Davide De Angelis
Davide De Angelis
Attualità

Irma, la testimonianza di Davide e Antonella, biscegliesi in Florida

«È stato pazzesco, ma siamo già pronti al riscatto. Lo stato ci protegge, così l'uragano ha fatto meno morti che l'esondazione del fiume a Livorno»

Hanno dovuto attraversare in poche ore tutta la penisola della Florida, da sud a nord ovest, per salvarsi da Irma, l'uragano in grado di risucchiare il mare delle Bahamas e lasciare senza acqua e corrente 9 milioni di cittadini.
La testimonianza di Davide De Angelis e Antonella Zecchillo, biscegliesi da anni residenti a Naples, è forte.
Li raggiungiamo in videochiamata mentre sono, con la figlioletta Mia, in un hotel di Niceville, trovato dopo quasi 24 ore di viaggio in automobile e decine di tentativi andati a vuoto.
Hanno visto il vento soffiare a più di 200 km/h e l'oceano mangiare città intere; hanno assistito alla devastazione di quartieri e provato sulla pelle gli effetti della mastodontica tempesta ma non perdono l'ottimismo e la calma. Non sono spaventati, né dalla Florida intendono rientrare in Italia.
«In primo luogo – spiega Davide - perché la gran parte dei voli è stata cancellata e l'ultima coppia di biglietti per l'Italia è stata venduta al prezzo di 230000 dollari. E poi perché la Florida è uno stato sicuro. Irma, il più potente uragano degli ultimi trent'anni, continua a flagellare il Paese da una settimana, ma farà meno morti dell'esondazione del fiume di Livorno. Eppure qui ci sono 20 milioni di abitanti in fuga da una intera nazione, mentre nel capoluogo toscano vivono in meno di 160000. Ci conviene fuggire?»

Davide e Antonella, entrami affermati professionisti nel campo della ristorazione, non si sono mai persi d'animo. «Lo Stato ci protegge. Ci hanno chiamato a casa più e più volte, direttamente, per darci consigli sui medicinali, sulla spesa da fare, sui comportamenti da tenere fino all'ordine di evacuazione, dopo il quale le autorità smettono di essere responsabili di un cittadino. L'ordine arriva per tempo, nel nostro caso due giorni prima che chiudessero le scuole. Siamo partiti subito ed è stato un bene, perché ci siamo mossi a tappe, in senso opposto all'uragano. Se tutti gli stati fossero organizzati come la Florida, che prevede sempre il peggio per evitare che le conseguenze si riversino sulla popolazione, non avremmo Casamicciola e Amatrice».
Anche ora, che non sanno se la loro casa è ancora in piedi, sorridono alla vita. Da perfetti integrati americani.
«Stiamo bene – ribadisce Davide a quanti lo contattano dall'Italia - stiamo tutti molto bene, nonostante quindici ore di auto e una estenuante caccia all'hotel. Dopo una settimana lontano da casa siamo pronti ad affrontare il viaggio di ritorno. Le strade sono già sgombre e messe in sicurezza, gli uffici sono tornati a funzionare, la corrente e l'acqua torneranno a breve ma anche se non tornasse siamo attrezzati. Scarseggiano i viveri e la benzina, ma c'è la voglia di darsi da fare. Il governo ha già messo a disposizione 20 bilioni di euro per la ricostruzione e sappiamo che ce la farà in tempi brevi. Così anche noi torniamo al lavoro, senza attendere oltre, per recuperare il tempo perduto e dimenticare. Ottobre, il mese a più alto flusso di turisti, è vicino e siamo certi che ad Halloween ci sarà la prima grande festa del riscatto. Quando invece i terremotati del centro Italia del 2016 torneranno ad una vita normale?».
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