Territorio
L'appello al voto per il Casale di Giano luogo del cuore Fai
BisceglieViva invita i lettori a partecipare
Bisceglie - lunedì 16 luglio 2018
8.47
Duemila voti e magari molti di più affinché il Casale di Giano diventi un luogo del cuore Fai. BisceglieViva accoglie l'appello lanciato in occasione del nono censimento Fondo per l'ambiente italiano. È necessaria una scossa perché la città, finora, ha reagito in modo tiepido malgrado le oltre 850 preferenze acquisite abbiano già collocato il Casale di Giano (nella suggestiva foto di Pina Catino) al primo posto nella graduatoria per la provincia Bat.
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Una mobilitazione civica, con la partecipazione dei responsabili e degli attivisti delle diverse associazioni biscegliesi, potrebbe garantire il prestigioso riconoscimento a uno dei più antichi casali del territorio di Bisceglie, situato in via Andria a 4.5 km dal centro abitato. Nel Casale di Giano sono stati rinvenuti alcuni assi romani (oggi custoditi nel Museo kircheriano di Roma), e un'iscrizione del tempo di Flavio Claudio Giuliano.
Lo stesso nome indicherebbe che nei pressi sorgeva anche un tempio dedicato al dio Giano, da cui il suddetto Casale prende il nome, sul quale fu eretto più tardi un tempio cristiano. Con la caduta l'Impero Romano con l'avvento dei Longobardi, fu soppresso il culto romano di Giano, e con il diffondersi del Cristianesimo si iniziò a praticare il culto della Vergine Maria, la quale cambiò il nome del Casale in Santa Maria di Giano.
Nelle vicinanze, all'inizio del 700, sotto i duchi longobardi Liutprando e Scaniperga, sorse un ricco monastero (di cui oggi non si ha traccia) a cui appartenevano beni e servitù sparsi tra Barletta e Bitonto.
Il Casale fu citato per la prima volta in un documento di donazione del 965, in cui l'intestatario dichiara essere originario "ex loco iana pertinentis tranensis civitatis", confermando ancora una volta, come per Pacciano, l'inesistenza di una civitas biscegliese. Il Casale iniziò a spopolarsi nella seconda metà del 1000, come attestano alcuni documenti, e che il culto fosse trasferito nella Chiesa di San Matteo. Nel 1182 fu collocato sotto l'altare della Chiesa di Santa Maria di Giano, il braccio di Santo Stefano proveniente dal Monastero di Santa Maria di Colonna, e oggi custodito in Cattedrale.
Nel 1727, sotto il Vescovo Pacecco, la chiesa medievale fu restaurata, secondo i canoni barocchi, e consacrata. Sempre nel 1700 si attestano nelle vicinanze la presenza di due chiesette (oggi scomparse) dedicate a San Giacomo e San Martino.
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Una mobilitazione civica, con la partecipazione dei responsabili e degli attivisti delle diverse associazioni biscegliesi, potrebbe garantire il prestigioso riconoscimento a uno dei più antichi casali del territorio di Bisceglie, situato in via Andria a 4.5 km dal centro abitato. Nel Casale di Giano sono stati rinvenuti alcuni assi romani (oggi custoditi nel Museo kircheriano di Roma), e un'iscrizione del tempo di Flavio Claudio Giuliano.
Lo stesso nome indicherebbe che nei pressi sorgeva anche un tempio dedicato al dio Giano, da cui il suddetto Casale prende il nome, sul quale fu eretto più tardi un tempio cristiano. Con la caduta l'Impero Romano con l'avvento dei Longobardi, fu soppresso il culto romano di Giano, e con il diffondersi del Cristianesimo si iniziò a praticare il culto della Vergine Maria, la quale cambiò il nome del Casale in Santa Maria di Giano.
Nelle vicinanze, all'inizio del 700, sotto i duchi longobardi Liutprando e Scaniperga, sorse un ricco monastero (di cui oggi non si ha traccia) a cui appartenevano beni e servitù sparsi tra Barletta e Bitonto.
Il Casale fu citato per la prima volta in un documento di donazione del 965, in cui l'intestatario dichiara essere originario "ex loco iana pertinentis tranensis civitatis", confermando ancora una volta, come per Pacciano, l'inesistenza di una civitas biscegliese. Il Casale iniziò a spopolarsi nella seconda metà del 1000, come attestano alcuni documenti, e che il culto fosse trasferito nella Chiesa di San Matteo. Nel 1182 fu collocato sotto l'altare della Chiesa di Santa Maria di Giano, il braccio di Santo Stefano proveniente dal Monastero di Santa Maria di Colonna, e oggi custodito in Cattedrale.
Nel 1727, sotto il Vescovo Pacecco, la chiesa medievale fu restaurata, secondo i canoni barocchi, e consacrata. Sempre nel 1700 si attestano nelle vicinanze la presenza di due chiesette (oggi scomparse) dedicate a San Giacomo e San Martino.