Attualità
Il report di Oasi 2 sull'accoglienza a Bisceglie e nel territorio
Esiti in linea con la media nazionale
Bisceglie - mercoledì 11 luglio 2018
9.57
L'accoglienza è un tema decisamente delicato e attuale. La necessità di contribuire a fare chiarezza sugli sviluppi concreti dei fenomeni migratori ha spinto la Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, che gestisce da diversi anni strutture nelle quali confluiscono persone richiedenti protezione internazionale, a realizzare un report dettagliato delle attività svolte e dei risultati conseguiti in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
Gli esiti sono stati presentati lunedì 9 luglio nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso Villa San Giuseppe, il Centro di accoglienza straordinaria aperto nel settembre 2014 in territorio biscegliese. «Non solo parole ma gesti concreti» il paradigma scandito da Debora Ciliento, assessore ai servizi sociali del comune di Trani durante la presentazione dei dati. «È importante prestare attenzione alle singole storie» ha aggiunto.
La Comunità Oasi 2 gestisce, dall'agosto 2016, due progetti territoriali di accoglienza integrata inclusi nella rete Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) nel comune di Molfetta e per l'ambito territoriale Trani-Bisceglie e dall'agosto 2017 ha assunto la guida del progetto Sprar anche sul territorio di Barletta. Gli interventi, finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, comprendono l'accoglienza integrata: un sistema che non si limita alla mera distribuzione di vitto e alloggio. Misure di accompagnamento, assistenza e orientamento tramite la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico caratterizzano il progetto.
«Totale disponibilità da parte della nuova amministrazione comunale di Bisceglie a collaborare con Oasi 2» è stata espressa dal consigliere comunale Roberta Rigante, intervenuta all'iniziativa in luogo del sindaco Angelantonio Angarano, impegnato in regione. «Trascorso il periodo di rodaggio saremo senza alcun indugio al vostro fianco. Non è certo un caso e per noi è un onore che il prezioso lavoro della Comunità si sviluppi anche e soprattutto sul territorio biscegliese» ha rimarcato l'esponente della maggioranza civica.
Il Centro di accoglienza straordinaria di Villa San Giuseppe ha accolto esclusivamente uomini di età media intorno ai 25 anni, compresi 13 minorenni al momento del loro arrivo a Bisceglie.
«Ci sentiamo connessi alle istituzioni in ragione del reciproco riconoscimento del lavoro compiuto sul territorio» ha spiegato Gianpietro Losapio, presidente della Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, richiamando l'attenzione sul tema della mobilità umana. «Si calcola che i rifugiati nel mondo siano 65 milioni e l'Italia ne ha accolti alcune centinaia di migliaia. Sprechiamo meno parole e lasciamo piuttosto parlare le pratiche della buona accoglienza» ha sottolineato.
Fra tutti coloro che hanno presentato ricorso presso il Tribunale civile (78 in totale), il 46% ha successivamente ottenuto protezione umanitaria, il 4% protezione sussidiaria, il 23% un ulteriore diniego mentre il 27% ha ancora il procedimento in corso.
La permanenza media presso il Cas di Villa San Giuseppe è di 260 giorni (9 mesi circa). Il 56% di coloro che sono stati accolti fra il 2014 e il 2017 ha abbandonato la struttura biscegliese prima di avviare qualsiasi richiesta di protezione internazionale.
Ottenuto il permesso di soggiorno il 22% delle persone accolte è stato coinvolto in progetti Sprar. 40 di essi hanno trovato una seconda accoglienza presso strutture gestite da Oasi 2 e in 24 hanno concluso il percorso con risultati confortanti: sei di essi abitano e lavorano fra Molfetta, Bisceglie, Trani e Barletta, tre si sono trasferiti in un'altra città italiana, sei sono andati a vivere all'estero.
Gli esiti sono stati presentati lunedì 9 luglio nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso Villa San Giuseppe, il Centro di accoglienza straordinaria aperto nel settembre 2014 in territorio biscegliese. «Non solo parole ma gesti concreti» il paradigma scandito da Debora Ciliento, assessore ai servizi sociali del comune di Trani durante la presentazione dei dati. «È importante prestare attenzione alle singole storie» ha aggiunto.
