questi giorni per il Coronavirus ribadiscono che serve uno stato forte e snello» ha commentato l'esponente biscegliese del Partito Democratico. «L'autonomia concepita da tutta la Costituzione nel suo insieme deve farci arrivare lì e cioé con uno Stato forte e snello che nei casi di emergenza nazionale dice una cosa e gli altri rispondono sì e la si fa in tempo reale.
L'organizzazione dei servizi dev'essere territoriale perché, per esempio, è impossibile pensare che da Roma si possa gestire un ospedale a Belluno o a Barletta» ha aggiunto.
«La scuola non è oggetto di autonomia differenziata e voglio precisarlo, perché si è fatta tanta propaganda, in alcuni casi sgradevole. La scuola è una delle quattro materie oggetto di discussione in Parlamento ma non è mai stata messa in discussione né l'unità della scuola né l'ipotesi di regionalizzarla: questo è un tema tutto politico posto solo dalla regione Lombardia» ha rilevato.
«Non voglio scomodare don Sturzo, ma è di là che dobbiamo partire e questo vuol dire che sul plesso scolastico di un comune non decide l'algoritmo di Roma, decide il sindaco. Non dici più "Ci sono 22 studenti o 23 in una classe, la dobbiamo chiudere": questa cosa, se si attua l'autonomia secondo la nostra Costituzione, non succede più perché se dai un range e dici al sindaco che stai chiudendo un servizio, il sindaco lo riferisce al presidente della regione, che trova le risorse nella programmazione col governo centrale per evitare di chiudere quella scuola, perché, soprattutto in un'area interna, chiudere la scuola significa togliere la vita a una comunità» ha concluso Francesco Boccia.