Cultura
Inaugurata a Palazzo Tupputi la mostra Duct Tape
Progetto espositivo di Marco Neri ideato per la 16ª edizione di Avvistamenti
Bisceglie - domenica 20 maggio 2018
10.21
Si è tenuta venerdì 18 maggio l'inaugurazione della mostra Duct Tape, un progetto espositivo di Marco Neri, pensato per la 16ª edizione di Avvistamenti e curato da Christian Caliandro.
Il Cineclub Canudo organizza la sedicesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, diretta da Antonio Musci e Daniela Di Niso e realizzata con il sostegno dell'assessorato all'industria turistica e culturale della regione Puglia, la collaborazione di Apulia Film Commission e il patrocinio del comune di Bisceglie. Il progetto è stato finanziato per il triennio 2017-2019 nell'ambito dell'Avviso Pubblico per lo Spettacolo dal vivo e le residenze artistiche della regione Puglia.
La mostra personale di Marco Neri è ospitata negli spazi del Palazzo Tupputi di Bisceglie che, con le sue stanze a volta alta, ha offerto un percorso coinvolgente per il pubblico che ha potuto esplorare gli usi creativi di materiali umili e legati alla vita quotidiana.
Il titolo "Duct tape" si riferisce al materiale con cui è realizzata la serie Giardini (2011): il duct tape, anche conosciuto come "scotch americano", nero - l'adesivo più potente in commercio. La serie – concepita dieci anni dopo la partecipazione dell'artista alla 49° Biennale d'Arte del 2001 su invito del curatore Harald Szeemann - riproduce le facciate dei padiglioni nazionali ai Giardini della Biennale di Venezia.
Ogni facciata, come una bandiera dell'arte contemporanea, è stata prima studiata e memorizzata su carta a mano libera, per poi essere trasferita e trasfigurata attraverso l'impiego del duct tape. Una sorta di 'pittura-non pittura', al servizio a sua volta di un ritratto architettonico. Come afferma l'artista: "Questo materiale normalmente usato per tutt'altro, oltre ad essere di fatto segno, colore e materia piuttosto spessa, ha al suo interno anche la tela e per questo, mentre si strappa con una certa precisione e a permettere un discreto controllo della forma, oltre ad essere particolarmente resistente della tela fa trasparire la trama in superfice diventando paradossalmente molto 'pittorico' nella resa. In fondo la pittura in estrema sintesi e generalizzando, altro non è che colore e colla, su tela; e la sovrapposizione di segni produce materia, spessore, dando concretamente corpo all'immagine." Questo studio al tempo stesso pop e raffinato è una riflessione sul senso dell'arte contemporanea a partire dai suoi luoghi istituzionali e sul funzionamento della pittura.
Accanto a questa grande serie, il progetto espositivo prevede una nuova serie in fieri, Costruire (2018): una sorta di work in progress, con una città di palazzi in costruzione, a metà tra architettura metafisica e natura morta. Acrilico e tempera su tavole di legno assemblate contribuiscono dunque a creare uno spazio urbano in costante trasformazione e evoluzione.
Le due serie sono connesse dalla riflessione sul collage come pratica e come forma di esperienza del mondo, sugli scarti della realtà che divengono le basi di un diverso sistema di senso, e infine sui differenti modi in cui la superficie pittorica diventa architettonica, e su come una "facciata" attraverso la pittura sia in grado di offrire una nozione interessante, intelligente e stimolante di realismo contemporaneo.
La mostra sarà visitabile fino al 22 giugn, dal lunedì al venerdì, dalle ore 18:00 alle 21:00 e la mattina, dalle 10:00 alle 13:00 per gruppi organizzati e scuole, previa prenotazione. L'ingresso è libero.
Il Cineclub Canudo organizza la sedicesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, diretta da Antonio Musci e Daniela Di Niso e realizzata con il sostegno dell'assessorato all'industria turistica e culturale della regione Puglia, la collaborazione di Apulia Film Commission e il patrocinio del comune di Bisceglie. Il progetto è stato finanziato per il triennio 2017-2019 nell'ambito dell'Avviso Pubblico per lo Spettacolo dal vivo e le residenze artistiche della regione Puglia.
La mostra personale di Marco Neri è ospitata negli spazi del Palazzo Tupputi di Bisceglie che, con le sue stanze a volta alta, ha offerto un percorso coinvolgente per il pubblico che ha potuto esplorare gli usi creativi di materiali umili e legati alla vita quotidiana.
Il titolo "Duct tape" si riferisce al materiale con cui è realizzata la serie Giardini (2011): il duct tape, anche conosciuto come "scotch americano", nero - l'adesivo più potente in commercio. La serie – concepita dieci anni dopo la partecipazione dell'artista alla 49° Biennale d'Arte del 2001 su invito del curatore Harald Szeemann - riproduce le facciate dei padiglioni nazionali ai Giardini della Biennale di Venezia.
Ogni facciata, come una bandiera dell'arte contemporanea, è stata prima studiata e memorizzata su carta a mano libera, per poi essere trasferita e trasfigurata attraverso l'impiego del duct tape. Una sorta di 'pittura-non pittura', al servizio a sua volta di un ritratto architettonico. Come afferma l'artista: "Questo materiale normalmente usato per tutt'altro, oltre ad essere di fatto segno, colore e materia piuttosto spessa, ha al suo interno anche la tela e per questo, mentre si strappa con una certa precisione e a permettere un discreto controllo della forma, oltre ad essere particolarmente resistente della tela fa trasparire la trama in superfice diventando paradossalmente molto 'pittorico' nella resa. In fondo la pittura in estrema sintesi e generalizzando, altro non è che colore e colla, su tela; e la sovrapposizione di segni produce materia, spessore, dando concretamente corpo all'immagine." Questo studio al tempo stesso pop e raffinato è una riflessione sul senso dell'arte contemporanea a partire dai suoi luoghi istituzionali e sul funzionamento della pittura.
Accanto a questa grande serie, il progetto espositivo prevede una nuova serie in fieri, Costruire (2018): una sorta di work in progress, con una città di palazzi in costruzione, a metà tra architettura metafisica e natura morta. Acrilico e tempera su tavole di legno assemblate contribuiscono dunque a creare uno spazio urbano in costante trasformazione e evoluzione.
Le due serie sono connesse dalla riflessione sul collage come pratica e come forma di esperienza del mondo, sugli scarti della realtà che divengono le basi di un diverso sistema di senso, e infine sui differenti modi in cui la superficie pittorica diventa architettonica, e su come una "facciata" attraverso la pittura sia in grado di offrire una nozione interessante, intelligente e stimolante di realismo contemporaneo.
La mostra sarà visitabile fino al 22 giugn, dal lunedì al venerdì, dalle ore 18:00 alle 21:00 e la mattina, dalle 10:00 alle 13:00 per gruppi organizzati e scuole, previa prenotazione. L'ingresso è libero.