Cronaca
Imprenditore biscegliese taglieggiato, manette a un 29enne di Molfetta
L'uomo è stato fermato dai Carabinieri dopo aver riscosso 500 euro. Pronto il ricorso al Riesame
Bisceglie - giovedì 18 novembre 2021
10.00
Estorsione aggravata, atto secondo. Dopo la richiesta di pagare 500 euro per evitare qualsiasi tipo di problema e l'arresto da parte dei Carabinieri di un 35enne di Bari, altre minacce e una nuova richiesta di denaro: è finito con nuovo arresto - questa volta di un 29enne di Molfetta -, l'incubo di un imprenditore di Bisceglie.
Tutto è partito dalle minacce nei confronti della vittima che ha deciso di vuotare il sacco e sporgere denuncia all'Arma. È emerso, secondo le indagini, un modus operandi efferato: il 35enne, conosciuto dal titolare dell'azienda, sarebbe entrato all'interno dell'azienda e avrebbe estratto una pistola, puntandola verso l'uomo, intimandogli di consegnare 500 euro se avesse voluto evitare qualsiasi problema. La consegna del denaro si sarebbe dovuta svolgere qualche giorno più tardi.
A quell'incontro, avvenuto a Giovinazzo, hanno partecipato anche i militari della Tenenza di Bisceglie, i quali hanno documentato visivamente il fugace passaggio di una busta dalle mani da parte di una collaboratrice dell'imprenditore a quelle dell'uomo. Intervenuti per bloccare l'autore del reato, i Carabinieri hanno trovato la busta con all'interno la somma di 500 euro e quindi arrestato in flagranza di reato il 35enne accusato di estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.
L'incubo dell'imprenditore, però, non era affatto terminato. A pochi giorni dall'arresto, un 29enne di Molfetta, anche lui conosciuto dal titolare dell'azienda, avrebbe preso di petto l'uomo a cui, attraverso una serie di messaggi di testo e anche vocali inviati su WhatsApp, gli avrebbe intimato la consegna di 500 euro in contanti (la stessa somma oggetto della prima estorsione, ma sequestrata dai militari). Una somma che sarebbe poi finita al 35enne, rinchiuso nel penitenziario di Trani.
Inoltre, a differenza di quanto aveva fatto il suo amico, il 29enne non si sarebbe fermato soltanto alle parole, con la minaccia implicita consistita nel ricollegare la richiesta alla precedente estorsione commessa dal suo amico e quindi avvalendosi indirettamente della forza intimidatrice di quest'ultimo, consistita nell'utilizzo del metodo mafioso. In questo modo, avrebbe costretto l'imprenditore a consegnargli la somma di 500 euro. Ma il terrore non l'ha schiacciato neanche stavolta.
I Carabinieri hanno arrestato il 29enne nella sua città, Molfetta. «Il mio assistito ha dichiarato la sua estraneità ai fatti così come contestati - ribatte con forza il suo legale, l'avvocato Maurizio Masellis -. Attendiamo la fissazione dell'udienza del Tribunale del Riesame al fine di chiarire la nostra posizione processuale».
Tutto è partito dalle minacce nei confronti della vittima che ha deciso di vuotare il sacco e sporgere denuncia all'Arma. È emerso, secondo le indagini, un modus operandi efferato: il 35enne, conosciuto dal titolare dell'azienda, sarebbe entrato all'interno dell'azienda e avrebbe estratto una pistola, puntandola verso l'uomo, intimandogli di consegnare 500 euro se avesse voluto evitare qualsiasi problema. La consegna del denaro si sarebbe dovuta svolgere qualche giorno più tardi.
A quell'incontro, avvenuto a Giovinazzo, hanno partecipato anche i militari della Tenenza di Bisceglie, i quali hanno documentato visivamente il fugace passaggio di una busta dalle mani da parte di una collaboratrice dell'imprenditore a quelle dell'uomo. Intervenuti per bloccare l'autore del reato, i Carabinieri hanno trovato la busta con all'interno la somma di 500 euro e quindi arrestato in flagranza di reato il 35enne accusato di estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.
L'incubo dell'imprenditore, però, non era affatto terminato. A pochi giorni dall'arresto, un 29enne di Molfetta, anche lui conosciuto dal titolare dell'azienda, avrebbe preso di petto l'uomo a cui, attraverso una serie di messaggi di testo e anche vocali inviati su WhatsApp, gli avrebbe intimato la consegna di 500 euro in contanti (la stessa somma oggetto della prima estorsione, ma sequestrata dai militari). Una somma che sarebbe poi finita al 35enne, rinchiuso nel penitenziario di Trani.
Inoltre, a differenza di quanto aveva fatto il suo amico, il 29enne non si sarebbe fermato soltanto alle parole, con la minaccia implicita consistita nel ricollegare la richiesta alla precedente estorsione commessa dal suo amico e quindi avvalendosi indirettamente della forza intimidatrice di quest'ultimo, consistita nell'utilizzo del metodo mafioso. In questo modo, avrebbe costretto l'imprenditore a consegnargli la somma di 500 euro. Ma il terrore non l'ha schiacciato neanche stavolta.
I Carabinieri hanno arrestato il 29enne nella sua città, Molfetta. «Il mio assistito ha dichiarato la sua estraneità ai fatti così come contestati - ribatte con forza il suo legale, l'avvocato Maurizio Masellis -. Attendiamo la fissazione dell'udienza del Tribunale del Riesame al fine di chiarire la nostra posizione processuale».