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Politica

Le mille contraddizioni fra Roma, Bari e Bisceglie

La "scomunica" di Calenda: «Chi dialoga con Emiliano sarà espulso da Azione». Il governatore pensa al rimpasto e prova a sedare la rivolta interna al Pd

«Qualsiasi tentativo di dialogo o di avvicinamento in Regione Puglia a Michele Emiliano, che consideriamo il peggior governatore nella storia recente del Paese, comporterà l'espulsione da Azione». Dal partito di Carlo Calenda sembrano non aver accolto con particolare soddisfazione (eufemismo) la decisione della maggioranza giallo-rossa in consiglio regionale di rinviare, con voto segreto, la discussione su una proposta di legge relativa all'assetto dell'Arpal (l'agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) che avrebbe comportato l'automatica estromissione del direttore generale, ovvero quel Massimo Cassano che del "terzo polo" è stato il candidato di punta alle politiche del 25 settembre nel collegio plurinominale di Bari, in seconda posizione così come il capogruppo Massimiliano Stellato, schierato nel tarantino.

L'irritazione di Calenda (e dei suoi fedelissimi) ha inevitabili ripercussioni sullo scacchiere dei territori. L'ipotesi di una prosecuzione della "sinergia" tra il gruppo di Puglia Popolare e la maggioranza che sostiene Emiliano in consiglio regionale, da Pd, liste civiche "del presidente" e Movimento 5 Stelle, striderebbe nel concreto con la linea politica di Azione, oltre a confermare la curiosa circostanza della contraddittoria convivenza, nell'assise barese, tra aree profondamente in contrasto sia sul livello nazionale che a Bisceglie.

Le posizioni dei pentastellati sono divergenti in egual misura da quelle dei dem e da Azione: il gruppo guidato da Enzo Amendolagine è da tempo al lavoro, in vista delle prossime amministrative, per una candidatura alternativa tanto a quella di Vittorio Fata (sostenuto dal Partito Democratico) quanto a quella di Francesco Spina (che gode dell'endorsement del consigliere regionale Francesco La Notte). La figura individuata sarebbe una donna, docente universitaria.

Identico imbarazzo, naturalmente, vale per il Pd del senatore biscegliese Francesco Boccia, alleato in Regione con il Movimento 5 Stelle che non sostiene Fata. Non è nemmeno chiara, a questo punto, la posizione dello stesso La Notte, che ha supportato insieme a Spina la candidatura di Gianni Casella, presidente del consiglio comunale di Bisceglie, alle ultime politiche nel listino del "terzo polo" in seguito ad un accordo con il partito di Calenda. Il consigliere regionale, nell'assemblea di via Gentile, fa parte della maggioranza di centrosinistra e né lui né Stellato risultano iscritti, per la verità, al gruppo di Azione. In che modo proseguiranno i rapporti con il partito di Calenda?

E mentre da Fratelli d'Italia il neoeletto senatore Ignazio Zullo ironizza («Se Calenda si fosse fatto un giro nel consiglio regionale non ci avrebbe messo molto a capire che il suo partito in Puglia altro non è che una propaggine di Emiliano»), il governatore in carica, dopo aver fatto sapere che non correrà per un ulteriore mandato e aver "lanciato" Decaro, è impegnato nel non semplice tentativo di sedare la rivolta interna al gruppo del Pd, condotta in particolare da Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea, da tempo in evidente distonia con Emiliano, almeno sui social. Sullo sfondo, un rimpasto di Giunta che potrebbe costare il posto a Donato Pentassuglia, assessore all'agricoltura: nell'ottica di un rafforzamento della rappresentanza pentastellata - dopo i risultati delle elezioni politiche - si fa il nome di Cristian Casili per quella poltrona.

Il quadro, in sostanza, è molto complesso: ciò che vale per Roma non trova alcuna applicazione pratica a Bari, men che meno a Bisceglie dove il mosaico delle contraddizioni è portato, se possibile, all'eccesso anche guardando a quello che dovrebbe essere il campo di centrodestra. Le prossime settimane dovrebbero contribuire a fare un pizzico di chiarezza in più attraverso gli inevitabili riposizionamenti che si verificheranno.
  • Michele Emiliano
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