Attualità
L'ex autista di Falcone: «Vorrei essere ascoltato dalla Commissione antimafia»
Giuseppe Costanza: «Le mie verità condurrebbero a nuove indagini»
Bisceglie - mercoledì 20 febbraio 2019
11.32
Le parole, quando si tratta di lotta alla mafia, sono pietre. E Giuseppe Costanza, per otto anni autista di Giovanni Falcone, le ha sapute scolpire a caratteri cubitali al cospetto di decine di studentesse e studenti dell'istituto "Sergio Cosmai" di Bisceglie, mercoledì 20 febbraio, nel corso del suo intervento all'interno dell'auditorium della scuola.
«Vorrei essere ascoltato dalla Commissione antimafia» ha affermato. «Le mie verità condurrebbero a nuove indagini». Queste due frasi sarebbero sufficienti a inchiodare uno Stato di fronte alle sue responsabilità, a quei silenzi inaccettabili, inconcepibili.
Costanza ha ripercorso il rapporto professionale e soprattutto umano con Falcone e sua moglie Francesca Morvillo, due delle cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui persero la vita anche i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani mentre, oltre all'autista, sopravvissero in tre: Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello.
Le ragazze e i ragazzi, che all'epoca dei fatti non erano nati, hanno ascoltato con particolare interesse sia l'intervento del testimone di uno dei fatti che ha sconvolto per sempre l'Italia che quello di Marcello Catalano, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Trani.
La mafia pare agonizzante ma non è ancora sconfitta. L'esortazione di chi ha vissuto quel periodo buio è a non abbassare la guardia. È necessario ricostruire in modo chiaro quanto accaduto evitando di perdere ancora tempo.
«Vorrei essere ascoltato dalla Commissione antimafia» ha affermato. «Le mie verità condurrebbero a nuove indagini». Queste due frasi sarebbero sufficienti a inchiodare uno Stato di fronte alle sue responsabilità, a quei silenzi inaccettabili, inconcepibili.
Costanza ha ripercorso il rapporto professionale e soprattutto umano con Falcone e sua moglie Francesca Morvillo, due delle cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui persero la vita anche i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani mentre, oltre all'autista, sopravvissero in tre: Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello.
Le ragazze e i ragazzi, che all'epoca dei fatti non erano nati, hanno ascoltato con particolare interesse sia l'intervento del testimone di uno dei fatti che ha sconvolto per sempre l'Italia che quello di Marcello Catalano, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Trani.
La mafia pare agonizzante ma non è ancora sconfitta. L'esortazione di chi ha vissuto quel periodo buio è a non abbassare la guardia. È necessario ricostruire in modo chiaro quanto accaduto evitando di perdere ancora tempo.