Cultura
Le storie di grandi amicizie in "Divorare il cielo" di Paolo Giordano
L'autore presenterà il suo ultimo lavoro martedì 3 luglio al Bookstore Mondadori
Italia - domenica 1 luglio 2018
10.59
Paolo Giordano sarà il prestigioso ospite del Bookstore Mondadori nelle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie martedì 3 luglio alle ore 20:00.
La campagna pugliese, una storia lunga vent'anni, quattro vite che si intrecciano e attraversano questi luoghi e questi anni. Paolo Giordano torna e lo fa con la sua voce inconfondibile, la sua capacità rara di far nascere e crescere personaggi e vite con il tocco gentile di un genitore amorevole: un tocco che ebbe il suo folgorante debutto con "La solitudine dei numeri primi" e che, tre romanzi dopo, si rivela nuovamente in questa nuova, sorprendente, prova. Bellissima già dal titolo: "Divorare il cielo".
A divorare il cielo sono quattro ragazzi, poco più che bambini, che entrano uno nella vita dell'altro come un vento fresco. Passeranno insieme i vent'anni a seguire in una masseria destinata a diventare il centro dell'universo. Giorni trascorsi a coltivare la terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando sarà Teresa la sola rimasta a farlo. Negli occhi ancora Bern, il ragazzo che incarna l'estate come solo la giovinezza sa fare, il ragazzo che le ha fatto riconoscere questo angolo di campagna come l'unico posto possibile del mondo.
È un romanzo potente e generoso, che restituisce al lettore l'antica meraviglia di una grande storia in cui perdersi. Una storia che segue il giro delle stagioni mischiandolo al ciclo esistenziale di quattro ragazzi che mangiano la terra per divorare il cielo.
«Nella vita poteva succedere anche questo, che dentro le persone nascessero dei desideri inconciliabili. Non era giusto, ma non si poteva evitarlo, ed era successo a noi».
La campagna pugliese, una storia lunga vent'anni, quattro vite che si intrecciano e attraversano questi luoghi e questi anni. Paolo Giordano torna e lo fa con la sua voce inconfondibile, la sua capacità rara di far nascere e crescere personaggi e vite con il tocco gentile di un genitore amorevole: un tocco che ebbe il suo folgorante debutto con "La solitudine dei numeri primi" e che, tre romanzi dopo, si rivela nuovamente in questa nuova, sorprendente, prova. Bellissima già dal titolo: "Divorare il cielo".
A divorare il cielo sono quattro ragazzi, poco più che bambini, che entrano uno nella vita dell'altro come un vento fresco. Passeranno insieme i vent'anni a seguire in una masseria destinata a diventare il centro dell'universo. Giorni trascorsi a coltivare la terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando sarà Teresa la sola rimasta a farlo. Negli occhi ancora Bern, il ragazzo che incarna l'estate come solo la giovinezza sa fare, il ragazzo che le ha fatto riconoscere questo angolo di campagna come l'unico posto possibile del mondo.
È un romanzo potente e generoso, che restituisce al lettore l'antica meraviglia di una grande storia in cui perdersi. Una storia che segue il giro delle stagioni mischiandolo al ciclo esistenziale di quattro ragazzi che mangiano la terra per divorare il cielo.
«Nella vita poteva succedere anche questo, che dentro le persone nascessero dei desideri inconciliabili. Non era giusto, ma non si poteva evitarlo, ed era successo a noi».