Attualità
«La mia carriera accademica è sotto gli occhi di tutti». Boccia risponde all'articolo de "Il fatto quotidiano"
Il deputato biscegliese: «Non sono uno di quelli che possono vantare il titolo di professore universitario per ‘meriti politici’»
Bisceglie - sabato 25 marzo 2017
11.52
Intervento di Francesco Boccia sul presunto caso riguardante il concorso per un posto di associato all'Università del Molise vinto dal parlamentare biscegliese del Partito Democratico, sollevato da un pezzo pubblicato da "Il fatto quotidiano" e ripreso venerdì pomeriggio dal nostro sito, cui il presidente della Commissione bilancio della Camera dei deputati ha inoltrato la nota.
«Ho letto con molto stupore l'articolo di Elena Ciccarello pubblicato sul Fatto Quotidiano. Dire che avrei 'vinto il posto in Università' con una ricerca plagiata è grave, scorretto oltre che palesemente falso. Sono professore universitario da 15 anni, la mia storia, le mie pubblicazioni e, in particolar modo, i miei libri sono diffusi nelle università e sono stati utilizzati come testi di riferimento in università italiane e straniere. Ho diretto un centro di ricerca in università a Castellanza per 8 anni, ho fatto ricerca a Londra per quattro e sono stato visiting professor alla UIC di Chicago e insegnato complessivamente per 20 anni. Da 15 sono professore associato. Mi sono sempre rifiutato, nonostante avessi titoli e pubblicazioni, di fare il concorso di prima fascia perché non lo ritenevo opportuno durante l'aspettativa parlamentare. L'avrei potuto fare, com'è noto, in molti atenei italiani in cui tengo spesso seminari e prolusioni.
A Campobasso ho fatto semplicemente un trasferimento dalla mia precedente università e l'ho fatto per aiutare l'UniMol (Università del Sud efficiente e bella) a far crescere una generazione di ricercatori appassionati di economia delle amministrazioni pubbliche. E sempre e solo a titolo gratuito.
Ho partecipato alla selezione per il mio trasferimento, una selezione in cui si potevano presentare fino a 12 pubblicazioni, io avrei potuto presentarne 20, ma ho inviato semplicemente le prime 12 presenti nel mio cv, compresi alcuni articoli dipartimentali - senza alcuna valenza scientifica – discussi a seminari interni nell'allora centro di ricerca, come 'lettura consigliata'; non credo abbia potuto influenzare in alcun modo la valutazione del mio curriculum accademico e poi per un trasferimento! Mi spiace avere scatenato la curiosità del vostro sempre attento quotidiano ma la mia carriera accademica, di cui vado molto fiero, è sotto gli occhi di tutti, limpida e documentabile. E non permetto a nessuno di infangarla o metterla in dubbio. Faccio ricerca da sempre, da quasi vent'anni, continuerò a farla perché è il mio lavoro e non sono uno di quelli che possono vantare il titolo di professore universitario per 'meriti politici'».
«Ho letto con molto stupore l'articolo di Elena Ciccarello pubblicato sul Fatto Quotidiano. Dire che avrei 'vinto il posto in Università' con una ricerca plagiata è grave, scorretto oltre che palesemente falso. Sono professore universitario da 15 anni, la mia storia, le mie pubblicazioni e, in particolar modo, i miei libri sono diffusi nelle università e sono stati utilizzati come testi di riferimento in università italiane e straniere. Ho diretto un centro di ricerca in università a Castellanza per 8 anni, ho fatto ricerca a Londra per quattro e sono stato visiting professor alla UIC di Chicago e insegnato complessivamente per 20 anni. Da 15 sono professore associato. Mi sono sempre rifiutato, nonostante avessi titoli e pubblicazioni, di fare il concorso di prima fascia perché non lo ritenevo opportuno durante l'aspettativa parlamentare. L'avrei potuto fare, com'è noto, in molti atenei italiani in cui tengo spesso seminari e prolusioni.
A Campobasso ho fatto semplicemente un trasferimento dalla mia precedente università e l'ho fatto per aiutare l'UniMol (Università del Sud efficiente e bella) a far crescere una generazione di ricercatori appassionati di economia delle amministrazioni pubbliche. E sempre e solo a titolo gratuito.
Ho partecipato alla selezione per il mio trasferimento, una selezione in cui si potevano presentare fino a 12 pubblicazioni, io avrei potuto presentarne 20, ma ho inviato semplicemente le prime 12 presenti nel mio cv, compresi alcuni articoli dipartimentali - senza alcuna valenza scientifica – discussi a seminari interni nell'allora centro di ricerca, come 'lettura consigliata'; non credo abbia potuto influenzare in alcun modo la valutazione del mio curriculum accademico e poi per un trasferimento! Mi spiace avere scatenato la curiosità del vostro sempre attento quotidiano ma la mia carriera accademica, di cui vado molto fiero, è sotto gli occhi di tutti, limpida e documentabile. E non permetto a nessuno di infangarla o metterla in dubbio. Faccio ricerca da sempre, da quasi vent'anni, continuerò a farla perché è il mio lavoro e non sono uno di quelli che possono vantare il titolo di professore universitario per 'meriti politici'».