Territorio
«Il Piano comunale delle coste è da riscrivere»
Le osservazioni di Pro Natura
Bisceglie - lunedì 14 marzo 2022
8.11
La Giunta di Bisceglie ha adottato, tramite la delibera n° 28 dei giorni scorsi, un nuovo Piano comunale delle coste. La sezione locale della Federazione Pro Natura, guidata dal bilogo Mauro Sasso, ha diffuso una serie di osservazioni sintetizzate in un documento nel quale sono rimarcate le criticità e suggerite le azioni da intraprendere,: il testo è stato inviato, sottoforma di istanza, alle varie autorità competenti affinché l'iter sia sottoposto a revisione. L'associazione si è perciò rivolta alla presidenza della Regione Puglia, all'assessorato e agli uffici competenti, all'Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), alla Soprintendenza, all'Ufficio locale marittimo e alla Ripartizione tecnica del Comune di Bisceglie.
«Il Piano comunale delle coste rappresenta un'occasione per superare la fase di utilizzo irrazionale delle risorse costiere ed è uno strumento oramai indispensabile per favorire lo sviluppo imprenditoriale e l'uso a fini turistici del territorio, con l'obbiettivo primario della salvaguardia del territorio e della difesa dei diritti dei cittadini» hanno spiegato da Pro Natura. «La costa di Levante è sottoposta a vincoli di tutela ambientale, paesaggistica e faunistica in considerazione dell'Area Marina Protetta di reperimento "Grotte di Ripalta Torre Calderina", del geosito Ispra "Grotte di Ripalta", dell'Oasi di protezione "Torre Calderina", del decreto "Galassino" e del Piano paesistico della Regione Puglia. Tuttavia il Pcc, pur facendo ampio e diffuso riferimento agli aspetti naturalistici, effettua previsioni strategiche sulla base di analisi ambientali delle componenti biotiche costiere (flora e fauna marina e terrestre, ecosistemi) scarne e in taluni casi lacunose» è l'analisi dell'associazione.
«Quando il Piano delle coste teorizza gli interventi di "rifornimento artificiale delle spiagge" e i "Piani strategici" sembra non considerare l'unicità ambientale della costa e incorre in clamorose sviste. Riscontriamo inesattezze nell'individuazione delle Grotte di Ripalta e la loro la loro georeferenziazione non corrisponde a quanto riportato nel catasto regionale» hanno addirittura sottolineato da Pro Natura. «Qualsiasi "ripascimento artificiale" che preveda l'apporto di materiale lapideo o il consolidamento della falesia si configurerebbe come un mero intervento di denaturalizzazione perché interferirebbe con il ciclo, completamente naturale, di formazione delle stupende spiagge a ciottoli, tipici della costa biscegliese, e sconvolgerebbe l'attuale conformazione del paesaggio costiero e le sue peculiari caratteristiche ambientali» hanno evidenziato.
Gli ambientalisti non sono convinti nemmeno «di lavori analoghi realizzati sulla litoranea di Ponente, che presenta una situazione vincolistica, paesaggistica, ambientale e strutturale diversa da quella della costa di Levante». Molti dubbi sono stati espressi sui progetti PS4 (Zona San Francesco – BiMarmi) e PS5 (Cala del Pantano) «che non si coordinano con altri strumenti urbanistici e altre situazioni esistenti» in quanto le predisposizioni del Piano paesistico regionale sarebbero in contrasto con quanto si sta realizzando. Un esempio è la famigerata vicenda della maglia 165 di Piano regolatore sulla quale persiste la contraddizione più evidente. Pro Natura ha rimarcato anche l'opinione secondo la quale l'analisi ambientale fornita nel Piano comunale delle coste non terrebbe conto di numerosi dati «necessari per caratterizzare gli ambienti costieri» riguardo la presenza di alcune specie protette in alcuni tratti. La richiesta è chiara: «Bisogna revisionare le previsioni di utilizzo della costa tra Bisceglie e Molfetta in quanto il Piano non approfondisce questi aspetti».
