Cultura
Marco Ferrante racconta alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie il suo “Ritorno in Puglia”
Giornalista e scrittore, attualmente vicedirettore di Videonews a Mediaset, presenta una piccola saga familiare dai toni della tragedia
Bisceglie - giovedì 11 aprile 2024
10.46
Da un amore sincero per la propria terra, per la Puglia, la penna dello scrittore e giornalista Marco Ferrante costruisce una piccola ma appassionante saga familiare dal sapore della tragedia, intrisa negli odori di un'ambientazione pugliese vivida, percettibile, tattile. "Ritorno in Puglia" è il quinto libro scritto dall'autore nato a Martina Franca, che è stato presentato ieri sera nella cornice delle Vecchie Seghere Mastrototaro a Bisceglie.
Lo scrittore, dialogando con la giornalista Ida Vinella, ha spiegato l'origine della storia che – seppur d'invenzione – prende le mosse da un fatto realmente accaduto, quasi rimosso dalla memoria storica: il naufragio nel canale d'Otranto della Katër i Radës, motovedetta albanese affondata dopo la collisione con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana, il giorno di Venerdì Santo del 1997.
Da questo episodio prendono le mosse le vite dei personaggi del romanzo di Ferrante, che attraverso le loro vicissitudini, a partire dal legame complesso con i lavoratori albanesi giunti in Puglia con la speranza di un nuovo destino, mostrano la trasformazione del Mezzogiorno, senza cliché, senza idealizzare la "magia" della Puglia. Una storia "tutta plot" come spiega Ferrante, in cui i personaggi si presentano umani, con le loro contraddizioni, tra slanci eroici e debolezze. A partire dalla figura di Bernardo Bleve, personaggio che incarna questo senso di evoluzione da un vecchio mondo agrario a un nuovo universo progressista e industriale, senza distruggere le radici delle proprie origini. I significati sono percettibili con estrema chiarezza, sebbene mai esplicitati. La narrazione affronta il tema del Mezzogiorno, dell'immigrazione e dell'integrazione, con una scrittura leggera e precisa, attraverso la lente d'ingrandimento di questo microcosmo della provincia pugliese, assolata e contraddittoria, con una borghesia sospinta tra buone intenzioni e illusioni.
Lo scrittore, dialogando con la giornalista Ida Vinella, ha spiegato l'origine della storia che – seppur d'invenzione – prende le mosse da un fatto realmente accaduto, quasi rimosso dalla memoria storica: il naufragio nel canale d'Otranto della Katër i Radës, motovedetta albanese affondata dopo la collisione con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana, il giorno di Venerdì Santo del 1997.
Da questo episodio prendono le mosse le vite dei personaggi del romanzo di Ferrante, che attraverso le loro vicissitudini, a partire dal legame complesso con i lavoratori albanesi giunti in Puglia con la speranza di un nuovo destino, mostrano la trasformazione del Mezzogiorno, senza cliché, senza idealizzare la "magia" della Puglia. Una storia "tutta plot" come spiega Ferrante, in cui i personaggi si presentano umani, con le loro contraddizioni, tra slanci eroici e debolezze. A partire dalla figura di Bernardo Bleve, personaggio che incarna questo senso di evoluzione da un vecchio mondo agrario a un nuovo universo progressista e industriale, senza distruggere le radici delle proprie origini. I significati sono percettibili con estrema chiarezza, sebbene mai esplicitati. La narrazione affronta il tema del Mezzogiorno, dell'immigrazione e dell'integrazione, con una scrittura leggera e precisa, attraverso la lente d'ingrandimento di questo microcosmo della provincia pugliese, assolata e contraddittoria, con una borghesia sospinta tra buone intenzioni e illusioni.