«Pronto a consegnare le chiavi del mio bar»
La lettera aperta del titolare di Piazza Grande al sindaco Angarano: «Si faccia portavoce delle nostre istanze»
Caro sindaco,
quando un imprenditore arriva soltanto a immaginare di poter rinunciare al lavoro di una vita e a compiere un gesto così grave per quanto simbolico, come la consegna delle chiavi del proprio locale, lo fa perché mosso soltanto dall'istinto di sopravvivenza.
Nessuna appartenenza politica, nessun credo ideologico, nessun intento speculativo; soltanto amarezza, sofferenza e paura ci spingono a indirizzare a lei le nostre disperate richieste di aiuto, non solo quale destinatario diretto di alcune di esse, ma soprattutto per investirla del delicato ruolo di portavoce delle nostre istanze presso le sedi istituzionali regionali e nazionali.
Lei conosce perfettamente la realtà socio-economica della nostra città e della nostra provincia, e sa bene con quanta dignità abbiamo sempre portato avanti le nostre attività in un territorio difficile, a cui anche lei sta cercando di dare un impulso produttivo e turistico.
Ora, di fronte a questa terribile emergenza, stiamo assistendo inermi alla distruzione dei nostri progetti.
È come se un terremoto colpisse un centro abitato di case già vecchie e logore: i danni sono maggiori che altrove, la ricostruzione e la rinascita più difficili.
Abbiamo individuato una serie di misure che, rispettando i limiti imposti dall'emergenza sanitaria, ci potrebbero consentire di provare a salvare il nostro lavoro, quello dei nostri dipendenti e ridare il sorriso oramai spento a tante famiglie preoccupate.
Come sempre noi faremo la nostra parte, con la tenacia e la caparbietà che contraddistinguono il popolo biscegliese. Ma riaprire per il suicidio di molti, davvero no!
Le istituzioni, questa volta, facciano la loro parte».