Mauro Sasso ha esortato la riapertura della discussione sul Piano comunale delle coste anche attraverso la concertazione nella Consulta dell'ambiente. «L'Associazione Pro Natura in questi anni ha offerto la sua collaborazione e ha presentato le sue "Proposte rigenerazione urbana di Bisceglie" e, nel 2018, un dettagliato progetto di riqualificazione della pista ciclabile delle Grotte di Ripalta che dovrebbero essere accolte ed integrate nel Piano».
«Il Piano comunale delle coste rappresenta un'occasione per superare la fase di utilizzo irrazionale delle risorse costiere ed è uno strumento oramai indispensabile per favorire lo sviluppo imprenditoriale e l'uso a fini turistici del territorio, con l'obbiettivo primario della salvaguardia del territorio e della difesa dei diritti dei cittadini» hanno spiegato da Pro Natura. «La costa di Levante è sottoposta a vincoli di tutela ambientale, paesaggistica e faunistica in considerazione dell'Area Marina Protetta di reperimento "Grotte di Ripalta Torre Calderina", del geosito Ispra "Grotte di Ripalta", dell'Oasi di protezione "Torre Calderina", del decreto "Galassino" e del Piano paesistico della Regione Puglia. Tuttavia il Pcc, pur facendo ampio e diffuso riferimento agli aspetti naturalistici, effettua previsioni strategiche sulla base di analisi ambientali delle componenti biotiche costiere (flora e fauna marina e terrestre, ecosistemi) scarne e in taluni casi lacunose» è l'analisi dell'associazione.
«Quando il Piano delle coste teorizza gli interventi di "rifornimento artificiale delle spiagge" e i "Piani strategici" sembra non considerare l'unicità ambientale della costa e incorre in clamorose sviste. Riscontriamo inesattezze nell'individuazione delle Grotte di Ripalta e la loro la loro georeferenziazione non corrisponde a quanto riportato nel catasto regionale» hanno addirittura sottolineato da Pro Natura. «Qualsiasi "ripascimento artificiale" che preveda l'apporto di materiale lapideo o il consolidamento della falesia si configurerebbe come un mero intervento di denaturalizzazione perché interferirebbe con il ciclo, completamente naturale, di formazione delle stupende spiagge a ciottoli, tipici della costa biscegliese, e sconvolgerebbe l'attuale conformazione del paesaggio costiero e le sue peculiari caratteristiche ambientali» hanno evidenziato.
Gli ambientalisti non sono convinti nemmeno «di lavori analoghi realizzati sulla litoranea di Ponente, che presenta una situazione vincolistica, paesaggistica, ambientale e strutturale diversa da quella della costa di Levante». Molti dubbi sono stati espressi sui progetti PS4 (Zona San Francesco – BiMarmi) e PS5 (Cala del Pantano) «che non si coordinano con altri strumenti urbanistici e altre situazioni esistenti» in quanto le predisposizioni del Piano paesistico regionale sarebbero in contrasto con quanto si sta realizzando. Un esempio è la famigerata vicenda della maglia 165 di Piano regolatore sulla quale persiste la contraddizione più evidente. Pro Natura ha rimarcato anche l'opinione secondo la quale l'analisi ambientale fornita nel Piano comunale delle coste non terrebbe conto di numerosi dati «necessari per caratterizzare gli ambienti costieri» riguardo la presenza di alcune specie protette in alcuni tratti. La richiesta è chiara: «Bisogna revisionare le previsioni di utilizzo della costa tra Bisceglie e Molfetta in quanto il Piano non approfondisce questi aspetti».
Mauro Sasso ha esortato la riapertura della discussione sul Piano comunale delle coste anche attraverso la concertazione nella Consulta dell'ambiente. «L'Associazione Pro Natura in questi anni ha offerto la sua collaborazione e ha presentato le sue "Proposte rigenerazione urbana di Bisceglie" e, nel 2018, un dettagliato progetto di riqualificazione della pista ciclabile delle Grotte di Ripalta che dovrebbero essere accolte ed integrate nel Piano».