Nessun ripensamento, nessuna proroga. È un secco e categorico "niet" quello pronunciato in forma privata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in risposta alla richiesta rivoltagli da
Angelantonio Angarano, Giovanna Bruno, Cosimo Cannito e
Michele Patruno di posticipare di alcune ore il passaggio dei quattro comuni in zona arancione. Una posizione inflessibile, mantenuta senza alcun tentennamento, al punto da lasciare letteralmente di stucco i sindaci di Bisceglie, Andria, Barletta e Spinazzola, presi in contropiede dalla graniticità del capo della Giunta regionale e costretti finanche a modificare la loro nota congiunta, ammordibendone i toni. Tutto inutile: l'ordinanza è entrata in vigore alla mezzanotte di martedì 8 dicembre.
Danni ingenti per un comparto della ristorazione già provato
La proposta di rinvio era trapelata nel corso di una riunione in videoconferenza tenutasi nel tardo pomeriggio di lunedì 7 dicembre tra gli amministratori locali, a seguito delle
furibonde proteste di commercianti e (soprattutto) ristoratori, nei confronti dei quali gli effetti del provvedimento si sono abbattuti con pesantissime conseguenze sotto il profilo economico. Diversi titolari di pubblici esercizi (pizzerie, ristoranti, pasticcerie) avevano effettuato acquisti anche per diverse centinaia di euro, richiamato al lavoro il personale e in qualche caso addirittura già cominciato le preparazioni in vista di un servizio ai tavoli consentito in regime di zona gialla. Tutto cancellato, comprese le prenotazioni raccolte fino a quel momento, dall'ordinanza n° 448 le cui ripercussioni, anche sul piano psicologico e per il futuro, non sono da sottovalutare.
Ordinanza regionale non scavalcabile
I Sindaci non possono esercitare alcuna leva per rendere più tenui i contenuti delle decisioni assunte dalla Regione mentre al contrario hanno l'opportunità di intervenie in modo più restrittivo. Le
attività commerciali di Bisceglie e delle altre 19 citttà cadute in zona arancione tra Bat, Capitanata e Murgia barese non effettueranno quindi servizio ai tavoli almeno fino a lunedì 14 dicembre. Non sarà consentito, di fatto, pranzare comodamente seduti in un locale di Bisceglie mentre nelle confinanti Trani e Molfetta, per esempio, tutto ciò sarà permesso ma non ai cittadini biscegliesi, cui sono vietati persino gli spostamenti in altri comuni salvo comprovate esigenze lavorative e di salute.