Cultura
"La Liberazione continua"
Serata a Palazzo Tupputi con lo storico Mario Avagliano e Massimiliano De Siante
Bisceglie - mercoledì 18 maggio 2022
17.50
Si è svolto sabato 7 maggio, nella Sala degli specchi di Palazzo Tupputi a Bisceglie, l'incontro organizzato dalla sezione locale dell'Anpi "Michele DAddato" con lo storico Mario Avagliano che ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo: "Paisà, Sciuscia e Segnorine" .
All'incontro, aperto dai saluti del Sindaco Angelantonio Angarano e moderato magistralmente dalla professoressa Isabella Losciale, docente di storia del liceo "da Vinci" di Bisceglie, ha partecipato anche Massimo De Siante, ricercatore dell'Ipsaic di Bari.
L'incontro è stato introdotto dal vicepresidente dell'Anpi Bisceglie, Pietro Preziosa, che ha sottolineato il ruolo dell'associazione partigiana nella valorizzazione di tutte le resistenze, non ultima quella degli Internati militari italiani (Imi): il padre è stato uno dei 650 mila italiani che dissero di no a Mussolini e Hitler, all'indomani dell'8 settembre. In sala era presente anche Vincenzo Papagni, figlio, dell'Imi vivente Giuseppe, medagliato insieme al padre di Pietro (che ne ha ritirato la medaglia) lo scorso giugno dal Prefetto della Bat.
Nella suggestiva cornice della Sala degli Specchi, l'incontro è iniziato sulle note della canzone "Munasterio e Santa Chiara" nella classica versione di Roberto Murolo. L'autore, ha così voluto introdurre al tema del testo, con una canzona della più raffinata tradizione napoletana, affinché si comprendesse, attraverso il testo di questa canzone, la "reale" situazione sociale dell'epoca.
L'autore ha evidenziato come Bari e la Puglia abbiano contributo alla liberazione della nostra penisola in modo preponderante. Dallo spostamento della capitale a Brindisi, al primo Congresso dei Comitati di liberazione nazionale tenutosi al teatro Piccinni di Bari il 28 e 29 gennaio 1944, alla trasmissione contro i nazifascisti, "Italia combatte" trasmessa dalla prima Radio dell'Italia libera "Radio Bari". Nella Resistenza "breve" che il sud Italia ha realizzato contro i nazifascisti: in Puglia il bilancio della violenza nazifascista è di 29 fatti di sangue con 130 vittime (di cui solo il 29% militari). E purtroppo la provincia Bat è quella con il record di morti: 58 vittime.
La professoressa Losciale ha poi sottolineato come nel testo sia stata dato grande spazio alla resistenza delle donne del nostro Sud, con testimonianze, racconti e partecipazione attiva nella vita di tutti i giorni contro la presenza tedesca nelle nostre città e paesi.
Il ricercatore De Siante ha voluto rimarcare come nel sud Italia, rispetto al tempo di permanenza dei tedeschi, le vittime in proporzione alla popolazione siano state di più rispetto al nord, sia in termini di tempo di occupazione tedesca che nel coinvolgimento di meridionali anche nelle file dei partigiani nelle regioni settentrionali.
L'autore ha poi concluso con un'altra canzone, come inno dell'Italia liberata che faceva da contraltare alla canzone di Li Li Marlene cantata nel ventennio: "Dove sta Zazà", ascoltata nella celeberrima versione di Gabriella Ferri. Partendo dal titolo, quindi, è possibile riassumere: Paisà, il nome dato agli oltre 3000 soldati italoamericani sbarcati in Italia nelle truppe alleate nel luglio del '43, Sciuscà, dall'inglese sunshine, lucidare in questo caso le scarpe dei soldati e Segnorine, volutamente storpiato, per indicare le fanciulle che spinte dalla fame si concedevano ai liberatori.
