Attualità
Vincenzo Maggi da sessant’anni cerca le radici a Bisceglie
Figlio di nessuno nato nei reparti della Casa Divina Provvidenza, è stato ospite di Cristina Parodi a “La Vita in diretta”
Bisceglie - mercoledì 1 marzo 2017
17.00
Si chiama Vincenzo Maggi o meglio Manzi ed è nato nel 1957 a Bisceglie nei reparti della Casa Divina Provvidenza. Delle sue origini non sa però altro. «Mia madre mi abbandonò senza riconoscermi e non ho mai saputo chi fosse».
Vincenzo è uno dei tre milioni di italiani figli di N.N. o "figli della Madonna". Ora vive a Verona, da 50 anni.
Ha vissuto per 18 anni tra brefotrofio, orfanotrofio. Prima Terlizzi poi Monopoli, con dolori intervallati da "prove" senza successo in famiglia. Soffriva al punto di procurarsi violenza da solo, con una brutalità pari solo alla solitudine interiore che provava.
«Ho accumulato tanta rabbia in questi anni di difficoltà. Ho provato a scappare più volte dall'istituto, arrangiandomi a praticare i lavori più disparati, spesso negli alberghi, per potermi ripagare il cibo lavando i piatti. Quando non riuscivo a procurarmi da vivere, ho dormito sotto i ponti e nei cimiteri».
Figlio di nessuno per tutta la vita, Vincenzo Manzi non ha mai smesso di inseguire il sogno delle origini. Più volte è tornato Bisceglie per cercare i documenti che gli avrebbero permesso di dare un senso alla sua vita. Le leggi sulla privacy, però, glielo avevano fino ad oggi impedito.
Ricostruire il suo albero genealogico, oggi che ha 60 anni, è però ancora una disperata ragione per resistere alle troppe ingiustizie che la vita gli ha riservato, ha spiegato alle telecamere di "La vita in diretta", che martedì 28 febbraio hanno puntato gli obiettivi sul suo volto, trasmettendone in diretta l'emozione a 1800000 italiani.
Cristina Parodi e Marco Liorni, conduttori della fortunata trasmissione di approfondimento pomeridiano in onda su Rai1, hanno preso a cuore il suo caso, che è lungo, complesso, ricco di particolari agghiaccianti.
Ma non è un caso disperato. La legge italiana, che fino a ieri impediva ai figli non riconosciuti di conoscere l'identità dei propri genitori, sta cambiando. Grazie alla sentenza a sezioni unite della Corte di Cassazione del 25 gennaio 2017, si abbattono le ultime discriminazioni esistenti tra figli naturali e figli legittimi. Da ora in poi i giudici di tutti i Tribunali saranno obbligati ad accogliere le istanze di interpello di un figlio, sia adottato che non riconosciuto alla nascita.
Presentando domanda al Tribunale per i minori di Venezia, anche Vincenzo potrà finalmente conoscere la sua vera identità.
Vincenzo è uno dei tre milioni di italiani figli di N.N. o "figli della Madonna". Ora vive a Verona, da 50 anni.
Ha vissuto per 18 anni tra brefotrofio, orfanotrofio. Prima Terlizzi poi Monopoli, con dolori intervallati da "prove" senza successo in famiglia. Soffriva al punto di procurarsi violenza da solo, con una brutalità pari solo alla solitudine interiore che provava.
«Ho accumulato tanta rabbia in questi anni di difficoltà. Ho provato a scappare più volte dall'istituto, arrangiandomi a praticare i lavori più disparati, spesso negli alberghi, per potermi ripagare il cibo lavando i piatti. Quando non riuscivo a procurarmi da vivere, ho dormito sotto i ponti e nei cimiteri».
Figlio di nessuno per tutta la vita, Vincenzo Manzi non ha mai smesso di inseguire il sogno delle origini. Più volte è tornato Bisceglie per cercare i documenti che gli avrebbero permesso di dare un senso alla sua vita. Le leggi sulla privacy, però, glielo avevano fino ad oggi impedito.
Ricostruire il suo albero genealogico, oggi che ha 60 anni, è però ancora una disperata ragione per resistere alle troppe ingiustizie che la vita gli ha riservato, ha spiegato alle telecamere di "La vita in diretta", che martedì 28 febbraio hanno puntato gli obiettivi sul suo volto, trasmettendone in diretta l'emozione a 1800000 italiani.
Cristina Parodi e Marco Liorni, conduttori della fortunata trasmissione di approfondimento pomeridiano in onda su Rai1, hanno preso a cuore il suo caso, che è lungo, complesso, ricco di particolari agghiaccianti.
Ma non è un caso disperato. La legge italiana, che fino a ieri impediva ai figli non riconosciuti di conoscere l'identità dei propri genitori, sta cambiando. Grazie alla sentenza a sezioni unite della Corte di Cassazione del 25 gennaio 2017, si abbattono le ultime discriminazioni esistenti tra figli naturali e figli legittimi. Da ora in poi i giudici di tutti i Tribunali saranno obbligati ad accogliere le istanze di interpello di un figlio, sia adottato che non riconosciuto alla nascita.
Presentando domanda al Tribunale per i minori di Venezia, anche Vincenzo potrà finalmente conoscere la sua vera identità.