Cronaca
Il pm Scimè coinvolto nell'inchiesta della Procura di Lecce
Avrebbe ricevuto 75 mila euro dall'imprenditore D'Introno
BAT - mercoledì 24 aprile 2019
8.17
Luigi Scimè, magistrato in servizio alla Corte d'appello di Salerno ma in passato pm a Trani, è coinvolto nell'inchiesta della Procura di Lecce che riguarda anche i colleghi Antonio Savasta (poi dimessosi dalla magistratura) e Michele Nardi, l'imprenditore Flavio D'Introno, il poliziotto Vincenzo Di Chiaro e l'avvocato Simona Cuomo. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti salentini, Scimè avrebbe ricevuto 75 mila euro dall'imprenditore D'Introno in tre diverse tranches per alcuni procedimenti penali che lo vedevano direttamente coinvolto. La Procura di Lecce contesta a Scimè il reato di corruzione in concorso.
Gli episodi ricostruiti dai magistrati salentini, anche grazie alle dichiarazioni rese dopo l'arresto da alcuni co-indagati, riguardano quattro diversi procedimenti penali istruiti dalla Procura di Trani tra il 2012 e il 2016.
In un'occasione Scimè, preparando la requisitoria con Savasta di un processo a carico di D'Introno del quale era titolare, formulò - secondo l'accusa su esplicita richiesta di Nardi - "richiesta parziale di assoluzione e di condanna per una parte dei reati per i quali i magistrati ritenevano di poter giungere ad una declaratoria di prescrizione nelle successive fasi di giudizio", ottenendo in cambio 30 mila euro. In un altro processo chiese il rinvio a giudizio per calunnia nei confronti di due accusatori di D'Introno (ottenendo una presunta tangente di 15 mila euro). Ancora, chiese l'archiviazione di due procedimenti relativi all'incendio di due ville di proprietà della moglie dell'imprenditore e al danneggiamento di una delle due ville (in cambio di 30 mila euro complessivi), "sì da favorire D'Introno il quale aveva interesse ad una rapida liquidazione dell'indennizzo da parte dell'assicurazione".
Gli episodi ricostruiti dai magistrati salentini, anche grazie alle dichiarazioni rese dopo l'arresto da alcuni co-indagati, riguardano quattro diversi procedimenti penali istruiti dalla Procura di Trani tra il 2012 e il 2016.
In un'occasione Scimè, preparando la requisitoria con Savasta di un processo a carico di D'Introno del quale era titolare, formulò - secondo l'accusa su esplicita richiesta di Nardi - "richiesta parziale di assoluzione e di condanna per una parte dei reati per i quali i magistrati ritenevano di poter giungere ad una declaratoria di prescrizione nelle successive fasi di giudizio", ottenendo in cambio 30 mila euro. In un altro processo chiese il rinvio a giudizio per calunnia nei confronti di due accusatori di D'Introno (ottenendo una presunta tangente di 15 mila euro). Ancora, chiese l'archiviazione di due procedimenti relativi all'incendio di due ville di proprietà della moglie dell'imprenditore e al danneggiamento di una delle due ville (in cambio di 30 mila euro complessivi), "sì da favorire D'Introno il quale aveva interesse ad una rapida liquidazione dell'indennizzo da parte dell'assicurazione".