Attualità
L'appello delle farmacie biscegliesi: «Restituite le bombole d'ossigeno»
Fondamentale la collaborazione dei cittadini per superare l'emergenza
Bisceglie - lunedì 16 novembre 2020
8.33
La situazione è critica anche a Bisceglie, al punto che alcuni farmacisti hanno rivolto un appello pubblico, tramite i social, finalizzato alla riconsegna. È emergenza sul territorio a causa della mancanza di bombole d'ossigeno. «Non ne abbiamo più» è quanto purtroppo si sente rispondere in ciascuna delle 15 farmacie biscegliesi alla domanda cruciale riguardo la disponibilità di contenitori.
«Purtroppo sta accadendo che le bombole vuote o inutilizzate non ci vengano restituite» hanno spiegato i farmacisti. «Questo ci impedisce di restituire i contenitori vuoti alle aziende specializzate per la sanificazione, le ricariche di ossigeno terapeutico e la successiva ridistribuzione per un nuovo utilizzo secondo i protocolli previsti dall'Aifa».
Un circolo virtuoso, insomma, spezzato nel suo passaggio chiave. Le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Federfarma (che rappresenta 18 mila farmacie in Italia) ha sollevato la questione a seguito di un confronto con Assogastecnici, l'associazione delle aziende che operano nel campo della produzione e distribuzione dei gas tecnici, speciali e medicinali. L'obiettivo è individuare le soluzioni più idonee ad assicurare le terapie necessarie a tutti i malati in assistenza domiciliare.
«La restituzione delle bombole di ossigeno in farmacia è necessaria per garantire la disponibilità di ossigeno terapeutico a tutti i pazienti affetti da patologie respiratorie o colpiti da Covid-19» ha affermato Marco Cossolo, presidente nazionale Federfarma. L'ossigenoterapia domiciliare è il primo e indispensabile presidio per i malati Covid-19, ma anche per tanti altri affetti da patologie respiratorie croniche. Fondamentale, in tal senso, è la collaborazione dei cittadini.
«Purtroppo sta accadendo che le bombole vuote o inutilizzate non ci vengano restituite» hanno spiegato i farmacisti. «Questo ci impedisce di restituire i contenitori vuoti alle aziende specializzate per la sanificazione, le ricariche di ossigeno terapeutico e la successiva ridistribuzione per un nuovo utilizzo secondo i protocolli previsti dall'Aifa».
Un circolo virtuoso, insomma, spezzato nel suo passaggio chiave. Le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Federfarma (che rappresenta 18 mila farmacie in Italia) ha sollevato la questione a seguito di un confronto con Assogastecnici, l'associazione delle aziende che operano nel campo della produzione e distribuzione dei gas tecnici, speciali e medicinali. L'obiettivo è individuare le soluzioni più idonee ad assicurare le terapie necessarie a tutti i malati in assistenza domiciliare.
«La restituzione delle bombole di ossigeno in farmacia è necessaria per garantire la disponibilità di ossigeno terapeutico a tutti i pazienti affetti da patologie respiratorie o colpiti da Covid-19» ha affermato Marco Cossolo, presidente nazionale Federfarma. L'ossigenoterapia domiciliare è il primo e indispensabile presidio per i malati Covid-19, ma anche per tanti altri affetti da patologie respiratorie croniche. Fondamentale, in tal senso, è la collaborazione dei cittadini.