«Queste sono storie del sud che ha contribuito non poco alla Liberazione dell'Italia e dell'Europa (Napoli fu la prima città europea a liberarsi da sola dai tedeschi) poco prima dell'arrivo degli alleati, con le celeberrime Quattro giornate» hanno rimarcato dalla sezione Anpi di Bisceglie.
All'incontro, aperto dai saluti del Sindaco Angelantonio Angarano e moderato magistralmente dalla professoressa Isabella Losciale, docente di storia del liceo "da Vinci" di Bisceglie, ha partecipato anche Massimo De Siante, ricercatore dell'Ipsaic di Bari.
L'incontro è stato introdotto dal vicepresidente dell'Anpi Bisceglie, Pietro Preziosa, che ha sottolineato il ruolo dell'associazione partigiana nella valorizzazione di tutte le resistenze, non ultima quella degli Internati militari italiani (Imi): il padre è stato uno dei 650 mila italiani che dissero di no a Mussolini e Hitler, all'indomani dell'8 settembre. In sala era presente anche Vincenzo Papagni, figlio, dell'Imi vivente Giuseppe, medagliato insieme al padre di Pietro (che ne ha ritirato la medaglia) lo scorso giugno dal Prefetto della Bat.
Nella suggestiva cornice della Sala degli Specchi, l'incontro è iniziato sulle note della canzone "Munasterio e Santa Chiara" nella classica versione di Roberto Murolo. L'autore, ha così voluto introdurre al tema del testo, con una canzona della più raffinata tradizione napoletana, affinché si comprendesse, attraverso il testo di questa canzone, la "reale" situazione sociale dell'epoca.
L'autore ha evidenziato come Bari e la Puglia abbiano contributo alla liberazione della nostra penisola in modo preponderante. Dallo spostamento della capitale a Brindisi, al primo Congresso dei Comitati di liberazione nazionale tenutosi al teatro Piccinni di Bari il 28 e 29 gennaio 1944, alla trasmissione contro i nazifascisti, "Italia combatte" trasmessa dalla prima Radio dell'Italia libera "Radio Bari". Nella Resistenza "breve" che il sud Italia ha realizzato contro i nazifascisti: in Puglia il bilancio della violenza nazifascista è di 29 fatti di sangue con 130 vittime (di cui solo il 29% militari). E purtroppo la provincia Bat è quella con il record di morti: 58 vittime.
La professoressa Losciale ha poi sottolineato come nel testo sia stata dato grande spazio alla resistenza delle donne del nostro Sud, con testimonianze, racconti e partecipazione attiva nella vita di tutti i giorni contro la presenza tedesca nelle nostre città e paesi.
Il ricercatore De Siante ha voluto rimarcare come nel sud Italia, rispetto al tempo di permanenza dei tedeschi, le vittime in proporzione alla popolazione siano state di più rispetto al nord, sia in termini di tempo di occupazione tedesca che nel coinvolgimento di meridionali anche nelle file dei partigiani nelle regioni settentrionali.
L'autore ha poi concluso con un'altra canzone, come inno dell'Italia liberata che faceva da contraltare alla canzone di Li Li Marlene cantata nel ventennio: "Dove sta Zazà", ascoltata nella celeberrima versione di Gabriella Ferri. Partendo dal titolo, quindi, è possibile riassumere: Paisà, il nome dato agli oltre 3000 soldati italoamericani sbarcati in Italia nelle truppe alleate nel luglio del '43, Sciuscà, dall'inglese sunshine, lucidare in questo caso le scarpe dei soldati e Segnorine, volutamente storpiato, per indicare le fanciulle che spinte dalla fame si concedevano ai liberatori.
«Queste sono storie del sud che ha contribuito non poco alla Liberazione dell'Italia e dell'Europa (Napoli fu la prima città europea a liberarsi da sola dai tedeschi) poco prima dell'arrivo degli alleati, con le celeberrime Quattro giornate» hanno rimarcato dalla sezione Anpi di Bisceglie.