Politica
Maglia 165, Napoletano: «Qualcuno dovrà rispondere della cementificazione della costa di Levante»
«I proponenti della lottizzazione se ne andarono carichi di meraviglie dal mio ufficio quand'ero Sindaco»
Bisceglie - martedì 9 giugno 2020
17.25
Parole come pietre, quelle di Franco Napoletano, entrato senza mezzi termini nel dibattito sulla lottizzazione della maglia 165. L'esponente comunista, già Sindaco di Bisceglie dal 1996 al 2006, ha adombrato chiaramente la possibilità di violazioni di legge e lasciato intendere, a questo proposito, di ritenere opportuno un intervento della magistratura.
«L'articolo 45 delle norme tecniche di attuazione del Piano urbanistico territoriale tematico "paesaggio" della Regione Puglia prevede, tra le tante norme, che "non sono ammissibili piani, progetti e interventi che comportino la realizzazione di qualsiasi nuova opera edilizia, fatta eccezione per le opere finalizzate al recupero/ripristino dei valori paesistico/ambientali.
Fatta salva la procedura di autorizzazione paesaggistica, per i manufatti esistenti è ammessa la trasformazione, ma non la demolizione e la ricostruzione di manufatti di particolare valore storico e identitario, per una volumetria non superiore al 20%, purché vengano rispettate soluzioni progettuali che non contrastino con la morfologia e i caratteri paesistici dei luoghi"» ha spiegato.
«Le vigenti norme di legge, quindi, vietano la cementificazione delle coste, specialmente in prossimità della linea di battigia. L'amministrazione comunale di Bisceglie, invece, è di tutt'altro avviso e, dopo ritardi e omissioni di atti d'ufficio già consumati, si accinge ad approvare la cementificazione della zona di Levante dopo avere costretto i privati proponenti ad adire il Tar per la nomina del commissario ad acta.
Il tutto accade nel silenzio dell'amministrazione comunale (concordato?), senza neppure una valutazione ambientale strategica (come vuole la legge), senza neppure una riadozione della lottizzazione, dopo le prescrizioni regionali che hanno modificato il progetto originario, senza neppure una discussione in consiglio comunale, come richiesto dalle forze di opposizione e, perfino, dalla stessa maggioranza (un anno e mezzo fa!), senza che fosse adottato il nuovo Piano urbanistico generale (pronto da anni!), che, con le clausole di salvaguardia, avrebbe bloccato definitivamente la cementificazione della zona interessata.
Quasi che si intendano prima soddisfare certi interessi e poi passare al nuovo Piano urbanistico generale? Come mai gli attuali amministratori comunali temono di fare passi indietro, pure nel timore di passare qualche guaio? Forse perché i proponenti della lottizzazione sono stati loro sostenitori nella campagna elettorale del 2018?» ha tuonato l'ex primo cittadino.
«Questa situazione parte addirittura con l'amministrazione Napoletano, quando alcuni autorevoli proponenti della maglia 165 mi prospettarono direttamente la possibilità di presentare, in quella zona, una lottizzazione, con moltissimi edifici residenziali. Dal mio ufficio, se ne andarono carichi di meraviglie!» ha sostenuto.
«Sia ben chiaro: tutti coloro che, tecnici o amministratori che siano, avranno concorso alla cementificazione della costa di Levante, dovranno assumersi le loro responsabilità di fronte alla legge. Un esposto alla Procura della repubblica di Trani, che pure non siamo soliti sollecitare, sarà indispensabile, e se le violazioni di legge fossero ritenute tali - come sostiene l'opposizione - anche dai magistrati; se si volesse far cementificare là dove non è consentito edificare, per la tutela della costa, cosa succederà?
Io vi ho avvisato» ha concluso Franco Napoletano.
«L'articolo 45 delle norme tecniche di attuazione del Piano urbanistico territoriale tematico "paesaggio" della Regione Puglia prevede, tra le tante norme, che "non sono ammissibili piani, progetti e interventi che comportino la realizzazione di qualsiasi nuova opera edilizia, fatta eccezione per le opere finalizzate al recupero/ripristino dei valori paesistico/ambientali.
Fatta salva la procedura di autorizzazione paesaggistica, per i manufatti esistenti è ammessa la trasformazione, ma non la demolizione e la ricostruzione di manufatti di particolare valore storico e identitario, per una volumetria non superiore al 20%, purché vengano rispettate soluzioni progettuali che non contrastino con la morfologia e i caratteri paesistici dei luoghi"» ha spiegato.
«Le vigenti norme di legge, quindi, vietano la cementificazione delle coste, specialmente in prossimità della linea di battigia. L'amministrazione comunale di Bisceglie, invece, è di tutt'altro avviso e, dopo ritardi e omissioni di atti d'ufficio già consumati, si accinge ad approvare la cementificazione della zona di Levante dopo avere costretto i privati proponenti ad adire il Tar per la nomina del commissario ad acta.
Il tutto accade nel silenzio dell'amministrazione comunale (concordato?), senza neppure una valutazione ambientale strategica (come vuole la legge), senza neppure una riadozione della lottizzazione, dopo le prescrizioni regionali che hanno modificato il progetto originario, senza neppure una discussione in consiglio comunale, come richiesto dalle forze di opposizione e, perfino, dalla stessa maggioranza (un anno e mezzo fa!), senza che fosse adottato il nuovo Piano urbanistico generale (pronto da anni!), che, con le clausole di salvaguardia, avrebbe bloccato definitivamente la cementificazione della zona interessata.
Quasi che si intendano prima soddisfare certi interessi e poi passare al nuovo Piano urbanistico generale? Come mai gli attuali amministratori comunali temono di fare passi indietro, pure nel timore di passare qualche guaio? Forse perché i proponenti della lottizzazione sono stati loro sostenitori nella campagna elettorale del 2018?» ha tuonato l'ex primo cittadino.
«Questa situazione parte addirittura con l'amministrazione Napoletano, quando alcuni autorevoli proponenti della maglia 165 mi prospettarono direttamente la possibilità di presentare, in quella zona, una lottizzazione, con moltissimi edifici residenziali. Dal mio ufficio, se ne andarono carichi di meraviglie!» ha sostenuto.
«Sia ben chiaro: tutti coloro che, tecnici o amministratori che siano, avranno concorso alla cementificazione della costa di Levante, dovranno assumersi le loro responsabilità di fronte alla legge. Un esposto alla Procura della repubblica di Trani, che pure non siamo soliti sollecitare, sarà indispensabile, e se le violazioni di legge fossero ritenute tali - come sostiene l'opposizione - anche dai magistrati; se si volesse far cementificare là dove non è consentito edificare, per la tutela della costa, cosa succederà?
Io vi ho avvisato» ha concluso Franco Napoletano.