Politica
Lottizzazione 165: la montagna partorì i coniglietti
Una riflessione del giornalista biscegliese Vincenzo Arena
Bisceglie - mercoledì 10 giugno 2020
8.34
Teneri i coniglietti: indifesi, spauriti, inconsapevoli, spaesati, si guardano circospetti avanti e dietro, appena fuori dalla tana. La presa di posizione pubblica sulla lottizzazione alla BiMarmi tanto attesa, dopo numerose sollecitazioni, di alcuni rappresentanti dell'attuale maggioranza al "governo" della città mi ha fatto, alla prima lettura, tenerezza.
Quanta paura in quelle parole, quanta pressione sulle spalle di questa amministrazione. La prima lettura mi ha lasciato in bocca la sensazione amara della rassegnazione: evidentemente non possono che fare come dicono, non c'è proprio margine di azione, rassegnamoci a vedere la litoranea di Levante come quella di Ponente. Meglio questo che niente: quanto realismo politico, quanta maturità amministrativa e saggezza in questi giovani amministratori!
Dopo la prima lettura strappacuore ed emotiva son passato alla seconda lettura... alla ricerca di risposte sensate, concrete, pertinenti alle domande che alcune forze politiche, alcune associazioni, alcuni liberi cittadini hanno fatto sulla lottizzazione alla BiMarmi: si può fare solo cosi? Serve costruire ancora visto che abbiamo più appartamenti che potenziali abitanti? La visione politica per quell'area (per la città in generale) di Angarano & company qual è? Gli interessi dei privati, legittimi, sono comunque prevalenti sull'interesse generale e sulla tutela del paesaggio? Il piano di lottizzazione è conforme alle norme paesaggistiche vigenti che prevedono non si possa costruire entro 300 metri dalla costa?
Ho cercato le risposte, ma ho trovato solo una difesa impaurita dello status quo. Si deve far così, lo dicono il dirigente e i privati che, sennò, faranno ricorso. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma è colpa di quelli di prima. Lungi da me difendere "quelli di prima". Ma dico che ora, da due anni e passa, ci sta La Svolta. Non solo: alcuni di quelli di oggi, per tanti anni, sono stati con "quelli di prima" e il piano di lottizzazione nel 2012 l'hanno pure adottato.
Come avrete intuito dalle premesse, la seconda lettura mi ha cambiato umore e percezione.
Nel comunicato dei due illustri rappresentanti della Svolta, leggo la formula "margini di decisione politica entro i quali era realmente possibile muoversi". E sorge spontanea questa riflessione: i margini della decisione politica dovrebbero essere quelli stabiliti per legge (e continuo ad avere dubbi sul rispetto delle normative urbanistiche, se questo piano dovesse essere approvato, sia in riferimento alle disposizioni del Codice del Paesaggio sia a quelle del Piano paesaggistico territoriale regionale). In più dico che i reali margini di decisione politica fanno il paio con il prevalere dell'interesse pubblico su quello privato, o quantomeno ruotano attorno alla possibilità di contemperare gli interessi pubblici e privati in gioco. La forza di un'amministrazione sta nella concertazione e nella ponderazione degli interessi: perché non si riavvia l'iter di adozione e approvazione del piano concertando una soluzione "sostenibile" coi proprietari dei suoli? Manca la volontà politica?
Risposta nel comunicato: "Non è da sottovalutare il potenziale rischio di eventuali contenziosi che potrebbero innescarsi in danno del Comune". E pure su questo, tanta confusione: lo stesso dirigente dell'ufficio tecnico ha sostenuto che i privati non potrebbero vantare nessun legittimo affidamento dalla mancata adozione di un piano di lottizzazione non approvato, in quanto la mancata approvazione "non è in grado di ingenerare alcun affidamento giuridicamente tutelato nei lottizzanti in ordine all'assetto urbanistico del territorio".
Aggiungo che il Codice Urbani (Codice del paesaggio) dice a riguardo che:
"I Comuni (…) conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale alle previsioni dei piani paesaggistici (…) I limiti alla proprietà derivanti da tali previsioni non sono oggetto di indennizzo".
Punto finale: il Pug. I nostri strumenti urbanistici, è acclarato, non sono adeguati al piano paesaggistico regionale e la maggioranza della Svolta sostiene che l'iter di approvazione del Piano urbanistico generale "è stato (coraggiosamente, ndr) riavviato dopo anni di incomprensibile stasi, pur essendo stato consegnato dai progettisti nel 2014" e che "se (il Pug, ndr) fosse stato adottato allora, adesso non staremmo a parlare di questa lottizzazione". Insomma: la colpa è di chi stava prima che non ha approvato il Pug, la cui approvazione avrebbe bloccato questa lottizzazione. Una domanda sorge spontanea: perché quelli di oggi non lo approvano loro il Pug così alla BiMarmi realizziamo il parco costiero previsto proprio nella bozza di piano urbanistico generale approvata dalla stessa giunta Angarano? "Noi siamo per il Pug" ha detto il Sindaco nello scorso consiglio comunale. Dimostratelo, voi che oggi potete! Battete un colpo di Svolta verso il consumo di suolo zero!
