Politica
La Notte sul Recovery fund: «La quota per il sud va rivista al rialzo»
Il consigliere regionale biscegliese: «Necessari interventi strutturali e investimenti»
Puglia - mercoledì 30 dicembre 2020
12.45
Ridurre il gap in termini di sviluppo economico e infrastrutturale tra le due parti d'Italia è senza dubbio fra i principi ispiratori per l'utilizzo del Recovery fund. Lo sa benissimo anche il biscegliese Francesco La Notte, consigliere regionale del gruppo "Popolari con Emiliano". «La Puglia contrinui a distinguersi nel Mezzogiorno per i grandi passi in avanti compiuti negli ultimi anni» ha affermato, augurandosi che la conferenza Stato-Regioni sia il luogo istituzionale idoneo «per ribadire, con fermezza, il principio secondo il quale i soldi devono essere investiti per ridurre le differenze ancora esistenti sul territorio nazionale».
La Notte è perentorio: «Nella bozza del Piano di ripresa e resilienza che è stato discusso in consiglio dei ministri, le risorse del Recovery Fund assegnate alle regioni dell'Italia meridionale sono di gran lunga inferiori alle aspettative. È inaccettabile che al sud vada la quota residuale del 34%, soprattutto considerando che l'Europa ha attribuito i fondi tenendo conto della popolazione, del reddito pro-capite e del tasso medio di disoccupazione negli ultimi cinque anni».
Ne consegue, secondo il professionista biscegliese, che «se tra gli obiettivi del piano c'è quello di ridurre il divario tra le aree interne ai diversi Paesi membri, allora pensare di utilizzare un parametro ordinario - qual è la percentuale del 34% di ripartizione della spesa pubblica nazionale - per un intervento di investimenti straordinario e di carattere europeo, è una scelta ingiusta dal punto di vista sociale. I soldi del Recovery Fund non serviranno a coprire la spesa corrente, bensì a finanziare interventi strutturali e investimenti che si riveleranno strategici sul medio e lungo periodo» ha puntualizzato.
«L'Italia ha ottenuto ben 209 miliardi di risorse da Bruxelles proprio perché il divario tra sud e nord del Paese è stato riconosciuto come il più ampio tra le nazioni europee. La Regione Puglia, forte di una comunanza di intenti in questo senso tra maggioranza e opposizione, deve spingere affinché quella percentuale sia rivista al rialzo» ha concluso La Notte.
La Notte è perentorio: «Nella bozza del Piano di ripresa e resilienza che è stato discusso in consiglio dei ministri, le risorse del Recovery Fund assegnate alle regioni dell'Italia meridionale sono di gran lunga inferiori alle aspettative. È inaccettabile che al sud vada la quota residuale del 34%, soprattutto considerando che l'Europa ha attribuito i fondi tenendo conto della popolazione, del reddito pro-capite e del tasso medio di disoccupazione negli ultimi cinque anni».
Ne consegue, secondo il professionista biscegliese, che «se tra gli obiettivi del piano c'è quello di ridurre il divario tra le aree interne ai diversi Paesi membri, allora pensare di utilizzare un parametro ordinario - qual è la percentuale del 34% di ripartizione della spesa pubblica nazionale - per un intervento di investimenti straordinario e di carattere europeo, è una scelta ingiusta dal punto di vista sociale. I soldi del Recovery Fund non serviranno a coprire la spesa corrente, bensì a finanziare interventi strutturali e investimenti che si riveleranno strategici sul medio e lungo periodo» ha puntualizzato.
«L'Italia ha ottenuto ben 209 miliardi di risorse da Bruxelles proprio perché il divario tra sud e nord del Paese è stato riconosciuto come il più ampio tra le nazioni europee. La Regione Puglia, forte di una comunanza di intenti in questo senso tra maggioranza e opposizione, deve spingere affinché quella percentuale sia rivista al rialzo» ha concluso La Notte.