La Comunità Oasi 2 gestisce, dall'agosto 2016, due progetti territoriali di accoglienza integrata inclusi nella rete Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) nel comune di Molfetta e per l'ambito territoriale Trani-Bisceglie e dall'agosto 2017 ha assunto la guida del progetto Sprar anche sul territorio di Barletta. Gli interventi, finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, comprendono l'accoglienza integrata: un sistema che non si limita alla mera distribuzione di vitto e alloggio. Misure di accompagnamento, assistenza e orientamento tramite la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico caratterizzano il progetto.
«Totale disponibilità da parte della nuova amministrazione comunale di Bisceglie a collaborare con Oasi 2» è stata espressa dal consigliere comunale Roberta Rigante, intervenuta all'iniziativa in luogo del sindaco Angelantonio Angarano, impegnato in regione. «Trascorso il periodo di rodaggio saremo senza alcun indugio al vostro fianco. Non è certo un caso e per noi è un onore che il prezioso lavoro della Comunità si sviluppi anche e soprattutto sul territorio biscegliese» ha rimarcato l'esponente della maggioranza civica.
LE CIFRE DELL'ACCOGLIENZA
Nel periodo compreso fra settembre 2014 e dicembre 2017 sono state accolte, nel complesso delle strutture in gestione alla Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, 523 persone richiedenti e titolari di protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria, 371 delle quali richiedenti asilo e 152 beneficiari dei progetti territoriali Sprar. La maggioranza di essi è di sesso maschile (87%), l'età media 24 anni, i minori giunti al seguito dei genitori 17. Nigeria, Pakistan, Mali, Eritrea e Somalia gli stati più rappresentati: il 77% delle persone accolte è africana, il 23% è costituito da asiatici. Un dato in linea con la media nazionale.Il Centro di accoglienza straordinaria di Villa San Giuseppe ha accolto esclusivamente uomini di età media intorno ai 25 anni, compresi 13 minorenni al momento del loro arrivo a Bisceglie.
«Ci sentiamo connessi alle istituzioni in ragione del reciproco riconoscimento del lavoro compiuto sul territorio» ha spiegato Gianpietro Losapio, presidente della Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, richiamando l'attenzione sul tema della mobilità umana. «Si calcola che i rifugiati nel mondo siano 65 milioni e l'Italia ne ha accolti alcune centinaia di migliaia. Sprechiamo meno parole e lasciamo piuttosto parlare le pratiche della buona accoglienza» ha sottolineato.
LE STORIE POSITIVE DI INSERIMENTO NEL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO
Il 71% degli individui accolti nel Centro di accoglienza straordinaria di Villa San Giuseppe ha ricevuto risposta negativa da parte della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale; il 12% ha ricevuto invece un diniego con protezione umanitaria, il 14% la protezione sussidiaria mentre ad appena il 3% è stata riconosciuta la protezione internazionale.Fra tutti coloro che hanno presentato ricorso presso il Tribunale civile (78 in totale), il 46% ha successivamente ottenuto protezione umanitaria, il 4% protezione sussidiaria, il 23% un ulteriore diniego mentre il 27% ha ancora il procedimento in corso.
La permanenza media presso il Cas di Villa San Giuseppe è di 260 giorni (9 mesi circa). Il 56% di coloro che sono stati accolti fra il 2014 e il 2017 ha abbandonato la struttura biscegliese prima di avviare qualsiasi richiesta di protezione internazionale.
Ottenuto il permesso di soggiorno il 22% delle persone accolte è stato coinvolto in progetti Sprar. 40 di essi hanno trovato una seconda accoglienza presso strutture gestite da Oasi 2 e in 24 hanno concluso il percorso con risultati confortanti: sei di essi abitano e lavorano fra Molfetta, Bisceglie, Trani e Barletta, tre si sono trasferiti in un'altra città italiana, sei sono andati a vivere all'estero.