Cronaca
Immobile e box intestati alla sorella di un narcotrafficante messi sotto sequestro dalla Polizia
Intervento effettuato su disposizione del Tribunale di Milano
Bisceglie - martedì 20 ottobre 2020
14.00
È stato eseguito dagli agenti della Questura di Bari, nella giornata di lunedì, il sequestro disposto dal Tribunale di Milano di un immobile in via Taranto, a Bisceglie, intestato alla sorella del 47enne Francesco Massimiliano Cauchi.
L'uomo è ritenuto uno dei principali esponenti del narcotraffico milanese ed è stato condannato per aver importato dall'estero enormi quantitativi di droga, principalmente hashish.
L'intervento segue quello già effettuato lo scorso 20 luglio con cui – grazie agli approfondimenti patrimoniali della Divisione anticrimine del capoluogo lombardo – erano stati posti sotto sequestro, nel milanese, oltre 17 milioni di euro in contanti, rinvenuti nascosti in un'intercapedine muraria all'interno dell'abitazione di suo padre.
Le successive indagini sui familiari di Cauchi, definiti «pienamente consapevoli e coinvolti nelle sue attività delittuose» hanno accertato che sua sorella aveva stipulato alcune compravendite immobiliari contraendo dei mutui pagati con sospette iniezioni di liquidità in contanti – dai 3000 ai 5000 euro – sul suo conto corrente, somme del tutto ingiustificabili se raffrontate ai suoi normalissimi redditi di cassiera in un supermercato.
Il Tribunale ha perciò stabilito il sequestro dell'immobile biscegliese e del relativo box auto oltre che di un ulteriore box auto a Milano, beni tutti intestati alla donna e del valore complessivo di circa 500 mila euro.
L'uomo è ritenuto uno dei principali esponenti del narcotraffico milanese ed è stato condannato per aver importato dall'estero enormi quantitativi di droga, principalmente hashish.
L'intervento segue quello già effettuato lo scorso 20 luglio con cui – grazie agli approfondimenti patrimoniali della Divisione anticrimine del capoluogo lombardo – erano stati posti sotto sequestro, nel milanese, oltre 17 milioni di euro in contanti, rinvenuti nascosti in un'intercapedine muraria all'interno dell'abitazione di suo padre.
Le successive indagini sui familiari di Cauchi, definiti «pienamente consapevoli e coinvolti nelle sue attività delittuose» hanno accertato che sua sorella aveva stipulato alcune compravendite immobiliari contraendo dei mutui pagati con sospette iniezioni di liquidità in contanti – dai 3000 ai 5000 euro – sul suo conto corrente, somme del tutto ingiustificabili se raffrontate ai suoi normalissimi redditi di cassiera in un supermercato.
Il Tribunale ha perciò stabilito il sequestro dell'immobile biscegliese e del relativo box auto oltre che di un ulteriore box auto a Milano, beni tutti intestati alla donna e del valore complessivo di circa 500 mila euro.
A seguito di questo nuovo decreto di sequestro, in applicazione del Codice antimafia, spetterà ai destinatari del provvedimento dimostrare che l'appartamento e i due box sono stati acquisiti con risorse economiche lecite e dichiarate al fisco. In caso contrario il sequestro si tramuterà in confisca cosicché i beni, acquisiti definitivamente nel patrimonio dello Stato, potranno essere reimpiegati in finalità sociali nell'interesse della collettività.