Cultura
"Le stelle non hanno paura di sembrare lucciole": come cambiare se stessi e il mondo circostante secondo Sandro Calvani
Presso il Seminario Arcivescovile l'autore ha presentato la sua ultima opera letteraria, frutto di un'esperienza pluriennale negli organismi dell'ONU
Italia - giovedì 26 aprile 2018
15.11
Docente universitario in Thailandia, diirigente ONU e Caritas operante in 135 nazioni: il curriculum del professor Calvani è di per sé un incentivo sufficiente per dar credito al suo ultimo libro. Il professionista e l'uomo Calvani sintetizza in vari racconti le storie di vita vissuta, nelle più disparate zone del mondo, sui percorsi interiori che ogni essere umano di qualsiasi estrazione culturale e religiosa percorre al fine di raggiungere la felicità, così da influenzare positivamente il mondo che lo circonda.
Un percorso che ha la sua genesi nella sfera interiore dell'individuo e che trova il suo compimento in quella esteriore. La rivoluzione ha la sua forza negli atti quotidiani, dal basso e nel proprio piccolo habitat in modo da divenire modus operandi nella società, senza che essa sia imposta da una élite alta, politica o religiosa che essa sia.
Calvani, nel solco della sua fede cristiana, ripropone la parola del buon samaritano, simbolo universale di attivismo e altruismo verso il prossimo_ un impegno civile che non necessita di pungolature esterne ma si genera nel cuore stesso dell'uomo. Passando dalla religione al laicismo, l'autore cita lo scienziato da poco deceduto, Stephen Hawking, che sul letto di morte esortava gli studenti a fare il proprio, nella propria modalità e contesto geografico perché l'unicità dell'uomo è essenzialmente in ciò: compiere qualcosa che nessun altro può replicare.
Il Calvani, nel bel mezzo a suo dire di un cambio d'epoca. pone l'enfasi sulla liquefazione della società odierna, sulla precaria vicinanza interpersonale, nella disintermediazione che trovano l'apice in fenomeni come l'immigrazione, il mondialismo, la crisi della democrazia rappresentativa e nell'incedere incalzante della tecnologia.
In questo contesto nuovo e critico al tempo stesso, il professore racconta vite di uomini e donne che sono riuscite a raggiungere la felicità e a cambiare il mondo. Partendo da loro stessi hanno dimostrato che l'umanità ha straordinarie capacità di resilienza, creatività, coraggio, etica, innovazione sociale, affrancandosi così dalla quotidianità noiosa e dall'attesa passiva di una rivoluzione cadente dall'alto ma che è destinata a morire perché le vere rivoluzioni nascono e vivono dal di dentro, dall'umana coscienza di essere responsabili di se stessi e dell'alterità prossima.
Un percorso che ha la sua genesi nella sfera interiore dell'individuo e che trova il suo compimento in quella esteriore. La rivoluzione ha la sua forza negli atti quotidiani, dal basso e nel proprio piccolo habitat in modo da divenire modus operandi nella società, senza che essa sia imposta da una élite alta, politica o religiosa che essa sia.
Calvani, nel solco della sua fede cristiana, ripropone la parola del buon samaritano, simbolo universale di attivismo e altruismo verso il prossimo_ un impegno civile che non necessita di pungolature esterne ma si genera nel cuore stesso dell'uomo. Passando dalla religione al laicismo, l'autore cita lo scienziato da poco deceduto, Stephen Hawking, che sul letto di morte esortava gli studenti a fare il proprio, nella propria modalità e contesto geografico perché l'unicità dell'uomo è essenzialmente in ciò: compiere qualcosa che nessun altro può replicare.
Il Calvani, nel bel mezzo a suo dire di un cambio d'epoca. pone l'enfasi sulla liquefazione della società odierna, sulla precaria vicinanza interpersonale, nella disintermediazione che trovano l'apice in fenomeni come l'immigrazione, il mondialismo, la crisi della democrazia rappresentativa e nell'incedere incalzante della tecnologia.
In questo contesto nuovo e critico al tempo stesso, il professore racconta vite di uomini e donne che sono riuscite a raggiungere la felicità e a cambiare il mondo. Partendo da loro stessi hanno dimostrato che l'umanità ha straordinarie capacità di resilienza, creatività, coraggio, etica, innovazione sociale, affrancandosi così dalla quotidianità noiosa e dall'attesa passiva di una rivoluzione cadente dall'alto ma che è destinata a morire perché le vere rivoluzioni nascono e vivono dal di dentro, dall'umana coscienza di essere responsabili di se stessi e dell'alterità prossima.