Ma i coniglietti forse si son già rintanati. E sento Rino Gaetano riecheggiare: "parton tutti incendiari e fieri, ma alla fine arrivano tutti pompieri". Il realismo politico, con tracce sparse di Prima Repubblica, prima di tutto.
Quanta paura in quelle parole, quanta pressione sulle spalle di questa amministrazione. La prima lettura mi ha lasciato in bocca la sensazione amara della rassegnazione: evidentemente non possono che fare come dicono, non c'è proprio margine di azione, rassegnamoci a vedere la litoranea di Levante come quella di Ponente. Meglio questo che niente: quanto realismo politico, quanta maturità amministrativa e saggezza in questi giovani amministratori!
Dopo la prima lettura strappacuore ed emotiva son passato alla seconda lettura... alla ricerca di risposte sensate, concrete, pertinenti alle domande che alcune forze politiche, alcune associazioni, alcuni liberi cittadini hanno fatto sulla lottizzazione alla BiMarmi: si può fare solo cosi? Serve costruire ancora visto che abbiamo più appartamenti che potenziali abitanti? La visione politica per quell'area (per la città in generale) di Angarano & company qual è? Gli interessi dei privati, legittimi, sono comunque prevalenti sull'interesse generale e sulla tutela del paesaggio? Il piano di lottizzazione è conforme alle norme paesaggistiche vigenti che prevedono non si possa costruire entro 300 metri dalla costa?
Ho cercato le risposte, ma ho trovato solo una difesa impaurita dello status quo. Si deve far così, lo dicono il dirigente e i privati che, sennò, faranno ricorso. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma è colpa di quelli di prima. Lungi da me difendere "quelli di prima". Ma dico che ora, da due anni e passa, ci sta La Svolta. Non solo: alcuni di quelli di oggi, per tanti anni, sono stati con "quelli di prima" e il piano di lottizzazione nel 2012 l'hanno pure adottato.
Come avrete intuito dalle premesse, la seconda lettura mi ha cambiato umore e percezione.
Nel comunicato dei due illustri rappresentanti della Svolta, leggo la formula "margini di decisione politica entro i quali era realmente possibile muoversi". E sorge spontanea questa riflessione: i margini della decisione politica dovrebbero essere quelli stabiliti per legge (e continuo ad avere dubbi sul rispetto delle normative urbanistiche, se questo piano dovesse essere approvato, sia in riferimento alle disposizioni del Codice del Paesaggio sia a quelle del Piano paesaggistico territoriale regionale). In più dico che i reali margini di decisione politica fanno il paio con il prevalere dell'interesse pubblico su quello privato, o quantomeno ruotano attorno alla possibilità di contemperare gli interessi pubblici e privati in gioco. La forza di un'amministrazione sta nella concertazione e nella ponderazione degli interessi: perché non si riavvia l'iter di adozione e approvazione del piano concertando una soluzione "sostenibile" coi proprietari dei suoli? Manca la volontà politica?
Risposta nel comunicato: "Non è da sottovalutare il potenziale rischio di eventuali contenziosi che potrebbero innescarsi in danno del Comune". E pure su questo, tanta confusione: lo stesso dirigente dell'ufficio tecnico ha sostenuto che i privati non potrebbero vantare nessun legittimo affidamento dalla mancata adozione di un piano di lottizzazione non approvato, in quanto la mancata approvazione "non è in grado di ingenerare alcun affidamento giuridicamente tutelato nei lottizzanti in ordine all'assetto urbanistico del territorio".
Aggiungo che il Codice Urbani (Codice del paesaggio) dice a riguardo che:
"I Comuni (…) conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale alle previsioni dei piani paesaggistici (…) I limiti alla proprietà derivanti da tali previsioni non sono oggetto di indennizzo".
Punto finale: il Pug. I nostri strumenti urbanistici, è acclarato, non sono adeguati al piano paesaggistico regionale e la maggioranza della Svolta sostiene che l'iter di approvazione del Piano urbanistico generale "è stato (coraggiosamente, ndr) riavviato dopo anni di incomprensibile stasi, pur essendo stato consegnato dai progettisti nel 2014" e che "se (il Pug, ndr) fosse stato adottato allora, adesso non staremmo a parlare di questa lottizzazione". Insomma: la colpa è di chi stava prima che non ha approvato il Pug, la cui approvazione avrebbe bloccato questa lottizzazione. Una domanda sorge spontanea: perché quelli di oggi non lo approvano loro il Pug così alla BiMarmi realizziamo il parco costiero previsto proprio nella bozza di piano urbanistico generale approvata dalla stessa giunta Angarano? "Noi siamo per il Pug" ha detto il Sindaco nello scorso consiglio comunale. Dimostratelo, voi che oggi potete! Battete un colpo di Svolta verso il consumo di suolo zero!
Ma i coniglietti forse si son già rintanati. E sento Rino Gaetano riecheggiare: "parton tutti incendiari e fieri, ma alla fine arrivano tutti pompieri". Il realismo politico, con tracce sparse di Prima Repubblica, prima di tutto.