Attualità
L'appello della Comunità Oasi 2 al sindaco di Bisceglie sul decreto sicurezza
«L'applicazione rischia di danneggiare decine di persone presenti legalmente in città»
Bisceglie - sabato 12 gennaio 2019
La Comunità Oasi2 San Francesco Onlus, soggetto gestore del progetto Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, dei comuni di Barletta e Molfetta e dell'Ambito Sociale di zona dei comuni di Bisceglie e Trani, ha indirizzato una lettera-appello ai sindaci:
«L'applicazione pedissequa del Decreto sicurezza rischia di danneggiare decine e decine di persone che, pur presenti legalmente nelle nostre comunità cittadine, ne sarebbero giuridicamente discriminate. Sia riconosciuta, invece, piena parità ai richiedenti asilo, garantendo l'accesso a tutti i servizi, pubblici e privati, erogabili sul territorio comunale, così come sancito dalla nostra Costituzione» è la sintesi del documento, che pubblichiamo integralmente.
Ill.mo signor Sindaco,
insieme a Lei e alla Sua amministrazione siamo stati diretti protagonisti delle attività di accoglienza Sprar, uno tra i migliori sistemi di accoglienza unanimemente riconosciuto in Europa. L'entrata in vigore della legge n° 132/2018, il cosiddetto Decreto sicurezza, ha messo fortemente in discussione tale consolidato e apprezzato sistema di accoglienza e ha intaccato i fondamentali diritti della persona, con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedura di iscrizione alla residenza anagrafica.
Come noto, la norma vigente impedisce ai titolari di permesso di soggiorno per richiesta asilo di accedere alla residenza e alla acquisizione del documento di identità. Questo comporta una grave limitazione al godimento di quei diritti che la nostra Carta Costituzionale individua come diritti fondamentali.
L'iscrizione all'anagrafe, infatti, rimane lo strumento tramite il quale si consente agli amministratori locali di pianificare i servizi da erogare alla popolazione. Tale limitazione non solo nega al richiedente asilo il diritto a essere parte a pieno titolo di una comunità locale, ma rende anche estremamente difficile l'accesso a quei rapporti privati (per esempio l'assunzione presso un datore di lavoro, un contratto d'affitto, l'accensione di un conto corrente bancario/postale) e a quei servizi pubblici che sino ad oggi sono stati erogati sulla base della residenza, come accertata dall'iscrizione anagrafica. La mancanza della carta d'identità, infatti, rischia di impedire l'iscrizione ai centri per l'impiego o ancora l'iscrizione del figlio alla scuola dell'infanzia o all'asilo nido.
Le rivolgiamo, dunque, accorato appello, nell'ambito delle sue competenze, ad emanare tutti i provvedimenti possibili e utili a consentire piena parità di diritti dei richiedenti asilo, impartendo indicazioni precise ai suoi uffici circa il diritto del richiedente di accedere a tutti i servizi (pubblici e privati) erogabili sul territorio comunale, come sancito dalla nostra Costituzione.
L'applicazione pedissequa del cosiddetto "Decreto sicurezza" rischia di danneggiare decine e decine di persone che, pur presenti legalmente nelle nostre comunità cittadine, ne sarebbero giuridicamente discriminate: persone risospinte nella dimensione della clandestinità, esposte al rischio di dover sopravvivere in condizioni di vagabondaggio, illegalità, o peggio ancora a rischio sfruttamento e possibile reclutamento da parte della locale criminalità. La stessa Anci, di cui anche il comune di Bisceglie è parte, stima in 130mila il numero di stranieri esposti a tali gravi rischi.
Infine, dunque, un invito a fare "tesoro" delle parole del messaggio di fine anno del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, circa il concetto di sicurezza "tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza.
La Comunità Oasi2 ribadisce la sua disponibilità verso l'amministrazione di Bisceglie per ogni forma di collaborazione fattiva nel senso dell'appello che la presente Le rivolge.
«L'applicazione pedissequa del Decreto sicurezza rischia di danneggiare decine e decine di persone che, pur presenti legalmente nelle nostre comunità cittadine, ne sarebbero giuridicamente discriminate. Sia riconosciuta, invece, piena parità ai richiedenti asilo, garantendo l'accesso a tutti i servizi, pubblici e privati, erogabili sul territorio comunale, così come sancito dalla nostra Costituzione» è la sintesi del documento, che pubblichiamo integralmente.
Ill.mo signor Sindaco,
insieme a Lei e alla Sua amministrazione siamo stati diretti protagonisti delle attività di accoglienza Sprar, uno tra i migliori sistemi di accoglienza unanimemente riconosciuto in Europa. L'entrata in vigore della legge n° 132/2018, il cosiddetto Decreto sicurezza, ha messo fortemente in discussione tale consolidato e apprezzato sistema di accoglienza e ha intaccato i fondamentali diritti della persona, con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedura di iscrizione alla residenza anagrafica.
Come noto, la norma vigente impedisce ai titolari di permesso di soggiorno per richiesta asilo di accedere alla residenza e alla acquisizione del documento di identità. Questo comporta una grave limitazione al godimento di quei diritti che la nostra Carta Costituzionale individua come diritti fondamentali.
L'iscrizione all'anagrafe, infatti, rimane lo strumento tramite il quale si consente agli amministratori locali di pianificare i servizi da erogare alla popolazione. Tale limitazione non solo nega al richiedente asilo il diritto a essere parte a pieno titolo di una comunità locale, ma rende anche estremamente difficile l'accesso a quei rapporti privati (per esempio l'assunzione presso un datore di lavoro, un contratto d'affitto, l'accensione di un conto corrente bancario/postale) e a quei servizi pubblici che sino ad oggi sono stati erogati sulla base della residenza, come accertata dall'iscrizione anagrafica. La mancanza della carta d'identità, infatti, rischia di impedire l'iscrizione ai centri per l'impiego o ancora l'iscrizione del figlio alla scuola dell'infanzia o all'asilo nido.
Le rivolgiamo, dunque, accorato appello, nell'ambito delle sue competenze, ad emanare tutti i provvedimenti possibili e utili a consentire piena parità di diritti dei richiedenti asilo, impartendo indicazioni precise ai suoi uffici circa il diritto del richiedente di accedere a tutti i servizi (pubblici e privati) erogabili sul territorio comunale, come sancito dalla nostra Costituzione.
L'applicazione pedissequa del cosiddetto "Decreto sicurezza" rischia di danneggiare decine e decine di persone che, pur presenti legalmente nelle nostre comunità cittadine, ne sarebbero giuridicamente discriminate: persone risospinte nella dimensione della clandestinità, esposte al rischio di dover sopravvivere in condizioni di vagabondaggio, illegalità, o peggio ancora a rischio sfruttamento e possibile reclutamento da parte della locale criminalità. La stessa Anci, di cui anche il comune di Bisceglie è parte, stima in 130mila il numero di stranieri esposti a tali gravi rischi.
Infine, dunque, un invito a fare "tesoro" delle parole del messaggio di fine anno del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, circa il concetto di sicurezza "tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza.
La Comunità Oasi2 ribadisce la sua disponibilità verso l'amministrazione di Bisceglie per ogni forma di collaborazione fattiva nel senso dell'appello che la presente Le rivolge.