Spettacoli
La Compagnia Dialettale Biscegliese trionfa ancora
Un carico di simpatia con "Andrà... ce vú candò a X Factor te sia appresendò!". Repliche sabato 1, mercoledì 5 e giovedì 6
Bisceglie - sabato 1 dicembre 2018
10.18
E ti dispiace un po' quando parte la tradizionale "Sai chi c'è stasera di scena...", sigla di chiusura che riporta indietro all'infanzia e ai ricordi di "Fantastico" (l'edizione è quella del 1986). Il conforto è nella consapevolezza che la Compagnia Dialettale Biscegliese tornerà ancora: orgogliosa rappresentante del vernacolo che non può e non deve morire.
"Andrà... ce vú candò a X Factor te sia appresendò!" ha conquistato gli applausi di un Teatro Politeama Italia sold out, venerdì 30 novembre, per una prima che ha ancora una volta convinto i tantissimi appassionati. Il testo di Pino Tatoli è l'ennesimo, cocciuto omaggio a quell'essere biscegliesi sempre e comunque: tenacemente refrattari alle migliorie tecnologiche, geneticamente predisposti all'ironia e al doppio senso, fieri di un'identità e di quel dialetto particolare che è soltanto nostro.
Perché tutti vogliamo bene a una nonna Rosina (cui il talento di Franco Di Bitetto riesce a dare ogni volta tratti sorprendenti), tutti abbiamo un amico di papà come il Pantaleo che Vincenzo Lopopolo disegna con tenerezza e un fratello o un cugino o un amico come Gianni, dall'interminabile faccia tosta, portato in scena da Franco Mastrodonato con un realismo tale che è impossibile non ridere. Non ci sono parole per Uccio Carelli, magistrale nel prestare il volto ad Andrea Di Dio: un uomo oppresso e proprio per questo felice, che ha paradossalmente conquistato un equilibrio interiore e in fondo non ha alcuna intenzione di metterlo in discussione.
Sullo sfondo, i tocchi di ironia di Franco Carriera (nei panni improbabili di un sacerdote), la fresca recitazione di Maristella Lupone (il cui personaggio è forse l'unica vera vittima di un menage familiare assurdo) e i contributi graditi: da un Nicola Ambrosino che sa bene come impreziosire la sua collezione di maschere e guadagnare gli applausi del pubblico alla coppia formata da Carlo Monopoli e Raffaella Montini. Quando due artisti di vero spessore riescono a integrarsi alla perfezione negli ingranaggi della tradizionale vernacolare, il gioco è fatto.
Lo spettacolo della Compagnia Dialettale Biscegliese è una carezza al nostro spirito d'appartenenza e al nostro senso di comunità. Sentendone l'affettuoso calore non si può che dire (e scrivere), ancora una volta: grazie!
"Andrà... ce vú candò a X Factor te sia appresendò!" ha conquistato gli applausi di un Teatro Politeama Italia sold out, venerdì 30 novembre, per una prima che ha ancora una volta convinto i tantissimi appassionati. Il testo di Pino Tatoli è l'ennesimo, cocciuto omaggio a quell'essere biscegliesi sempre e comunque: tenacemente refrattari alle migliorie tecnologiche, geneticamente predisposti all'ironia e al doppio senso, fieri di un'identità e di quel dialetto particolare che è soltanto nostro.
Perché tutti vogliamo bene a una nonna Rosina (cui il talento di Franco Di Bitetto riesce a dare ogni volta tratti sorprendenti), tutti abbiamo un amico di papà come il Pantaleo che Vincenzo Lopopolo disegna con tenerezza e un fratello o un cugino o un amico come Gianni, dall'interminabile faccia tosta, portato in scena da Franco Mastrodonato con un realismo tale che è impossibile non ridere. Non ci sono parole per Uccio Carelli, magistrale nel prestare il volto ad Andrea Di Dio: un uomo oppresso e proprio per questo felice, che ha paradossalmente conquistato un equilibrio interiore e in fondo non ha alcuna intenzione di metterlo in discussione.
Sullo sfondo, i tocchi di ironia di Franco Carriera (nei panni improbabili di un sacerdote), la fresca recitazione di Maristella Lupone (il cui personaggio è forse l'unica vera vittima di un menage familiare assurdo) e i contributi graditi: da un Nicola Ambrosino che sa bene come impreziosire la sua collezione di maschere e guadagnare gli applausi del pubblico alla coppia formata da Carlo Monopoli e Raffaella Montini. Quando due artisti di vero spessore riescono a integrarsi alla perfezione negli ingranaggi della tradizionale vernacolare, il gioco è fatto.
Lo spettacolo della Compagnia Dialettale Biscegliese è una carezza al nostro spirito d'appartenenza e al nostro senso di comunità. Sentendone l'affettuoso calore non si può che dire (e scrivere), ancora una volta: grazie!