Attualità
L'Arcivescovo ai guariti: «Donate il plasma iperimmune»
L'appello rivolto a coloro che hanno superato il virus e sono nelle condizioni di dare il loro contributo alla collettività
Bisceglie - martedì 17 novembre 2020
17.00
Sua Eccellenza Monsignor Leonardo D'Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, si è unito al coro di voci e appelli rivolti a coloro che sono già guariti dal Covid affinché mettano a disposizione il proprio plasma iperimmune per la trattazione di casi attualmente positivi. È di queste ore, infatti, la notizia di una velocizzazione delle procedure per l'immunoterapia passiva, possibile al Policlinico di Bari (link all'articolo).
«Ho avuto modo di approfondire la conoscenza della terapia basata sul plasma iperimmune con persone qualificate nel campo medico-scientifico, come il dottor Ennio Peres, primario del Centro trasfusionale dell'ospedale "Monsignor Raffaele Dimiccoli" di Barletta, e ho tratto la convinzione che, in attesa dell'arrivo della vaccino, si debba invitare i guariti da Coronavirus a donare il proprio plasma» ha dichiarato l'Arcivescovo D'Ascenzo.
«Ormai è appurato che, nei casi in cui il contagio divenga severo e sempre sotto il diretto controllo medico, quella terapia possa essere risolutiva e ridare la certezza della vita a chi versa in condizioni disperate. Ho qui presente la parabola evangelica, in cui il buon samaritano, dopo essersi chinato verso il malcapitato, prende del suo per garantirgli la cura fino alla completa guarigione. Rendersi disponibili a donare il plasma, per i guariti dal coronavirus, è come dare qualcosa di proprio per la cura di tanti che soffrono a causa dello stesso agente patogeno e, quindi rappresenta una forma veramente alta di amore, di gratuità, di solidarietà».
«Ho avuto modo di approfondire la conoscenza della terapia basata sul plasma iperimmune con persone qualificate nel campo medico-scientifico, come il dottor Ennio Peres, primario del Centro trasfusionale dell'ospedale "Monsignor Raffaele Dimiccoli" di Barletta, e ho tratto la convinzione che, in attesa dell'arrivo della vaccino, si debba invitare i guariti da Coronavirus a donare il proprio plasma» ha dichiarato l'Arcivescovo D'Ascenzo.
«Ormai è appurato che, nei casi in cui il contagio divenga severo e sempre sotto il diretto controllo medico, quella terapia possa essere risolutiva e ridare la certezza della vita a chi versa in condizioni disperate. Ho qui presente la parabola evangelica, in cui il buon samaritano, dopo essersi chinato verso il malcapitato, prende del suo per garantirgli la cura fino alla completa guarigione. Rendersi disponibili a donare il plasma, per i guariti dal coronavirus, è come dare qualcosa di proprio per la cura di tanti che soffrono a causa dello stesso agente patogeno e, quindi rappresenta una forma veramente alta di amore, di gratuità, di solidarietà».