Politica
Il Pci di Bisceglie non parteciperà alle primarie dem
«Presteremo particolare attenzione all'esito»
Bisceglie - venerdì 28 aprile 2017
8.37
Il Pci di Bisceglie non parteciperà alle primarie di domenica per l'elezione del segretario e dei componenti dell'assemblea nazionale del Partito Democratico. La decisione assunta dai dirigenti della sezione "Antonio Gramsci" di via Cialdini è coerente col comportamento già osservato nelle precedenti occasioni di confronto interno. Il risultato della consultazione in città sarà comunque valutato da Franco Napoletano e compagni, che nelle scorse settimane hanno mostrato la loro disponibilità a future primarie di coalizione per l'individuazione del candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative.
«L'etica che da sempre ci contraddistingue ci impone di non interferire nelle vicende interne di altri partiti. Noi comunisti tuttavia presteremo particolare attenzione all'esito delle primarie in considerazione dei risvolti che potrebbero esserci sulla prospettiva politica, sia a livello nazionale che locale.
Non appare superfluo, però, ricordare ai cittadini che l'ex premier Renzi è colui che ha imposto pseudo riforme (vedi Jobs Act e c.d. Buona Scuola), degne del peggior governo di destra.
Significativa è la sonora bocciatura rimediata dal PD a Roma, Torino, Napoli, Liguria e, soprattutto, al referendum del 4 dicembre 2016, che avrebbe dovuto stravolgere la Costituzione, la cui lezione non sembra essere stata ancora recepita.
Come se non bastasse, Renzi ha la responsabilità della scissione del suo stesso partito, nell'intento di trasformare il Pd in un partito personale e centrista, snaturandolo e rompendo ogni dialogo con la sinistra e, soprattutto, con i lavoratori, con i giovani e con i ceti più deboli del paese.
Questa conduzione personalistica ha portato il Pd a preferire il centrodestra di Alfano e di Verdini come alleato strategico ed a prefigurare alleanze future di governo perfino con Forza Italia e Berlusconi.
Diverso potrebbe essere lo scenario in caso di grande affermazione del Presidente della nostra regione Michele Emiliano, l'antagonista più netto di Renzi.
Con Emiliano sarebbe più possibile instaurare un dialogo e tentare di costruire un rapporto unitario a sinistra, di cui il paese avrebbe urgente bisogno.
Con la consapevolezza della distinzione tra livelli nazionali e locali, attendiamo il 30 aprile per comprendere, anche a Bisceglie, quali margini vi siano per un percorso unitario con il Pd, da noi auspicato da tempo o se, al contrario, bisognerà costruire scenari alternativi, per dare una scossa ad una Città e ad un Paese paralizzati da tesseramenti e da guerre intestine del partito di maggioranza».
«L'etica che da sempre ci contraddistingue ci impone di non interferire nelle vicende interne di altri partiti. Noi comunisti tuttavia presteremo particolare attenzione all'esito delle primarie in considerazione dei risvolti che potrebbero esserci sulla prospettiva politica, sia a livello nazionale che locale.
Non appare superfluo, però, ricordare ai cittadini che l'ex premier Renzi è colui che ha imposto pseudo riforme (vedi Jobs Act e c.d. Buona Scuola), degne del peggior governo di destra.
Significativa è la sonora bocciatura rimediata dal PD a Roma, Torino, Napoli, Liguria e, soprattutto, al referendum del 4 dicembre 2016, che avrebbe dovuto stravolgere la Costituzione, la cui lezione non sembra essere stata ancora recepita.
Come se non bastasse, Renzi ha la responsabilità della scissione del suo stesso partito, nell'intento di trasformare il Pd in un partito personale e centrista, snaturandolo e rompendo ogni dialogo con la sinistra e, soprattutto, con i lavoratori, con i giovani e con i ceti più deboli del paese.
Questa conduzione personalistica ha portato il Pd a preferire il centrodestra di Alfano e di Verdini come alleato strategico ed a prefigurare alleanze future di governo perfino con Forza Italia e Berlusconi.
Diverso potrebbe essere lo scenario in caso di grande affermazione del Presidente della nostra regione Michele Emiliano, l'antagonista più netto di Renzi.
Con Emiliano sarebbe più possibile instaurare un dialogo e tentare di costruire un rapporto unitario a sinistra, di cui il paese avrebbe urgente bisogno.
Con la consapevolezza della distinzione tra livelli nazionali e locali, attendiamo il 30 aprile per comprendere, anche a Bisceglie, quali margini vi siano per un percorso unitario con il Pd, da noi auspicato da tempo o se, al contrario, bisognerà costruire scenari alternativi, per dare una scossa ad una Città e ad un Paese paralizzati da tesseramenti e da guerre intestine del partito di maggioranza».